Il piano su Gaza di Trump genera perplessità anche tra i senatori repubblicani

Il briefing di Witkoff al Senato ha sollevato più domande che risposte tra i senatori repubblicani sulla proposta di trasformazione del territorio palestinese in una "Riviera" sotto controllo statunitense.

Il piano su Gaza di Trump genera perplessità anche tra i senatori repubblicani
Foto di Ahmed Abu Hameeda / Unsplash

Il piano dell'amministrazione Trump per trasformare la Striscia di Gaza in una "Riviera" sotto controllo statunitense sta sollevando forti dubbi anche all'interno del Partito Repubblicano.

Numerosi esponenti repubblicani esprimono, infatti, serie perplessità sulla concretezza e fattibilità dell'ambizioso progetto.

Durante un briefing a porte chiuse, l'inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha incontrato diversi senatori repubblicani, ma l'incontro non è riuscito a dissipare le incertezze, ed anzi ha evidenziato ulteriori criticità.

Il piano di Trump

Annunciato lunedì nella conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano Benjamin Netayahu il progetto prevede che, al termine delle ostilità, gli Stati Uniti "prendano il controllo" della Striscia di Gaza per reinsediare altrove la popolazione palestinese, trasformando l'area in quella che il presidente ha definito "la Riviera del Medio Oriente".

Il giorno seguente, Trump ha ribadito su Truth Social che "la Striscia di Gaza verrebbe ceduta agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti".

Secondo il presidente, il progetto prevede la collaborazione con grandi team di sviluppo internazionali per avviare gradualmente la costruzione di uno dei più imponenti e spettacolari interventi al mondo, sottolineando che non sarebbe neppure necessario l'impiego di soldati americani per controllare il territorio.

Le perplessità dei senatori repubblicani

Il briefing di Witkoff ha però messo in luce diverse incongruenze di questa proposta.

Il senatore Chuck Grassley (R-Iowa) ha dichiarato che "servirebbero molte più informazioni di quelle ricevute", osservando che il progetto "non è ancora stato elaborato a fondo all'interno dell'esecutivo".

In particolare, è emersa confusione riguardo al coinvolgimento del personale militare: inizialmente, Witkoff aveva assicurato l'assenza di truppe o risorse finanziarie americane, per poi parlare della necessità di "personale americano" per proteggere gli investimenti statunitensi.

Questa apparente contraddizione ha suscitato critiche, tanto che una fonte repubblicana ha definito la presentazione "per nulla ben accolta".

Il presidente della Commissione Forze Armate del Senato, Roger Wicker (R-Miss.), pur difendendo l'idea di un reinsediamento temporaneo dei palestinesi durante la ricostruzione di Gaza, ha precisato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu gli aveva comunicato di non aspettarsi alcun coinvolgimento militare o finanziario americano nel progetto.

Un ulteriore elemento critico riguarda la tempistica: secondo Witkoff, la ricostruzione di Gaza richiederebbe ben oltre un decennio, un orizzonte temporale che solleva seri dubbi sulla sostenibilità del piano.

Infine, la proposta ha incontrato la ferma opposizione dell'ala più isolazionista del Partito Repubblicano, che sottolinea come il progetto contrasti nettamente con le promesse elettorali di Trump di disimpegnare gli Stati Uniti dai conflitti esteri.

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