Il Senato conferma John Ratcliffe come nuovo direttore della CIA

La conferma di John Ratcliffe alla guida della Central Intelligence Agency (CIA) rappresenta un passaggio cruciale per la squadra di sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, che in questi giorni continua a prendere forma al Senato.
Con un’ampia maggioranza bipartisan di 74 voti a favore e 25 contrari, Ratcliffe è diventato il secondo esponente chiave a ottenere l’approvazione, dopo l’unanime conferma di Marco Rubio come Segretario di Stato.
Si tratta di un segnale di fiducia espresso anche da diversi senatori democratici, nonostante le riserve iniziali legate al suo operato come Direttore della National Intelligence (DNI).
Il percorso di Ratcliffe si è infatti scontrato con un tentativo di blocco dell’ultimo minuto, motivato dalla volontà di alcuni senatori democratici di rallentare la contestuale nomina di Pete Hegseth al Pentagono.
È stato in particolare il senatore Chris Murphy (D-Conn.) a chiedere una discussione più ampia, sostenendo che l’aula dovesse riflettere adeguatamente su alcuni “seri dubbi” circa l’indipendenza di Ratcliffe dagli interessi politici del presidente.
Nonostante questo ritardo, l’ex DNI ha saputo rassicurare gran parte dei senatori sottolineando che, una volta alla CIA, non avrebbe licenziato personale per ragioni politiche né permesso che l’agenzia si piegasse a pressioni esterne.
Durante le audizioni, Ratcliffe si è mostrato deciso nel voler intensificare la raccolta di informazioni, in particolare sulla Cina, indicata come la minaccia più rilevante per gli Stati Uniti dalla Seconda Guerra Mondiale in poi.
La sua posizione intransigente sulla necessità di sorveglianza aggressiva nei confronti di Pechino, già emersa in passato, ha raccolto consensi bipartisan.
Ratcliffe ha ricordato come l’equilibrio geopolitico futuro sia legato al successo nelle tecnologie emergenti, ribadendo la volontà di investire risorse considerevoli per far sì che gli Stati Uniti mantengano un vantaggio strategico.
Ottenuta la conferma, Ratcliffe dovrà ora affrontare questioni spinose che premono sulla CIA, inclusa l’indagine sugli “anomalous health incidents” (AHI), meglio noti come “sindrome dell’Avana”, che hanno coinvolto numerosi agenti e diplomatici americani in varie parti del mondo.
Pur non esistendo ancora evidenze definitive su una responsabilità di potenze straniere, l’agenzia è stata criticata per la gestione interna di questi casi, spesso tacciata di aver ostacolato o ritardato l’accesso a cure e compensazioni adeguate.
Ratcliffe, pur riconoscendo i limiti delle informazioni disponibili, ha manifestato la volontà di “approfondire” ogni elemento utile per chiarire la causa di tali fenomeni e migliorare l’assistenza al personale colpito.
La conferma di Ratcliffe rappresenta anche un ulteriore passo verso il completamento del team di sicurezza nazionale di Trump.
Il leader della maggioranza al Senato, John Thune (R-S.D.), ha già annunciato che nelle prossime settimane l’attenzione si sposterà sulle nomine di Kristi Noem, governatrice del South Dakota, per il Dipartimento della Sicurezza Interna, e di Pete Hegseth alla guida del Pentagono.
Mentre per Noem si prevede un iter più agevole, Hegseth dovrà con ogni probabilità superare nuove resistenze dei democratici, contrari in blocco alla sua nomina.