Il direttore della sezione Opinion del Washington Post si è dimesso
Il proprietario del quotidiano ha deciso che la sezione si concentrerà da ora in poi principalmente su libertà personali e libero mercato, escludendo visioni contrarie.
David Shipley, direttore della sezione Opinion del Washington Post, ha rassegnato le dimissioni in seguito all'annuncio di Jeff Bezos che impone alla sezione di dare priorità a due temi specifici: libertà personali e libero mercato, escludendo la pubblicazione di opinioni contrarie su questi argomenti.
"Questo rappresenta un cambiamento significativo, non sarà semplice e richiederà un impegno al 100% - ma rispetto la sua decisione", ha scritto Bezos in una nota inviata allo staff.
"Cercheremo un nuovo direttore per la sezione Opinion che possa guidare questa nuova direzione".
Il cambiamento segna una svolta drastica per la sezione Opinion del Post, che per decenni si è concentrata su un'ampia gamma di tematiche, in particolare la politica.
Secondo quanto dichiarato da Bezos, il Post continuerà a trattare anche altri argomenti, "ma i punti di vista contrari a questi pilastri saranno lasciati ad altri". Il fondatore di Amazon ha inoltre aggiunto:
"C'è stato un tempo in cui un giornale, specialmente se monopolio locale, poteva considerare un servizio portare al lettore ogni mattina una sezione di opinioni ad ampio raggio che cercava di coprire tutti i punti di vista. Oggi, Internet svolge ampiamente questo compito".
Poi ha continuato:
"Il nostro Paese non è arrivato qui essendo un Paese tipico. E una grande parte del successo dell'America è stata la libertà sia in ambito economico che in tutti gli altri campi. La libertà è etica - minimizza la coercizione - e pratica - stimola creatività, invenzione e prosperità".
Bezos ha dichiarato di aver offerto a Shipley l'opportunità di guidare la sezione secondo le nuove linee guida, ma "dopo attenta considerazione, David ha deciso di farsi da parte".
Le critiche a questa nuova decisione
L'annuncio ha rapidamente suscitato reazioni negative da parte dei giornalisti online, inclusi quelli del Post.
"Si tratta di una massiccia ingerenza di Jeff Bezos nella sezione Opinion del Washington Post oggi - chiarisce che opinioni dissenzienti non saranno più pubblicate o tollerate", ha scritto su X Jeff Stein, capo corrispondente economico del Post.
"Non ho ancora percepito interferenze sul lato della copertura delle notizie, ma se Bezos cercasse di interferire anche con quello che faccio io mi dimetterò immediatamente e ve lo farò sapere".
Massive encroachment by Jeff Bezos into The Washington Post’s opinion section today - makes clear dissenting views will not be published or tolerated there
— Jeff Stein (@JStein_WaPo) February 26, 2025
I still have not felt encroachment on my journalism on the news side of coverage, but if Bezos tries interfering with the… pic.twitter.com/7hzWCUDCVV
Il precedente dello stop agli endorsement presidenziali
Questa decisione, che arriva dopo la controversa mossa di Bezos dello scorso anno di interrompere gli endorsement presidenziali del giornale, dimostra quanto il fondatore di Amazon sia sempre più disposto a usare il suo potere per influenzare l'opinione pubblica come proprietario di uno dei maggiori quotidiani americani.
Il Washington Post ha perso migliaia di abbonati lo scorso anno in seguito alla decisione di Bezos sugli endorsement, con diversi membri del comitato editoriale che si sono dimessi in segno di protesta.
La pressione dell'Amministrazione Trump sui media
Le sezioni Opinion erano diventate una fonte importante di tensione all'interno delle redazioni durante la prima Amministrazione Trump, con giornalisti di importanti testate che hanno esortato i loro responsabili a rivalutare le proprie politiche.
Nel frattempo, gli sforzi della nuova Amministrazione Trump per sottoporre i media a un esame più rigoroso hanno costretto le aziende mediatiche, di intrattenimento e tecnologiche a prendere decisioni difficili su quanto intendono davvero spingersi avanti per difendere i loro valori editoriali.
In particolare, ABC News a dicembre ha raggiunto un accordo extragiudiziale per risolvere a favore del presidente una causa intentata da Donald Trump, nonostante alcuni esperti legali ritenessero che l'emittente avrebbe potuto facilmente vincere il caso.
Anche CBS News è sotto pressione per trovare un accordo su una causa da 20 miliardi di dollari con Trump, mentre la sua società madre Paramount attende l'approvazione normativa per fondersi con Skydance Media.