Kennedy contesta lo studio del CDC sull'autismo e promette indagini su tossine ambientali
Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti mette in discussione le conclusioni dei Centers for Disease Control, annunciando una nuova linea d’indagine sulle cause ambientali dell’aumento dei casi

Durante una conferenza stampa a Washington, il Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. ha apertamente messo in discussione i risultati di uno studio pubblicato dai Centers for Disease Control (CDC), agenzia del suo stesso Dipartimento, riguardante l’aumento delle diagnosi di autismo tra i bambini statunitensi. Kennedy ha affermato che il trend in crescita non può essere spiegato esclusivamente da un miglioramento delle pratiche di diagnosi, come sostenuto dai ricercatori del CDC, ma sarebbe legato a fattori ambientali, compresi i farmaci.
Lo studio dei CDC, pubblicato la scorsa settimana, rileva che un bambino su 31 negli Stati Uniti riceve una diagnosi di autismo entro l’età di otto anni, un dato che segna un netto incremento rispetto al 2016, quando la proporzione era di 1 su 54. Secondo l’agenzia, l’aumento sarebbe dovuto a una maggiore disponibilità di servizi per la diagnosi precoce, a miglioramenti nelle valutazioni cliniche e a cambiamenti nelle pratiche diagnostiche, oltre a differenze nei livelli di copertura assicurativa.
Kennedy ha rigettato questa interpretazione, dichiarando: “Una delle cose da cui dobbiamo allontanarci oggi è questa ideologia secondo cui questa diagnosi, o meglio gli aumenti inesorabili, siano semplicemente artefatti di diagnosi migliori e di un migliore riconoscimento”. Ha aggiunto che “i medici e i terapisti del passato non erano stupidi, non si sono persi tutti questi casi. L’epidemia è reale”.
Il Segretario ha annunciato che, entro due o tre settimane, lancerà una serie di studi con l’obiettivo di identificare “con precisione quali sono le tossine ambientali” responsabili dell’aumento delle diagnosi di autismo. L’iniziativa sarà guidata da David Geier, figura controversa per le sue posizioni sul nesso tra vaccini e autismo, teoria più volte smentita dalla comunità scientifica. Kennedy ha previsto che i risultati di questa nuova indagine saranno disponibili entro settembre.
Tra i fattori ambientali potenzialmente coinvolti, Kennedy ha elencato muffe, additivi alimentari, pesticidi, inquinamento atmosferico e idrico, nonché l’uso di alcuni farmaci. Secondo quanto dichiarato, l’obiettivo è “guidare un’iniziativa globale” per comprendere le cause ambientali dell’autismo. “È ora che tutti smettano di attribuire questo aumento alla negazione dell’epidemia. Fattori esterni, esposizioni ambientali, è lì che troveremo la risposta”, ha affermato il Segretario.
La posizione assunta da Kennedy ha suscitato critiche in ambito scientifico e sanitario. Peter Marks, già alto funzionario della Food and Drug Administration (FDA) per i vaccini, ha dichiarato nel fine settimana che il progetto di ricerca annunciato dal Segretario rischia di produrre conclusioni errate, a causa di preconcetti e di una tempistica definita “irrealistica”.
Anche alcune associazioni di difesa dei diritti dei pazienti hanno espresso preoccupazione, sottolineando come la categorizzazione dell’autismo come malattia possa rappresentare un passo indietro. Secondo questi gruppi, questo approccio rischia di sottrarre risorse agli interventi volti a migliorare la qualità della vita delle persone autistiche, favorendo invece una visione medicalizzata e stigmatizzante della condizione.