JD Vance ottimista su un possibile accordo commerciale USA-Regno Unito: "Buona possibilità di intesa"

Il vicepresidente degli Stati Uniti elogia l'affinità culturale tra i due Paesi e critica l'Europa per la dipendenza dalla sicurezza americana. Scambio di accuse con il presidente ucraino Zelensky sul supporto all'Ucraina.

JD Vance ottimista su un possibile accordo commerciale USA-Regno Unito: "Buona possibilità di intesa"

Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha dichiarato che esiste una "buona possibilità" che Washington e Londra raggiungano un "ottimo" accordo commerciale, offrendo una sponda importante agli sforzi del governo britannico, che sta spingendo per concludere rapidamente un’intesa.

In un’intervista concessa a UnHerd, Vance ha sottolineato l’"affinità culturale" tra i due Paesi e il profondo legame personale del presidente Donald Trump con il Regno Unito. "Stiamo certamente lavorando molto intensamente con il governo di Keir Starmer su un accordo commerciale", ha confermato il vicepresidente.

"Il presidente ama davvero il Regno Unito. Amava la regina. Ammira e ama il re. È una relazione molto importante".

Vance ha descritto Trump come "un uomo d’affari" con "diverse importanti relazioni commerciali in [Gran Bretagna]", ma ha aggiunto che il legame è "molto più profondo". "C’è una vera affinità culturale. E naturalmente, fondamentalmente, l’America è un paese anglosassone", ha osservato. Ha poi concluso:

"Penso ci sia una buona possibilità che, sì, arriveremo a un grande accordo nell’interesse di entrambi i Paesi".

Obiettivo di Londra: ridurre i dazi imposti da Trump

Il governo britannico ha manifestato l’urgenza di siglare un accordo con gli Stati Uniti, in particolare per ottenere la riduzione dei dazi significativi imposti da Trump: un primo dazio del 25% su metalli e automobili, ed un secondo dazio del 10% su tutti i prodotti importati negli USA.

Vance ha evidenziato come il rapporto con il Regno Unito sia "molto più reciproco rispetto a quello che abbiamo con, ad esempio, la Germania", criticando l’atteggiamento delle autorità tedesche nei confronti delle esportazioni americane.

Oltre al Regno Unito, anche l’Australia figura tra le priorità commerciali per l’amministrazione Trump. Secondo quanto riportato da POLITICO, una fonte vicina alla Casa Bianca ha descritto l’Australia come "un po’ meno complessa in termini di politica interna" rispetto al Regno Unito.

Critiche all’Europa: "Non è nell’interesse americano che resti un vassallo"

Nel corso dell’intervista, Vance ha anche rivolto dure critiche all’Europa in tema di sicurezza e difesa, elogiando invece l’ex presidente francese Charles de Gaulle per la sua visione di indipendenza militare, sostenendo che non sia "nell’interesse dell’Europa, e non è nell’interesse dell’America, che l’Europa sia un vassallo permanente degli Stati Uniti in materia di sicurezza".

Le dichiarazioni del vicepresidente si inseriscono in un contesto più ampio di pressione da parte dell’Amministrazione Trump sulle capitali europee, accusate di eccessiva dipendenza dalla potenza militare americana. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ribadito che la presenza militare degli Stati Uniti nel continente "non è per sempre".

Trump ha, di recente, chiesto ai Paesi membri della NATO di aumentare le proprie spese militari al 5% del PIL, un incremento rilevante rispetto all’attuale obiettivo del 2%, che potrebbe essere innalzato verso un obiettivo più realistico in occasione del vertice dell’Aia previsto per quest’estate.

Secondo Vance, "un’Europa più indipendente non è un male per gli Stati Uniti – è un bene". Ha anche ricordato i disaccordi storici tra Regno Unito, Francia ed Eisenhower durante la crisi del Canale di Suez, sottolineando la necessità per l’Europa di assumere un ruolo più autonomo. A suo avviso, "la maggior parte delle nazioni europee non ha eserciti in grado di garantire una difesa ragionevole", fatta eccezione per Gran Bretagna, Francia e Polonia.

"La realtà è – è brutale dirlo, ma è anche vero – che l’intera infrastruttura di sicurezza europea, per tutta la mia vita, è stata sovvenzionata dagli Stati Uniti d’America", ha aggiunto Vance. Ha inoltre definito l’invasione americana dell’Iraq nel 2003 un "disastro strategico", sostenendo che "molte nazioni europee avevano ragione" ad avere perplessità e che un’Europa più indipendente avrebbe potuto forse fermare la guerra.

Scontro con Zelensky: "Assurdo dire che siamo dalla parte della Russia"

Infine, Vance ha affrontato la questione dei rapporti con l’Ucraina, intensificando le tensioni con il presidente Volodymyr Zelenskyy. I due erano già stati protagonisti di uno scontro acceso a febbraio nello Studio Ovale, dove Vance aveva accusato Zelensky di essere "irrispettoso".

Domenica, nel corso di un’intervista al programma 60 Minutes, il presidente ucraino ha accusato il vicepresidente statunitense di voler "in qualche modo giustificare" l’invasione russa e di essere vittima della disinformazione di Mosca.

La replica di Vance non si è fatta attendere:

"È assurdo che Zelensky dica al governo [americano], che attualmente sta tenendo in piedi il suo intero governo e lo sforzo bellico, che noi siamo in qualche modo dalla parte dei russi".
Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.