Il ritorno in onda di Jimmy Kimmel dopo la sospensione

Il conduttore torna in onda dopo una settimana di sospensione tra polemiche politiche e boicottaggi delle stazioni locali.

Il ritorno in onda di Jimmy Kimmel dopo la sospensione
White House

Jimmy Kimmel è tornato in onda questa notte su ABC dopo una settimana di sospensione forzata, in un episodio che ha segnato uno dei momenti più attesi della televisione notturna americana degli ultimi anni. Il conduttore, visibilmente commosso durante il suo monologo di apertura, ha affrontato la controversia che aveva temporaneamente fermato il suo show, dichiarando:

“Questo show non è importante. Ciò che è importante è che possiamo vivere in un Paese che ci permette di avere un programma come questo”.

La sospensione del programma “Jimmy Kimmel Live!” era scattata la scorsa settimana dopo le polemiche per i commenti del conduttore sull’assassino dell’attivista di destra Charlie Kirk. Durante il monologo del 15 settembre, Kimmel aveva affermato che “la banda MAGA” stava “disperatamente cercando di caratterizzare questo ragazzo che ha ucciso Charlie Kirk come qualcosa di diverso da uno di loro, e facendo di tutto per ottenere punti politici dalla vicenda”.

La reazione delle autorità e del presidente

Le critiche ai commenti di Kimmel erano arrivate rapidamente, con il presidente della Federal Communications Commission, Brendan Carr, che aveva suggerito che la sua agenzia avrebbe potuto intraprendere azioni contro il network. “Possiamo farlo nel modo facile o nel modo difficile”, aveva dichiarato Carr, definendo i commenti di Kimmel parte di “uno sforzo concertato per mentire al popolo americano”.

Il presidente Trump è intervenuto sulla questione circa un’ora prima della messa in onda di martedì, scrivendo sui social media:

“Non posso credere che ABC Fake News abbia ridato il lavoro a Jimmy Kimmel”.

Trump ha anche suggerito di poter fare causa ad ABC per il reintegro di Kimmel – “Penso che metteremo alla prova ABC su questo” – citando un pagamento di 16 milioni di dollari che il network aveva effettuato l’anno precedente per risolvere una precedente causa per diffamazione che aveva intentato contro ABC News.

Lo stesso Kimmel ha affrontato direttamente la controversia, dichiarando con la voce rotta dall’emozione che “non era mai stata mia intenzione” sminuire l’omicidio di un giovane uomo.

Poi ha risposto alla sua controversia con una serie di battute molto apprezzate dal pubblico come ”adesso dovrà finalmente pubblicare i file di Epstein per distrarre da tutto questo” e “non so chi abbia passato le ultime 48 ore più strane, se io o l’amministratore delegato di Tylenol”.

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Il boicottaggio delle stazioni locali

Non tutti nel Paese hanno comunque potuto guardare “Jimmy Kimmel Live!” stanotte. Due grandi gruppi di stazioni televisive, Nexstar e Sinclair, hanno cancellato l’episodio dalle affiliate ABC di loro proprietà e hanno dichiarato che continueranno a farlo in futuro. Questi due gruppi rappresentano complessivamente poco più del 20 percento della copertura nazionale di ABC.

Disney possiede e gestisce le affiliate locali in alcuni dei mercati più grandi del Paesi, incluse le aree metropolitane di New York, Los Angeles e Chicago, che hanno tutte trasmesso l’episodio di questa notte. Altri proprietari di televisioni locali affiliate ad ABC. tra cui Hearst e Gray Media, hanno anch’essi trasmesso “Jimmy Kimmel Live!” normalmente.

Il dibattito sulla libertà di parola

La sospensione dello show aveva rapidamente trasformato la vicenda in un punto di discussione cruciale sulla libertà di parola in America. Commentatori liberal ed anche alcuni conservatori hanno sostenuto che la pressione esercitata da Carr su ABC rappresentasse una preoccupante soppressione del Primo Emendamento. Carr ha cercato di minimizzare il suo ruolo questa settimana, affermando che Disney aveva preso “una decisione aziendale” e che le accuse di soppressione della libertà di parola facevano parte di “una campagna di proiezione e distorsione”.

Fuori dallo studio di Kimmel su Hollywood Boulevard, martedì, prima dell’inizio della registrazione, circa una dozzina di sostenitori si erano radunati con cartelli di supporto. “Oggi ha vinto la libertà di parola”, ha dichiarato Gregg Donovan, 65 anni, di Santa Monica, California, che teneva un cartello con scritto “Bentornato Jimmy”. “Sono felice per Jimmy e volevo dargli il bentornato. Hollywood sentiva la sua mancanza”.

I retroscena della decisione

Secondo quanto emerso, Kimmel aveva originariamente pianificato di affrontare la questione nel suo monologo di apertura del 17 settembre, ma la leadership di Disney aveva deciso invece di sospendere il suo show “a tempo indeterminato”. Robert A. Iger, amministratore delegato di Disney, e Dana Walden, responsabile della televisione dell’azienda, erano preoccupati che se le sue osservazioni pianificate fossero andate in onda quella sera, avrebbe rischiato di infiammare ulteriormente la situazione.

Lo show di Kimmel attira normalmente un pubblico notturno di 1,6 milioni di spettatori, secondo Nielsen. I dirigenti televisivi si aspettavano che l’audience di questa notte – anche senza alcune dozzine di stazioni locali – sarebbe stata significativamente più alta.

La vicenda Kimmel rappresenta un caso emblematico delle tensioni politiche e mediatiche nell’America contemporanea, dove il confine tra libertà di espressione e responsabilità dei media continua a essere oggetto di acceso dibattito.​​​​​​​​​​​​​​​​

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