Il Senato avanza la budget resolution per rendere permanenti i tagli fiscali di Trump
I repubblicani hanno adottato una controversa strategia contabile che considera a costo zero l’estensione dei tagli fiscali approvati nel 2017 in scadenza alla fine di questo anno, aggirando così le limitazioni insite nella procedura di budget resolution ed esponendosi a rischi in futuro.

Il Senato americano ha approvato ieri, con 52 voti favorevoli e 48 contrari, il primo via libera alla “risoluzione di bilancio” (“budget resolution” in inglese) che apre la strada al voto finale previsto per il fine settimana.
Questa misura rappresenta un passaggio cruciale per l’attuazione dell’agenda fiscale del presidente Trump, in particolare per rendere permanenti i tagli fiscali del 2017.
Secondo le complesse regole del Congresso americano, una risoluzione sul bilancio è uno strumento legislativo che consente al Congresso di approvare successivamente leggi fiscali e di spesa tramite la procedura di “riconciliazione di bilancio”.
Questo meccanismo è fondamentale per Trump, in quanto permette di superare l’ostruzionismo — filibuster, ovvero la pratica con cui l’opposizione può bloccare una legge prolungando indefinitamente il dibattito sulla legge impedendone il voto in aula — al Senato, richiedendo solo una maggioranza semplice di 51 voti anziché i consueti 60 voti.
Dettagli della risoluzione di bilancio
La risoluzione di bilancio presentata dai repubblicani ed in discussione al Senato, prevede quanto segue:
- Aumento del tetto del debito federale fino a 5.000 miliardi di dollari;
- Rendere permanenti i tagli fiscali del 2017 e stanziare altri 1.500 miliardi di dollari per altre priorità fiscali del presidente Trump, come “il taglio alle tasse sulle mance”;
- Stanzia 175 miliardi di dollari per la sicurezza alle frontiere e la lotta all'immigrazione ed altri 150 miliardi di dollari per la difesa.
Il testo della risoluzione incarica le Commissioni di trovare un minimo di 4 miliardi di dollari di risparmi, anche se i tagli di spesa effettivi saranno probabilmente decisamente più grandi.
E c'è già una crescente preoccupazione da parte dei democratici e di alcuni repubblicani per i probabili tagli a Medicaid, il programma pubblico di assistenza sanitaria per i più poveri, considerati da molti come necessari per la copertura di un piano così ambizioso di tagli alle tasse.
Il ruolo chiave della Parlamentarian del Senato
Ogni provvedimento che utilizza la riconciliazione deve però prima superare il vaglio di Elizabeth MacDonough, Parlamentarian del Senato, figura neutrale che verifica la conformità delle proposte alle regole interne.
Il suo ruolo è particolarmente importante nel far rispettare la cosiddetta “Byrd Rule” del Senato, che impone che le misure approvate attraverso la riconciliazione incidano direttamente sul bilancio e non aumentino il deficit oltre un arco temporale di dieci anni.
Questa limitazione rappresenta una sfida significativa per i repubblicani, poiché rendere permanenti i tagli fiscali voluti da Trump aumenterebbe inevitabilmente il deficit oltre il periodo consentito.
Una controversa strategia contabile
Per ovviare a questo problema, al centro della risoluzione di bilancio in fase di approvazione al Senato c’è una controversa metodologia contabile chiamata “current policy baseline”.
Questa tecnica consente ai repubblicani di presentare come fiscalmente neutra l’estensione permanente dei tagli fiscali, assumendo implicitamente che tali tagli resterebbero comunque in vigore, nonostante la legge attuale preveda la loro scadenza a fine anno.
Tuttavia, i repubblicani hanno deciso di non richiedere un parere formale alla Parlamentarian sull’utilizzo di questa metodologia prima di porre al voto la risoluzione di bilancio.
Secondo il leader della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune, la risoluzione che utilizza questo metodo sarebbe già stata considerata “valida” dalla Parlamentarian.
I senatori democratici, però, contestano duramente tale afferazione, sostenendo invece che Elizabeth MacDonough non abbia espresso un giudizio specifico al riguardo.
La senatrice Patty Murray (D-Washington) ha commentato duramente la manovra:
“Non è una novità che i repubblicani facciano esplodere il debito nazionale per garantire enormi tagli fiscali ai miliardari, ma il tentativo di aggirare le regole con questo stratagemma contabile è davvero senza precedenti.”
Divergenze tra Camera e Senato
Le differenze tra Senato e Camera potrebbero complicare ulteriormente l’approvazione finale della risoluzione.
Ad esempio, le istruzioni precedentemente approvate dalla Camera prevedono un aumento del tetto del debito di 4 mila miliardi di dollari, mentre quelle del Senato ne prevedono 5 mila miliardi.
Anche sui tagli alla spesa ci sono divergenze significative: il Senato propone tagli per soli 4 miliardi di dollari, contro i 1.500 miliardi richiesti dalla Camera.
Tale differenza è dovuta proprio alla “Byrd Rule” che governa il Senato e con cui la Camera non deve fare i conti.
Sebbene i repubblicani del Senato insistano che i 4 miliardi di dollari siano solo una base minima, la cifra ha già provocato il malcontento dei falchi fiscali della Camera.
Una scommessa ad alto rischio
La strategia adottata dai repubblicani rappresenta una scommessa rischiosa, che potrebbe portare in futuro o a un successo legislativo o a un imbarazzante fallimento politico.
Infatti, scegliendo di procedere senza un parere preliminare esplicito da parte della Parlamentarian, i repubblicani rischiano che l’intero piano possa essere bloccato o respinto in una fase successiva, quando la Parlamentarian dovrà decidere sulla validità delle singole norme da votare al Senato.
Se in seguito la Parlamentarian decidesse che queste manovre non sono ammissibili, l’intero processo dovrebbe ricominciare da capo, oppure i repubblicani sarebbero costretti a lasciare scadere alcuni tagli alle tasse.
Una possibile via d’uscita sarebbe ignorare il parere della Parlamentarian, cosa che richiederebbe solo una maggioranza semplice dei voti al Senato.
Tuttavia, Thune ha già dichiarato di non voler ignorare il parere di MacDonough, poiché tale mossa sarebbe vista come un primo passo verso l’abolizione definitiva del filibuster.
Un’altra alternativa, ovvero sostituire MacDonough con una figura più accomodante (come accadde nel 2001), appare improbabile visto il forte sostegno bipartisan di cui gode l’attuale Parlamentarian.
Prossimi passaggi e rischi futuri
A seguito del voto di ieri, si apre una fase di dibattito della durata massima di 50 ore, seguita da un “vote-a-rama”, una maratona di votazioni rapide su numerosi emendamenti, prima del voto finale al Senato.
Supponendo che tutto proceda senza intoppi per i repubblicani, la Camera dovrebbe discutere il testo approvato dal Senato nella prossima settimana.
Entrambe le camere dovranno poi concordare su un testo identico della risoluzione, prima di procedere alla stesura della legge finale che renderà permanenti i tagli alle tasse.
Questa strategia potrebbe però ritorcersi contro il Partito Repubblicano nel lungo periodo.
Se l’approvazione finale dovesse portare a un significativo aumento del già alto deficit federale, i repubblicani potrebbero subire severe critiche politiche per irresponsabilità fiscale.
Inoltre, cercare di aggirare le norme procedurali potrebbe creare un pericoloso precedente legislativo, che indebolirebbe la credibilità del partito qualora i democratici adottassero strategie simili in futuro, una volta tornati maggioranza al Senato.