Il secondo round di colloqui nucleari tra Stati Uniti e Iran è previsto per sabato a Roma

L'incontro di sabato segue i primi negoziati tenuti in Oman, mentre l'Amministrazione Trump punta a un formato di dialogo diretto tra i due Paesi per cercare un nuovo elusivo accordo sul nucleare iraniano.

Il secondo round di colloqui nucleari tra Stati Uniti e Iran è previsto per sabato a Roma
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Un secondo round di colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran è previsto per sabato a Roma. L'Amministrazione Trump si è detta soddisfatta del primo ciclo di negoziati svoltosi in Oman, che ha raggiunto l'obiettivo di passare da un formato indiretto, gestito tramite intermediari, a un primo anche se breve confronto diretto tra funzionari.

I due principali negoziatori, l'inviato statunitense Steve Witkoff e il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, avrebbero infatti avuto un colloquio di circa 45 minuti sabato scorso - più lungo di quanto rivelato pubblicamente. Una fonte ha descritto questa conversazione, il dialogo di più alto livello tra funzionari americani e iraniani negli ultimi otto anni, come "sostanziale, seria ed eccellente".

Nonostante i toni positivi, i colloqui sono iniziati in un clima di reciproca diffidenza. La parte iraniana ha sollevato la questione del ritiro degli Stati Uniti dal precedente accordo sul nucleare deciso da Trump, esprimendo preoccupazione che Washington possa nuovamente abbandonare eventuali intese. Dal canto loro, i rappresentanti americani hanno manifestato dubbi sulle reali intenzioni di Teheran riguardo al programma nucleare.

Per il prossimo incontro, gli Stati Uniti propongono un cambio di sede a Roma e insistono per mantenere il formato di dialogo diretto. Sebbene i mediatori omaniti saranno presenti, questa volta i negoziati potrebbero svolgersi con funzionari iraniani e statunitensi seduti nella stessa stanza, nonostante Teheran abbia ridimensionato l'idea di colloqui in formato diretto.

Un punto di attrito emerso dai primi colloqui riguarda le priorità delle due parti. Gli Stati Uniti chiedono che l'Iran adotti misure concrete nel prossimo futuro per allontanare il proprio programma nucleare da possibili applicazioni militari. Una delle fonti ha indicato che un possibile passo potrebbe essere la diluizione delle scorte iraniane di uranio arricchito al 60%, vicino al grado militare, che potrebbero essere sufficienti per sei bombe nucleari.

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano ha invece dichiarato domenica che l'obiettivo di Teheran rimane la rimozione delle sanzioni.

Dopo i colloqui in Oman, Witkoff ha incontrato Trump domenica per informarlo sull'andamento dei negoziati. L'inviato americano ha anche aggiornato il Ministro israeliano per gli Affari Strategici Ron Dermer, secondo quanto riferito da un funzionario israeliano. Israele mantiene un forte scetticismo sulla possibilità che i colloqui portino a un accordo e sta facendo pressioni sulla Casa Bianca per concordare un'opzione militare in caso di fallimento dei negoziati.

Witkoff ha inoltre parlato con diversi funzionari dei Paesi del Golfo, che hanno espresso sostegno ai colloqui con l'Iran. Parallelamente, Araghchi ha informato i suoi omologhi di Qatar, Kuwait ed Egitto sui progressi dei negoziati.

In vista del secondo round di colloqui, il direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, è atteso questa settimana a Teheran. Durante la visita, Grossi dovrebbe discutere delle attività di monitoraggio e verifica dell'AIEA negli impianti nucleari iraniani.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.