Il ritratto di Stephen Miller, l'uomo più potente della Casa Bianca dopo Trump

Il 39enne vice capo di gabinetto ha scritto ogni ordine esecutivo del presidente ed è pronto a sfidare i limiti legali per realizzare l'agenda anti-immigrazione fino alla fine.

Il ritratto di Stephen Miller, l'uomo più potente della Casa Bianca dopo Trump

Stephen Miller voleva che gli aerei rimanessero in volo - e così è stato. Quando un giudice federale a marzo ha ordinato all'Amministrazione Trump di far tornare indietro i voli di migranti espulsi diretti in El Salvador, Miller ha spinto affinché gli aerei con a bordo i migranti espulsi continuassero a volare, sfidando l'ordine del tribunale. Il giudice avrebbe poi affermato che permettere ai funzionari di ignorare le sentenze avrebbe reso la Costituzione "una solenne beffa".

Il 39enne consigliere, al fianco di Trump dal 2016, è così emerso sempre di più come la figura più potente della seconda Amministrazione Trump dopo il presidente stesso, con un'influenza senza precedenti nella storia recente della Casa Bianca e la determinazione ad aggirare i limiti legali per realizzare la sua agenda politica anti-immigrazione.

Potere e controversie

Miller dispone di uno staff di 30 persone e di una scorta del Secret Service. È il principale responsabile degli attacchi della Casa Bianca contro università, studi legali e musei. Ha scritto o rivisto ogni ordine esecutivo firmato da Trump. Il suo portafoglio di attività copre quasi ogni questione d'interesse presidenziale: ha parlato con i CEO americani sui dazi, partecipato a incontri sull'antitrust con Mark Zuckerberg, coordinato la risposta federale alle proteste di Los Angeles inviando Marines e Guardia Nazionale.

Non essendo un avvocato, Miller ha proposto mosse legali che hanno allarmato i colleghi. È stato il primo a suggerire l'uso dell'Alien Enemies Act, una legge da tempo di guerra per espellere i migranti irregolari presenti negli Stati Uniti ed ha persino ventilato la sospensione dell'habeas corpus, provocando l'opposizione di altri funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Giustizia.

I risultati parlano chiaro: nei primi 100 giorni del secondo mandato Trump, i tribunali hanno emesso ingiunzioni nazionali in 25 casi per bloccare atti del governo federale, rispetto a 6 nell'intero primo mandato e 4 durante l'Amministrazione Biden. La postura aggressiva della Casa Bianca, guidata da Miller, ha anche iniziato a provocare un contraccolpo elettorale, con i sondaggi che mostrano come il tasso di approvazione di Trump su immigrazione ed espulsioni sia lentamente diventato negativa.

"Penso che l'amministrazione abbia sbagliato i calcoli e oltrepassato il limite", afferma Skye Perryman di Democracy Forward, organizzazione che ha ripetutamente citato in giudizio Trump, in una intervista rilasciata al Wall Street Journal. In tutta risposta, Miller ha denunciato la "tirannia giudiziaria", mentre i suoi alleati sostengono che gli attraversamenti illegali sono scesi quasi a zero.

Gli anni della preparazione

Miller è così potente per un motivo principale: è uno dei pochi che è rimasto fedele a Trump anche subito dopo la fallita insurrezione al Campidoglio del 6 gennaio 2021, aiutandolo a redigere il discorso presidenziale quella mattina. Lavorò fino all'ultimo minuto del primo mandato, promettendo all'ufficiale che ritirava il suo badge: "Tornerò qui tra quattro anni".

Tre mesi dopo lanciò America First Legal, una no-profit volta a contrastare l'"assalto legale unilaterale" della sinistra. L'organizzazione di Miller ha intentato decine di cause giudiziarie, molte contro obiettivi ora nel mirino dell'Amministrazione Trump. Nel 2022 chiese di bloccare i fondi federali alle Università accusate di antisemitismo; tre anni dopo, l'Amministrazione Trump ha fatto proprio questo con Harvard, Columbia e Northwestern. America First Legal ha raccolto oltre 60 milioni di dollari e versato a Miller più di 500.000 dollari l'anno scorso.

Durante gli anni all'opposizione, Miller ha mantenuto un ruolo attivo nel Partito Repubblicano, facendo lunghe telefonate ai collaboratori del Congresso per sensibilizzarli sulla lotta all'immigrazione illegale, preparando i deputati ed i senatori per le audizioni e lavorando per affossare il disegno di legge bipartisan sul controllo del confine del 2024.

Il ritorno al potere

Questa volta Miller è tornato alla Casa Bianca preparato, portando centinaia di ordini esecutivi proposti ed il proprio staff. Ha piazzato i suoi alleati in posizioni chiave: Russell Vought è capo del bilancio, Reed Rubinstein è stato nominato consulente legale del Dipartimento di Stato. Ha spostato il suo ufficio a pochi passi dall'Ufficio Ovale e ora dice agli altri come comportarsi con Trump.

Durante il primo mandato, Miller spingeva per politiche che altri rifiutavano, come aggiungere decine di Paesi alla lista dei divieti di viaggio. Allora la gente rideva; questa volta Trump ha annunciato un divieto che copre oltre una dozzina di Paesi. Trump ha occasionalmente espresso preoccupazione per l'aggressività delle politiche di espulsione, ma ha rifiutato sempre di prendere le distanze da Miller: "Abbiamo una grande intesa", ha dichiarato il presidente.

"Stephen Miller è uno degli assistenti più fidati e di più lunga data del presidente Trump per una ragione: ottiene risultati", afferma Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca.

All'inizio del mese, durante un evento per donatori repubblicani, Miller ha descritto Los Angeles come Cancún: "Va bene visitarla, ma non è una città buona da vivere per i suoi residenti". Quando l'evento si è concluso, Leavitt ha detto che Miller doveva tornare al suo lavoro per accelerare le espulsioni dei migranti. Miller ha sorriso ed è tornato alla Casa Bianca.

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