I senatori repubblicani ancora divisi sulla risoluzione di bilancio: in gioco l'estensione dei tagli fiscali di Trump del 2017
La maggioranza repubblicana attende il verdetto della Parlamentarian del Senato sull'estensione dei tagli fiscali del 2017, mentre crescono le pressioni per avanzare con l'agenda Trump.

I senatori repubblicani sono di fronte ad un momento decisivo per l'approvazione della risoluzione di bilancio necessaria per sbloccare l'agenda legislativa di Trump, ma restano divisi sulla possibilità di tagliare programmi molto popolari come Medicaid, secondo quanto riportato da The Hill.
Il leader della maggioranza repubblicana al Senato John Thune (R-S.D.) aveva comunicato l'intenzione di portare la proposta di risoluzione di bilancio in aula questa settimana, ma la tempistica sta già slittando.
"Vogliamo arrivarci il più rapidamente possibile," ha dichiarato Thune ai giornalisti, citando "le conversazioni con la Parlamentarian" come fattore determinante.
Ricordiamo che il Senato e la Camera devono approvare una risoluzione di bilancio congiunta con lo stesso testo per "sbloccare" il processo speciale di riconciliazione di bilancio, che permetterebbe di far passare l'agenda legislativa di Trump con una semplice maggioranza al Senato, evitando di raccogliere i 60 voti necessari per superare l'ostruzionismo democratico.
Ostacoli interni
Alcuni senatori repubblicani, tra cui Josh Hawley (R-Mo.), si oppongono a significativi tagli a Medicaid che potrebbero ridurre i benefici del programma per le fasce di popolazione più a rischio.
I senatori Bill Cassidy (R-La.) e Todd Young (R-Ind.) hanno invece sollevato dubbi sull'utilizzo di un modello speciale di punteggio di bilancio usato per sostenere che l'estensione dei tagli fiscali non aumenti il deficit federale.
Il senatore Rand Paul (R-Ky.) si è a sua volta dichiarato contrario all'aumento del limite del debito nella risoluzione di bilancio senza riduzioni sensibili nella spesa federale.
Il senatore John Cornyn (R-Texas) ha sottolineato:
"L'ultima volta che abbiamo fatto una risoluzione di bilancio come questa, era stata completata prima che il presidente prestasse giuramento, quindi siamo già in ritardo."
La decisione cruciale della Parlamentarian
Il più grande ostacolo è però rappresentato dalla Parlamentarian Elizabeth MacDonough, che dovrà pronunciarsi sulla possibilità di utilizzare una baseline di "politica corrente" per valutare l'effetto dell'estensione dei tagli fiscali del 2017.
In tale contesto, se tale estensione venisse considerata semplicemente come un'estensione della politica corrente, il rinnovo dei tagli fiscali non verrebbe considerato come un aumento del deficit, permettendo ai Repubblicani di renderli permanenti senza approvare tagli di spesa a copertura.
I repubblicani citano la legge sul controllo del bilancio del 1974 per sostenere questa posizione.
I democratici, invece, affermano da parte loro che ciò costituirebbe una violazione della "Byrd Rule" del Senato, la norma statutaria che proibisce alle leggi approvate dal Senato di aumentare il deficit negli anni successivi alla finestra di bilancio decennale.
I democratici sostengono anche che, secondo la legge sul controllo del deficit del 1985, la legge in essere dovrebbe servire come base per la proposta di bilancio, e quindi l'estensione dei tagli fiscali in scadenza alla fine dell'anno rappresenta una modifica delle leggi in essere che aumenta il deficit.
Un membro dello staff democratico del Senato ha dichiarato che il piano repubblicano "è in conflitto con le norme statutarie" e minerebbe "40 anni di rispetto della Byrd Rule."
In questo contesto, se la Parlamentarian dovesse pronunciarsi a favore dei democratici, i repubblicani dovrebbero quindi riconoscere che l'estensione dei tagli fiscali aggiungerebbe migliaia di miliardi di dollari al deficit.
Ciò significa dover coprire tale estensione con nuovi tagli alle spese o aumenti di altre fonti di entrate, o, in caso contrario, lasciar scadere almeno una parte dei tagli fiscali approvati da Trump durante il suo primo mandato nel 2017.
Interrogato sulle tempistiche della decisione, Thune si è limitato semplicemente a dire a The Hill:
"Non parlo molto delle discussioni con la Parlamentarian, ma vi posso dire che sono in corso."