Il Missouri blocca l'accesso all’aborto nonostante il nuovo emendamento costituzionale

Dopo il via libera degli elettori all’Emendamento 3, i giudici sospendono l’ingiunzione che ne garantiva l’applicazione. Planned Parenthood ferma le procedure, mentre continua il confronto legale

Il Missouri blocca l'accesso all’aborto nonostante il nuovo emendamento costituzionale

La Corte Suprema del Missouri ha sospeso temporaneamente l'accesso all’aborto nello Stato, nonostante l'approvazione di un emendamento costituzionale che lo garantisce. Con una decisione emessa martedì, i giudici hanno revocato un’ingiunzione di un tribunale di primo grado che aveva bloccato alcune restrizioni statali, ritenendole in contrasto con il nuovo quadro costituzionale.

Planned Parenthood, unico fornitore di aborti ancora attivo nel Missouri, ha annunciato la sospensione temporanea delle procedure a seguito della sentenza. La decisione della Corte Suprema si inserisce in un contesto di crescente tensione tra la volontà espressa dagli elettori e gli sforzi delle autorità statali per contenere gli effetti dell’Emendamento 3. Quest’ultimo, approvato con quasi il 52% dei voti in occasione del referendum di novembre, riconosce un “diritto fondamentale alla libertà riproduttiva”, comprensivo dell’accesso all’aborto.

L’Emendamento 3 ha di fatto annullato il divieto generale sull’aborto imposto nel 2022, dopo la sentenza della Corte Suprema federale nel caso Dobbs v. Jackson Women's Health Organization, che aveva eliminato le tutele costituzionali a livello nazionale. Tuttavia, decine di normative restrittive adottate dal Missouri negli ultimi vent’anni continuano a ostacolare l’attuazione dell’emendamento. Tra queste figurano requisiti di attesa obbligatoria, vincoli sulle sedi autorizzate e regolamenti di licenza particolarmente stringenti per le cliniche.

Secondo i sostenitori di queste leggi, queste tutelerebbero i pazienti da rischi medici. Andrew Bailey, procuratore generale repubblicano del Missouri, ha definito la sentenza della Corte Suprema “una vittoria per il buon senso, per la sicurezza medica di base e per la sacralità della vita umana”. Bailey aveva impugnato la decisione del giudice di primo grado Jerri Zhang, che lo scorso dicembre aveva stabilito che il divieto del 2022 violava la Costituzione dello Stato.

Nello stesso provvedimento, il giudice Zhang aveva emesso un’ingiunzione preliminare contro l’obbligo di attesa imposto alle pazienti prima di accedere a un aborto. A febbraio, un secondo intervento del tribunale aveva sospeso un requisito di licenza per le cliniche abortive, ritenuto discriminatorio in quanto trattava in modo differenziato strutture che offrivano assistenza per aborti rispetto a quelle che fornivano cure simili, come l’intervento in caso di aborto spontaneo. Quella decisione aveva rimosso uno degli ostacoli principali all’offerta di servizi abortivi da parte di Planned Parenthood.

La Corte Suprema del Missouri non si è espressa nel merito di queste regole né ha valutato se esse costituiscano un ostacolo eccessivo all’accesso all’aborto. La sentenza ha invece stabilito che il giudice Zhang, nel sospendere l’applicazione delle leggi statali, avrebbe dovuto seguire uno standard probatorio più rigoroso, fondato su quattro criteri. L’ingiunzione era basata solo su uno di questi: la probabilità che Planned Parenthood dimostrasse che alcune leggi violavano l’Emendamento 3. Secondo la Corte, sarebbe stato necessario provare anche che Planned Parenthood e le sue pazienti avrebbero subito danni irreparabili in assenza dell’ingiunzione, che questi danni superano gli interessi statali dichiarati in materia di sicurezza e che l’interesse pubblico generale ne sarebbe stato danneggiato.

La decisione ha rilanciato il dibattito sulla legittimità dell’intervento legislativo a fronte di una modifica costituzionale votata dagli elettori. Melissa Murray, docente di diritto alla New York University, ha commentato: “Il popolo ha parlato attraverso la democrazia diretta, e le forze conservatrici stanno cercando di capire come limitarle”. Michael A. Wolff, ex giudice della Corte Suprema statale, ha osservato che i giudici dovranno ora valutare se “il legislatore e il governatore possano annullare quello che il popolo ha detto di volere”. Ha aggiunto che, pur essendo legittimo che i legislatori si sentano “moralmente offesi” dall’assistenza riproduttiva, questa motivazione non può avere valore legale superiore alla volontà popolare che ha stabilito la prevalenza degli interessi dei pazienti.

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