Il Pentagono ha diffuso false informazioni sugli UFO per coprire programmi militari segreti
Un’inchiesta giornalistica svela per la prima volta come per decenni le forze armate statunitensi abbiano deliberatamente alimentato le teorie sugli alieni per nascondere progetti militari riservati.

Un’inchiesta del Wall Street Journal ha rivelato che per decenni il Pentagono ha alimentato deliberatamente teorie complottiste riguardanti presunti incontri con la vita extraterrestre, creando false prove sugli UFO per nascondere segreti militari sensibili. Questa pratica, volta a proteggere progetti strategici contro spionaggio e fughe di notizie, ha tuttavia alimentato la diffusione di false convinzioni radicate profondamente nella cultura popolare americana.
L’indagine federale, commissionata dal Congresso, era inizialmente destinata a chiarire se vi fosse un reale coinvolgimento governativo nell’occultare la verità sugli alieni. La conclusione ufficiale, presentata nel rapporto del Dipartimento della Difesa nel 2024, negava categoricamente ogni accusa di copertura su programmi extraterrestri. Tuttavia, l’inchiesta giornalistica ha rivelato che proprio quel rapporto ha omesso deliberatamente fatti cruciali: il Pentagono stesso aveva creato e diffuso false informazioni sugli UFO.
La strategia di disinformazione
La strategia di disinformazione, iniziata già negli anni ‘80, ha avuto come protagonista un episodio emblematico. Un colonnello dell’Air Force, operando vicino alla famosa Area 51 in Nevada, consegnò al proprietario di un bar locale fotografie false di dischi volanti, con il preciso scopo di distrarre l’attenzione pubblica da test altamente segreti dei caccia stealth F-117, progettati per ottenere un vantaggio cruciale nella Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica.
L’ex ufficiale, ormai in pensione, ha confermato questa strategia solo recentemente, nel 2023, ammettendo agli investigatori che l’operazione aveva lo scopo di proteggere i test militari segreti.
“Yankee Blue” e la disinformazione interna
Una delle scoperte più inquietanti riguarda il rituale di iniziazione denominato “Yankee Blue”. Per decenni, i nuovi comandanti coinvolti nei progetti più segreti dell’Air Force ricevevano, durante i briefing di benvenuto, immagini di presunti dischi volanti descritti come veicoli antigravitazionali alieni.
Molti di questi ufficiali, convinti dell’autenticità delle prove, rimasero inconsapevoli per tutta la carriera della falsità delle informazioni ricevute. Solo nel 2023 l’allora Segretario alla Difesa ordinò di fermare immediatamente questa pratica, ormai radicata e diffusa tra centinaia di militari, legati a vincoli rigorosi di segretezza.
Sean Kirkpatrick, direttore dell’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO), ha portato alla luce il caso, provocando lo stupore del direttore dell’intelligence nazionale, Avril Haines, che si è trovata di fronte a una realtà sconcertante: per decenni intere generazioni di militari avevano creduto a informazioni fabbricate ad arte dal loro stesso governo.
Il caso dei missili nucleari in Montana
Un altro episodio rilevante è accaduto nel 1967, quando il capitano dell’Air Force Robert Salas assistette a un presunto evento UFO presso una base di missili nucleari in Montana. Salas ricevette una chiamata urgente che segnalava un oggetto luminoso fluttuante sopra il cancello di ingresso della base. Poco dopo, tutti i missili risultarono disattivati.
L’indagine di Kirkpatrick ha chiarito che l’evento non aveva nulla di extraterrestre: si trattava di un test altamente segreto, in cui l’Air Force stava sperimentando un generatore elettromagnetico per simulare impulsi energetici simili a esplosioni nucleari.
Il dispositivo, che emanava una luce arancione, interferiva con i sistemi dei missili, causando la temporanea disabilitazione. I militari coinvolti vennero lasciati volutamente all’oscuro della reale natura dell’esperimento per evitare che eventuali fughe di informazioni potessero mettere in allarme l’Unione Sovietica riguardo alle vulnerabilità degli arsenali nucleari statunitensi.
Le conseguenze della disinformazione
La strategia di disinformazione attuata dal Pentagono per decenni ha, dunque, contribuito alla creazione di un vasto tessuto mitologico sugli UFO, ormai profondamente radicato anche tra gli alti ranghi militari.
La diffusione di queste teorie ha preso piede con tale forza che persino membri del Congresso hanno costituito un caucus apposito per indagare sui fenomeni anomali non identificati, chiedendo chiarezza sulla reale entità di eventuali programmi di recupero tecnologico di origine sconosciuta.
La conclusione più evidente dell’inchiesta del Wall Street Journal è che il Pentagono, tentando di proteggere informazioni segrete, ha involontariamente creato una cultura di diffidenza e sospetto, diventando vittima delle proprie narrazioni ingannevoli. Da parte sua, la portavoce del Dipartimento della Difesa, Sue Gough, ha annunciato che il Pentagono pubblicherà un secondo volume del suo rapporto, promettendo maggiori dettagli.