JD Vance ed Elon Musk criticano i giudici, allarme degli esperti sulla separazione dei poteri

JD Vance ed Elon Musk mettono in discussione l'autorità dei giudici sulle decisioni presidenziali, alcuni esperti costituzionali temono l'apertura di una crisi istituzionale.

JD Vance ed Elon Musk criticano i giudici, allarme degli esperti sulla separazione dei poteri

Una nuova ondata di preoccupazione sta attraversando gli ambienti politici e giuridici statunitensi dopo che il Vice Presidente JD Vance ha pubblicamente messo in discussione la giurisdizione dei giudici sugli ordini esecutivi del presidente Trump, innescando un dibattito sulla separazione dei poteri che potrebbe portare a quella che gli esperti definiscono una "crisi costituzionale".

"I giudici non hanno il permesso di controllare il legittimo potere dell'esecutivo", ha scritto Vance domenica sulla piattaforma X, dopo aver detto che:

"Un giudice non può imporre direttive a un generale su come condurre un'operazione militare, sarebbe illegale. Se un giudice prova orientare il procuratore generale nell'esercizio della sua discrezionalità come pubblico ministero, sarebbe altrettanto illegale".

Lo Scontro Istituzionale

La dichiarazione di Vance arriva in un momento particolarmente delicato per l'Amministrazione Trump, che si trova ad affrontare decine di cause legali contro i suoi ordini esecutivi.

L'ultimo scontro si è verificato sabato, quando un giudice federale ha temporaneamente bloccato l'accesso dei membri del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE) - guidato dal miliardario Elon Musk - ai sistemi di pagamento sensibili del Dipartimento del Tesoro e ai dati personali dei cittadini, in seguito a una causa intentata da 19 Procuratori Generali di Stati democratici.

La tensione è stata ulteriormente alimentata da Musk stesso, che ha pubblicamente criticato la decisione giudiziaria, arrivando a chiedere l'impeachment del giudice distrettuale Paul Engelmayer, definendolo "un giudice corrotto che protegge la corruzione."

L'Analisi degli Esperti

Gli esperti costituzionali sottolineano la gravità della situazione. Jamal Greene, professore alla Columbia Law School, intervistato da NBC News, evidenzia come, sebbene Vance non abbia esplicitamente dichiarato che l'Amministrazione sia pronta a ignorare gli ordini del tribunale, il contesto suggerisca una possibile disponibilità in tal senso.

Rick Pildes, docente alla New York University Law School, rimarca un punto fondamentale:

"Secondo lo stato di diritto e la Costituzione, sono i tribunali a determinare se un uso del potere esecutivo sia legale o meno."

Pildes avverte che:

"Un presidente che ordina ai suoi funzionari di non rispettare gli ordini del tribunale creerebbe una crisi costituzionale."

Le Implicazioni Costituzionali

Il sistema americano si basa sul principio dei checks and balances, con tre rami del governo che si controllano reciprocamente.

Come ricorda Dan Urman, professore di diritto alla Northeastern University, ad NBC News:

"I tribunali non hanno - come notoriamente affermato nel Federalist 78 - né il potere della borsa né della spada. Non hanno un esercito e non hanno un budget importante. Devono quindi fare affidamento solo sulla loro legittimità."

In caso di violazione degli ordini giudiziari da parte dell'esecutivo, l'unico rimedio costituzionale sarebbe l'impeachment del presidente attraverso il Congresso.

Tuttavia, con i repubblicani che controllano tutti i rami del governo federale, la probabilità che il partito avvii una procedura di impeachment contro il proprio presidente appare altamente remota.

La situazione attuale solleva, dunque, interrogativi fondamentali sulla tenuta del sistema costituzionale americano.

Come sottolinea Greene, ignorare i tribunali "sarebbe semplicemente il puro esercizio del potere", e un Congresso che si rifiuti di rispondere o di far valere le proprie prerogative istituzionali rappresenterebbe "il collasso del sistema democratico".

In questo contesto di crescente tensione istituzionale, la capacità del sistema americano di mantenere l'equilibrio tra i poteri viene messa alla prova come mai prima d'ora.

"I tribunali non possono fare tutto il lavoro da soli," conclude Urman, "devono avere più supporto dagli altri rami del potere americano e dalla stessa società. Il sistema non funziona più quando i tribunali agiscono da soli."

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