Il sogno americano è finito?
Un sondaggio Wall Street Journal-NORC rileva che solo un quarto degli americani crede di poter migliorare il proprio tenore di vita, mentre quasi il 70% pensa che l’idea che il duro lavoro porti avanti non sia più valida
Un sondaggio realizzato da Wall Street Journal e NORC all’Università di Chicago mostra un netto calo della fiducia degli americani nella possibilità di migliorare la propria condizione economica. Solo il 25% degli intervistati ritiene di avere buone probabilità di alzare il proprio standard di vita, la percentuale più bassa mai registrata in rilevazioni che risalgono al 1987. Più dei tre quarti afferma di non credere che le nuove generazioni vivranno meglio della precedente.
Quasi il 70% sostiene che il “sogno americano” – l’idea che lavorando duramente si possa progredire – non sia più valido o non lo sia mai stato. Si tratta del livello più alto in quasi quindici anni di indagini.
Il pessimismo attraversa tutte le fasce della popolazione: uomini e donne, giovani e anziani, persone con e senza laurea, famiglie con redditi superiori ai 100.000 dollari e quelle con redditi più bassi. Tuttavia, il sondaggio rileva differenze politiche: il 55% dei repubblicani esprime una visione negativa delle prospettive economiche, contro il 90% dei democratici.
Nonostante questo quadro, la percezione dell’economia attuale mostra un lieve miglioramento. Il 44% descrive la situazione come “eccellente” o “buona”, in crescita rispetto al 38% dell’anno precedente, anche se la maggioranza (56%) la giudica ancora “non buona” o “scarsa”.
Il divario tra percezione e indicatori ufficiali è uno dei punti più rilevanti. L’inflazione e la disoccupazione non risultano elevate rispetto agli standard storici, e il presidente Trump ha parlato di “economia più calda del mondo”. Tuttavia, solo il 17% degli intervistati considera l’economia statunitense superiore a quella degli altri Paesi, mentre quasi il 40% ritiene che siano le economie straniere a essere più forti, con un aumento di 15 punti percentuali dal 2021.
Fino alla pandemia gli indici economici e il sentiment si muovevano in parallelo. Da allora si è aperto un divario: la fiducia è crollata mentre i dati restavano solidi. Storicamente, un boom del mercato azionario ha contribuito a migliorare il sentiment; questa volta non è accaduto.
Le preoccupazioni riguardano soprattutto il futuro. Gli americani ritengono che la generazione precedente avesse più facilità nell’acquistare una casa, avviare un’attività o mantenere un solo reddito familiare. Allo stesso tempo, molti dubitano che le nuove generazioni possano permettersi un’abitazione o accumulare risparmi sufficienti per la pensione.
Il sondaggio mostra anche che l’inflazione resta un nodo persistente. Il 28% afferma che l’aumento dei prezzi sta creando “gravi difficoltà” finanziarie, una quota identica a quella registrata nel marzo 2023, quando l’inflazione era al 5%, più alta rispetto al 2,7% attuale. Un altro 32% riferisce “difficoltà minori”, percentuale anch’essa invariata rispetto a due anni fa.
Sul fronte abitativo, meno di un quarto degli intervistati si dice molto fiducioso di poter acquistare una casa, mentre il 56% dichiara di avere poca o nessuna fiducia in tal senso.
Gli analisti parlano di un “triplo colpo” subito negli ultimi anni: la crisi finanziaria del 2008-2009, la pandemia di Covid-19 e ora le nuove pressioni legate all’inflazione, al mercato del lavoro e ai dazi commerciali. Questo insieme di fattori contribuisce a spiegare il diffuso pessimismo, nonostante alcuni indicatori macroeconomici restino solidi.
Il sondaggio WSJ-NORC è stato condotto dal 10 al 23 luglio su un campione di 1.527 adulti, prevalentemente online con un margine di errore di 3,4 punti percentuali.