Inflazione in calo negli Stati Uniti a marzo, ma i dazi imposti da Trump alimentano incertezze sul futuro

L’indice dei prezzi al consumo ha registrato una diminuzione mensile dello 0,1%, segnalando un rallentamento dell’inflazione. Tuttavia, le recenti misure tariffarie adottate dal presidente Trump potrebbero esercitare nuove pressioni al rialzo sui prezzi nei prossimi mesi.

Inflazione in calo negli Stati Uniti a marzo, ma i dazi imposti da Trump alimentano incertezze sul futuro

Nel mese di marzo, l’inflazione negli Stati Uniti ha registrato un rallentamento significativo, segnando un possibile punto di svolta nella battaglia contro l’inflazione negli Stati Uniti, pur in un contesto economico ancora incerto a causa della guerra commerciale in corso.

Secondo i dati ufficiali del governo, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è diminuito dello 0,1% rispetto al mese precedente: si tratta della contrazione mensile più marcata dall’estate del 2022. Su base annua, l’inflazione si è attestata al 2,4%, in calo rispetto al 2,8% di febbraio.

La dinamica dell’indice core

Anche l’indice core del CPI — che esclude alimentari ed energia, vale a dire le componenti più volatili — ha mostrato una crescita contenuta dello 0,1% su base mensile. Su base annua, la variazione è scesa dal 3,1% al 2,8%, confermando una tendenza al rallentamento dell’inflazione di fondo.

Il calo è stato trainato in larga parte dalla forte discesa dei prezzi dell’energia, che ha contribuito in modo decisivo ad allentare temporaneamente le pressioni inflazionistiche. Un dato in netta controtendenza rispetto alle preoccupazioni emerse nei mesi precedenti, quando si temeva una fase di stallo nella lotta contro l’aumento dei prezzi.

Il ruolo delle politiche protezionistiche

Questo rallentamento arriva in un momento cruciale, coincidente con l’inasprimento delle politiche commerciali protezionistiche da parte dell’Amministrazione Trump. Dall’inizio di questo mese è entrato, infatti, in vigore un dazio generalizzato del 10% su tutte le importazioni, mentre i dazi sulle merci provenienti dalla Cina sono state innalzati fino al 125%.

Secondo molti analisti, queste misure rischiano di esercitare pressioni al rialzo sui prezzi nel medio periodo, rendendo più complesso il percorso verso la stabilità inflazionistica. Questo scenario continua a generare incertezza sull’andamento futuro dei prezzi al consumo e dell’economia americana.

Le implicazioni per la Fed

I dati di marzo saranno probabilmente accolti con favore dalla Federal Reserve, che potrà permettersi di valutare con maggiore cautela le prossime mosse in materia di politica monetaria.

Tuttavia, l’ottimismo resta misurato. Diverse testimonianze raccolte dalla Fed descrivono una crescita economica irregolare, e sottolineano il rischio (appunto) che le nuove misure tariffarie possano innescare una nuova ondata inflazionistica nei prossimi mesi.

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