Il Senato conferma Burgum alla guida degli Interni e scommette sull’agenda energetica di Trump
Con un voto trasversale, l’ex governatore del North Dakota è stato confermato Segretario agli Interni con una agenda che promette più estrazione di petrolio, gas e carbone sulle terre federali.

La nomina di Doug Burgum a Segretario degli Interni, approvata dal Senato con un ampio margine di 79 voti contro 18, imprime una decisa virata alle politiche energetiche degli Stati Uniti.
Il nuovo responsabile del Dipartimento dell’Interno, ex governatore del North Dakota e imprenditore di successo nel settore informatico, entra in carica in un momento cruciale: dopo che il presidente Donald Trump, insediatosi il 20 gennaio 2025, ha annunciato l’intenzione di rilanciare la produzione di petrolio, gas e carbone sulle terre federali e di ridurre sensibilmente il sostegno alle fonti energetiche rinnovabili.
La nomina di Burgum è stata accolta con favore dalla maggioranza repubblicana, che ne sottolinea l’approccio “data-driven” e la lunga esperienza amministrativa, ereditata dalla gestione di uno Stato come il North Dakota, storicamente legato all’industria petrolifera.
Nella sua audizione al Congresso, Burgum ha ribadito la necessità di semplificare i permessi per l’estrazione di fonti fossili e di dare priorità alle cosiddette fonti “baseload” – carbone, nucleare e idrocarburi – in un periodo che egli stesso ha definito “di carenza di capacità elettrica stabile”.
La sua linea di condotta sembra destinata a incidere profondamente sui progetti avviati dalla precedente Amministrazione, in particolare sull’espansione dell’eolico offshore.
Con Burgum in carica, si prospetta un rallentamento significativo dell’eolico su larga scala, nonostante i timori di parte dell’opposizione democratica e le proteste di alcuni gruppi ambientalisti che vedono nelle energie rinnovabili l’unica soluzione a lungo termine per la crisi climatica.
Sul piano politico, la conferma di Burgum ha beneficiato di un insolito appoggio bipartitico, benché alcuni senatori democratici abbiano espresso dubbi sulla volontà del nuovo Segretario di mantenere in equilibrio lo sviluppo economico con la protezione delle aree federali.
A convincere parte dell’opposizione democratica è stata la sua reputazione da pragmatico, maturata in due mandati da governatore, durante i quali ha anche sostenuto l’obiettivo (almeno formale) di riduzione delle emissioni in North Dakota.
Oltre alla responsabilità del Dipartimento dell’Interno, Burgum avrà ora un ruolo di primo piano anche nella definizione complessiva della politica energetica a livello di sicurezza nazionale.
Da un lato, Trump lo ha già inserito nel Consiglio di Sicurezza Nazionale, riconoscendo la stretta connessione tra energia e difesa; dall’altro, è allo studio la creazione di un nuovo Consiglio Nazionale per l’Energia, un organismo che, nelle intenzioni del Presidente, dovrebbe coordinare in modo più incisivo le strategie di produzione e di approvvigionamento tra le diverse agenzie governative.