Il partito di Elon Musk resta al palo

Nonostante l'annuncio pubblico e le tensioni con il presidente Trump, l'America Party non ha preso forma. Secondo analisti e investitori, Musk sembra aver già voltato pagina, mentre il suo super PAC rimane attivo nel panorama elettorale.

Il partito di Elon Musk resta al palo
Gage Skidmore

A più di due settimane dall’annuncio della fondazione dell’America Party da parte di Elon Musk, non è emerso alcun passo concreto verso la costituzione di un nuovo soggetto politico. Nessuna documentazione è stata depositata, non ci sono candidati, né segnali di una struttura organizzativa. Le indiscrezioni su possibili collaboratori, un tempo frequenti tra i consulenti esperti di terze forze, si sono ormai spente.

Secondo Dan Ives, analista di Wedbush Securities che segue Musk da decenni, l’imprenditore avrebbe “letto la situazione”. Le reazioni iniziali, cariche di attesa e timori per un impatto sulle elezioni di metà mandato e sui rapporti con il presidente Trump, sembrano oggi eccessive. “Non c’è niente di sostanziale”, ha dichiarato anche James Fishback, investitore di Tesla, ad Axios.

Fishback ha spiegato che lo slancio di Musk verso la politica, culminato nell’annuncio dell’America Party, è stato in realtà uno sfogo dovuto alla frustrazione nei confronti del “grande, bellissimo disegno di legge” firmato da Trump. Proprio per questa ragione, la sua società aveva temporaneamente rinviato il lancio di un fondo ETF legato a Tesla. Ma ora l’iniziativa è ripartita, a conferma del fatto che la politica non appare più al centro delle priorità di Musk.

Nelle ultime settimane, Musk si è infatti concentrato su sviluppi tecnologici. Ha annunciato l’integrazione dell’intelligenza artificiale Grok nelle vetture Tesla e il lancio ampliato di un’app per robotaxi a Austin, progetti già implementati secondo Fishback. Anche Ives sottolinea che l’esperimento Trump è stato “un periodo buio significativo per gli azionisti Tesla”, che non vogliono un ritorno duraturo di Musk sulla scena politica.

Il rapporto tra Musk e Trump, dopo momenti di tensione, sembra aver ritrovato un equilibrio. Il presidente ha pubblicato la scorsa settimana un messaggio distensivo sulla propria piattaforma social: “Voglio che Elon e tutte le aziende del nostro Paese prosperino, anzi, prosperino come mai prima d'ora!”.

Resta tuttavia attivo l’America PAC, il comitato d’azione politica creato da Musk per la campagna elettorale del 2024. Il fondo, che ha gestito una spesa di circa 250 milioni di dollari, non ha ancora presentato nuova documentazione per il 2025, rischiando quindi una violazione delle regole della Federal Election Commission. Nonostante ciò, il potere finanziario del super PAC continua a rappresentare uno strumento influente in ambito elettorale.

Ives ritiene che Musk continuerà a utilizzare il PAC per sostenere i candidati di suo gradimento, pur senza un impegno diretto nella guida di un terzo partito. In questa prospettiva, l’America Party appare più un’iniziativa retorica che un progetto effettivo.

Anche SpaceX, la compagnia aerospaziale guidata da Musk, ha incluso in una recente dichiarazione di rischio agli investitori l’eventualità che il fondatore possa continuare a dedicare “tempo ed energie significativi” alla politica, compreso un potenziale ruolo simile a quello ricoperto nella guida del Department of Government Efficiency (DOGE). L’informazione, riportata da Bloomberg Law, segnala che l’eventuale coinvolgimento politico di Musk potrebbe restare una variabile instabile nel futuro delle sue imprese.

Jason Calacanis, imprenditore e amico di Musk, ha avanzato una proposta alternativa in un episodio del The All-In Podcast: invece di fondare un partito, Musk dovrebbe usare l’America PAC per definire con chiarezza le proprie convinzioni e sostenere candidati al Congresso coerenti con tali idee. Calacanis ha citato l’esempio di Grover Norquist e del suo “impegno di non nuove tasse” come modello per un’iniziativa d’influenza politica strutturata ma indiretta.

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