Israele ha bombardato l'Iran
Tel Aviv lancia un’operazione su larga scala contro obiettivi strategici iraniani. Morti tre generali, due scienziati nucleari e almeno una dozzina di civili. L’Iran promette vendetta. Gli Stati Uniti si dichiarano non coinvolti.

Israele ha lanciato, nelle prime di oggi, un attacco aereo su larga scala contro più di cento obiettivi militari e nucleari in Iran, centrando tra gli altri il sito di arricchimento dell’uranio di Natanz. Secondo le autorità israeliane, l’operazione mirava a fermare il programma nucleare militare iraniano, considerato una minaccia esistenziale per lo Stato ebraico. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha definito l’attacco «un successo» e ha dichiarato che «continuerà per tutto il tempo necessario».
I bombardamenti hanno causato la morte dei tre principali comandanti militari iraniani: Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate; Hossein Salami, comandante dei Guardiani della Rivoluzione; e Gholam Ali Rashid, vice comandante delle forze armate. Oltre a loro sono stati uccisi due importanti scienziati del programma nucleare iraniano: Mohammad Mehdi Tehranchi, fisico teorico e presidente della Islamic Azad University, e Fereydoun Abbasi, già a capo dell’Atomic Energy Organization of Iran. L’attacco ha colpito anche residenze e complessi abitativi utilizzati da alti ufficiali, provocando vittime tra i civili.
Teheran ha confermato le perdite attraverso i suoi canali ufficiali e ha giurato vendetta. Il corpo dei Guardiani della Rivoluzione ha promesso una «risposta dura e decisiva» contro Israele, mentre la guida suprema Ali Khamenei ha parlato di «un destino oscuro e doloroso» per lo Stato ebraico. A sua volta, il portavoce delle forze armate iraniane, Abolfazl Shekarchi, ha dichiarato che Israele «pagherà un caro prezzo» per l’aggressione, invocando il diritto di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Le autorità iraniane hanno chiuso lo spazio aereo nazionale e segnalato forti esplosioni a Teheran, Isfahan, Tabriz, Arak e Kermanshah. Secondo l’agenzia Tasnim, sarebbero almeno dodici i civili rimasti uccisi nella capitale. L’attacco al sito di Natanz è stato confermato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che ha tuttavia precisato che non si sono verificate fuoriuscite di radiazioni. La centrale nucleare di Bushehr non sarebbe stata colpita.

Israele ha mobilitato oltre 200 caccia per l’operazione, che secondo l’esercito avrebbe impiegato centinaia di bombe guidate contro strutture sotterranee e installazioni missilistiche. Il ministro della difesa Israel Katz ha proclamato lo stato d’emergenza, avvertendo che la reazione dell’Iran è imminente. Il portavoce militare Effie Defrin ha dichiarato che l’azione ha colpito anche «il cuore del programma missilistico balistico» iraniano.
Come risposta immediata, l’Iran ha lanciato almeno cento droni in direzione di Israele, secondo quanto riferito dall’esercito israeliano. Tutti i sistemi di difesa aerea sarebbero stati attivati. L’Arabia Saudita ha condannato l’attacco come «una palese violazione del diritto internazionale», mentre il sultanato dell’Oman – mediatore nei negoziati nucleari tra Washington e Teheran – ha parlato di una «pericolosa escalation» che mette a rischio ogni soluzione diplomatica.
Gli Stati Uniti si sono dichiarati estranei all’operazione. Il segretario di Stato Marco Rubio ha affermato che Washington non è coinvolta nei raid e che la priorità è «la protezione del personale americano nella regione». Il presidente Donald Trump ha confermato a Fox News di essere stato informato in anticipo da Israele. «L’Iran non può avere la bomba atomica, ma speriamo ancora di tornare al tavolo dei negoziati», ha detto. Un incontro con funzionari iraniani era previsto domenica in Oman, ma Teheran ha annunciato che non parteciperà «fino a nuovo ordine».
L’attacco ha avuto ripercussioni anche sul piano economico. I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 10% nelle prime ore della giornata. Il Brent è salito fino a 78 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate ha raggiunto i 75,10 dollari. Le borse asiatiche hanno registrato un calo generalizzato, mentre il mercato statunitense si preparava a una possibile flessione.

Secondo fonti iraniane, tra le vittime vi sarebbe anche Ali Shamkhani, ex comandante della marina e influente figura politica, ferito mortalmente in un attacco alla sua residenza di lusso a Teheran. Shamkhani, che aveva un ruolo chiave nei negoziati sul nucleare, faceva parte del comitato incaricato dal leader supremo di supervisionare il dialogo con Washington.
Israele giustifica l’operazione con l’urgenza di fermare il programma nucleare iraniano, che secondo l’intelligence di Tel Aviv sarebbe vicino al punto di non ritorno. «L’Iran dispone di abbastanza materiale fissile per costruire quindici bombe in pochi giorni», ha dichiarato un ufficiale israeliano. La valutazione coincide con quanto riportato di recente dagli ispettori dell’AIEA.
Per ora non è chiaro se Israele abbia colpito anche Fordow, l’impianto di arricchimento più protetto dell’Iran, scavato a oltre 800 metri sotto una montagna. La distruzione di Natanz rappresenta comunque un colpo significativo, poiché l’impianto produce la maggior parte dell’uranio iraniano arricchito al 60%, molto vicino al livello necessario per un uso militare.
Il bilancio dell’attacco resta ancora in evoluzione. Intanto, in Israele, la popolazione è stata invitata a restare vicino ai rifugi antiaerei. Netanyahu ha definito questa operazione «una campagna storica» e un «momento decisivo» per lo Stato ebraico. «Se non agiamo ora, non ci sarà una prossima generazione», ha dichiarato il primo ministro israeliano.