Il Senato conferma Pete Hegseth come nuovo Segretario della Difesa grazie al voto decisivo di Vance

Pete Hegseth è stato confermato come nuovo Segretario della Difesa dopo un voto al cardiopalma, risolto solo dall’intervento del Vicepresidente J.D. Vance.
La sua nomina, sin dall’inizio tra le più controverse della seconda Amministrazione Trump, ha incontrato una dura opposizione persino da parte di alcuni Repubblicani.
Alla fine, ben tre senatori repubblicani hanno votato contro l’ex presentatore televisivo, costringendo appunto il Vicepresidente JD Vance a ricorrere al proprio potere di Presidente del Senato per sciogliere la parità.
Nonostante l’incertezza iniziale, nelle ultime settimane Hegseth e i suoi alleati si mostravano ottimisti, convinti che la sua testimonianza di fronte alla Commissione Forze Armate non fosse stata “rovinosa” come temuto e che le accuse a suo carico stessero lentamente perdendo rilevanza.
La senatrice Susan Collins (R-Maine), tra le poche voci repubblicane contrarie, aveva addirittura dichiarato a Punchbowl News di non voler persuadere altri colleghi a votare contro Hegseth, ritenendo ormai tutte le altre posizioni consolidate a suo favore.
A poche ore dal voto, però, la situazione si è improvvisamente ribaltata. Dall’ufficio della senatrice democratica Elizabeth Warren (D-Mass.) è trapelato infatti che nel 2017 Hegseth avrebbe versato 50.000 dollari a una donna che lo accusava di abusi sessuali.
Questa nuova rivelazione ha subito messo in discussione la conferma del candidato: il senatore Thom Tillis (R-NC) ha fatto trapelare l’intenzione di cambiare il proprio voto, e la Casa Bianca, allarmata, ha inviato J.D. Vance sul Campidoglio per fronteggiare l’emergenza.
Hegseth aveva già perso l’appoggio di due senatrici moderate, Susan Collins (R-Maine) e Lisa Murkowski (R-Ak.), entrambe convinte della sua inadeguatezza a guidare il Pentagono, sia per la sua storia di scandali sia per la passata contrarietà al coinvolgimento di donne nelle operazioni militari.
Con tutti i Democratici schierati sul “no” e le due repubblicane già all’opposizione, il voto sembrava così in bilico, ma la Casa Bianca poteva ancora sperare sul resto del caucus repubblicano al Senato.
Sembrava tutto sotto tornato sotto controllo quando Tillis, a metà votazione, ha alla fine deciso di votare a favore, ma restava l’inquietudine in aula a causa dell’assenza di Mitch McConnell (R-Ky.) nei primi round di votazioni.
Poco prima della chiusura del voto, l’ex leader repubblicano si è alla fine presentato per bocciare Hegseth, portando così la conta ad un clamoroso 50-50.
È stato quindi necessario l’intervento del Vicepresidente Vance, che ha espresso la sua preferenza decisiva a favore di Hegseth, rendendolo il secondo membro di un gabinetto presidenziale nella storia degli Stati Uniti a essere confermato con il voto di spareggio del Vicepresidente (il primo fu Betsy DeVos nel 2017 durante la prima Amministrazione Trump).
Subito dopo, McConnell ha rilasciato una lunga lettera in cui ha elencato tutte le carenze del nuovo Segretario della Difesa, ribadendo di non aver ricevuto sufficienti garanzie per gli interessi americani nel mondo.
Questo risultato in Senato dimostra due cose: da un lato, Mitch McConnell sembra intenzionato a svolgere un ruolo di “freno” sulla politica estera dell’Amministrazione Trump; dall’altro, le prossime nomine – tra cui quelle di RFK Jr., Kash Patel e soprattutto Tulsi Gabbard (designata come nuova Direttrice dell’Intelligence Nazionale) – appaiono ora più in pericolo che mai.
La conferma di Gabbard arriverà in Aula la settimana prossima e, a giudicare dal clima teso di oggi, si prospetta un’altra battaglia senza esclusione di colpi.