Il Senato conferma Scott Bessent come Segretario al Tesoro

Con un voto bipartisan di 68-29, il Senato ha confermato oggi Scott Bessent alla guida del Dipartimento del Tesoro, riempiendo così uno dei tasselli chiave del gabinetto economico del presidente Donald Trump.
La nomina arriva in un momento cruciale, mentre i repubblicani stanno cercando di accelerare i piani per implementare un’agenda fiscale ambiziosa che prevede una estensione dei tagli alle tasse approvati nel 2017, tra divisioni interne e i primi segnali di ripresa dell’inflazione.
Un manager privato alla prova della res publica
Bessent, miliardario hedge fund manager e investitore di lungo corso, incarna il profilo “tecnico” voluto da Trump per guidare la politica economica americana.
“Porta una esperienza diretta dei mercati e una grande sensibilità verso i lavoratori americani“, ha dichiarato il leader della maggioranza repubblicana John Thune, definendolo ”esempio del Sogno Americano”.
La sua conferma, la quinta dall’insediamento di Trump la scorsa settimana, segna anche un primato storico: Bessent è il primo membro apertamente gay di un gabinetto repubblicano.
La corsa contro il tempo per i tagli fiscali
La priorità assoluta di Bessent sarà ora coordinarsi con il Congresso il rinnovo del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, i cui provvedimenti principali scadranno a fine anno.
L’estensione della riforma fiscale del 2017, sostenuta apertamente dal neo-Segretario, dovrebbe essere inserita in un pacchetto legislativo da approvare tramite budget reconciliation — una procedura che evita l’ostruzionismo democratico al Senato ma richiede la pressoché unanimità tra i repubblicani.
Non sarà però per nulla semplice. Il partito è infatti diviso su temi come il tetto alle detrazioni fiscali locali (SALT deduction cap) e su quali parti dell’Inflation Reduction Act del 2022 mantenere o cancellare.
A complicare il quadro, l’enorme debito pubblico (36 mila miliardi di dollari), destinato a crescere di altri 4.6 mila miliardi nell’ipotesi di estendere i tagli alle tasse approvati nel 2017.
Le nuove proposte e il nodo inflazione
Oltre al rinnovo dei tagli, Bessent dovrà cercare di trasformare in realtà anche le altre proposte di Trump in campagna elettorale: abolire le tasse su mance e straordinari, eliminare la doppia tassazione per i cittadini all'estero ed introdurre detrazioni per chi assiste familiari.
Misure che, secondo Bessent, “aiuterebbero soprattutto i redditi più bassi”.
Il contesto economico in cui dovrà muoversi è però ambivalente: il PIL è infatti cresciuto del 3% nell’ultimo semestre 2023 ed i profitti aziendali sfiorano i record, ma l’inflazione, salita al 2.9% a dicembre, ha spinto la Federal Reserve a frenare sui tagli dei tassi.
Un rebus per Bessent, chiamato a bilanciare stimoli e stabilità. La sua sfida ora sarà cercare di tradurre l’aggressività fiscale di Trump in legge, senza alimentare ulteriori squilibri. E dimostrare che anche un manager di Wall Street può essere il custode di Main Street.