John Roberts difende l'indipendenza dei giudici ed avverte: "Lo stato di diritto è in pericolo"
Il presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti sottolinea la necessità di fermare gli attacchi personali contro i giudici, richiamando alla difesa delle istituzioni e all'importanza dell'educazione civica.

Il presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, John Roberts, ha dichiarato che lo stato di diritto è attualmente "in pericolo" e ha esortato a cessare gli attacchi personali contro i giudici, pur evitando di nominare direttamente il presidente Donald Trump o i suoi sostenitori. Roberts ha espresso tali preoccupazioni durante un intervento alla Georgetown Law School, lunedì.
"L'idea che lo stato di diritto governi è la proposizione di base", ha affermato Roberts.
"Certamente come questione di teoria, ma anche come questione di pratica, dobbiamo fermarci e riflettere di tanto in tanto su quanto sia raro, certamente raro nella storia e raro nel mondo di oggi".
Le sue dichiarazioni arrivano in un momento di crescente tensione pubblica intorno alle decisioni giudiziarie contrarie alle politiche dell'Amministrazione Trump.
Molti esperti legali hanno recentemente espresso gravi timori riguardo ai continui attacchi verbali rivolti dal presidente Trump e dai suoi alleati agli studi legali e a singoli giudici federali che hanno emesso sentenze sfavorevoli al governo. Alcuni giudici hanno perfino avviato indagini per verificare se l'Amministrazione abbia intenzionalmente disatteso ordinanze giudiziarie.
Roberts, tuttavia, ha scelto di affrontare la questione adottando una prospettiva più ampia e di lungo periodo. Nel suo discorso ha criticato il sistema educativo statunitense, accusandolo di trascurare l'insegnamento dell'educazione civica e lasciando così intere generazioni con scarsa comprensione del funzionamento delle istituzioni democratiche. "È davvero un peccato", ha sottolineato Roberts, rivolgendosi agli studenti laureandi della facoltà di legge di Georgetown.
"Stiamo sviluppando una situazione in cui un intero gruppo di giovani sta crescendo senza avere un'idea reale di come funzioni il nostro sistema di giustizia".
Secondo il presidente della Corte Suprema, la critica alle decisioni giudiziarie è necessaria e legittima quando rivolta al contenuto delle sentenze, mentre diventa dannosa se rivolta personalmente contro i giudici stessi. "La Corte ha ovviamente commesso errori nel corso della sua storia, e questi dovre
bbero essere criticati, purché si tratti di critiche alla decisione, e non ad hominem contro i giudici. Penso semplicemente che questo non porti a nulla di buono".
Lo scorso marzo, Roberts aveva già risposto duramente quando Trump aveva definito "corrotto" il giudice federale James Boasberg, chiedendone l'impeachment in seguito a decisioni sfavorevoli riguardo al rimpatrio di detenuti in El Salvador. Roberts, nominato da George W. Bush, aveva sottolineato in quell'occasione che "l'impeachment non è una risposta appropriata al disaccordo riguardo a una decisione giudiziaria".
L'intervento di Roberts fa eco, pur con toni meno allarmistici, a quello della giudice liberal della Corte Suprema Ketanji Brown Jackson, nominata dal presidente Joe Biden, che all'inizio di questo mese aveva condannato duramente "minacce e molestie" rivolte ai giudici, definendole "attacchi alla nostra democrazia che rischiano di minare la Costituzione e lo stato di diritto".
Nonostante il clima teso che circonda le attività della Corte Suprema, Roberts ha voluto anche rassicurare il pubblico sulla solidità del rapporto professionale tra i giudici. Secondo il presidente della Corte Suprema, infatti, il dissenso frequente sulle decisioni non avrebbe portato a un conflitto personale "tossico", come invece è avvenuto in alcuni momenti passati della storia della Corte Suprema. "Dobbiamo lavorare insieme su queste cose difficili. Bisogna trovare un modo per andare d'accordo", ha detto Roberts.
"È un lavoro lungo. Se sei costantemente ai ferri corti con cattivi sentimenti e cose del genere, semplicemente non è un buon modo di andare avanti".
Infine, Roberts, che ha compiuto 70 anni, ha voluto chiarire indirettamente di non avere intenzione di dimettersi dalla Corte, facendo riferimento alla recente scomparsa dell'ex giudice David Souter, che lasciò volontariamente il suo incarico nel 2009 a 69 anni per ritirarsi in New Hampshire e dedicarsi alla lettura.