Il crollo del mercato obbligazionario ha costretto Trump a rivedere la sua politica sui dazi?
Secondo Axios, la vendita massiccia dei titoli del Tesoro americano avrebbe spinto l'Amministrazione Trump a fare marcia indietro sui dazi reciproci.

Un severo monito proveniente dal più grande e potente mercato finanziario mondiale potrebbe aver ottenuto un risultato che pochi avrebbero immaginato possibile: costringere in pochi giorni il presidente Trump a sospendere i suoi dazi reciproci per 90 giorni, un aspetto chiave della sua politica commerciale, afferma Axios in una sua analisi.
L’annuncio dei nuovi dazi aveva, infatti, innescato una reazione immediata: una rapida svendita dei titoli del Tesoro americano. Questo segnale ha allarmato gli investitori, che hanno percepito la mossa come una bomba a orologeria economica, capace di provocare un rallentamento globale.
Perché è importante il mercato obbligazionario?
Il governo degli Stati Uniti finanzia il proprio enorme debito pubblico – pari a circa 36 mila miliardi di dollari – vendendo titoli chiamati Treasury, cioè obbligazioni statali. Questi titoli sono acquistati da investitori di tutto il mondo: cittadini, fondi pensione, banche, stati sovrani.
Il prezzo a cui questi titoli vengono acquistati determina il tasso di interesse che il governo deve pagare. E poiché i Treasury sono considerati tra gli strumenti più sicuri al mondo, influenzano indirettamente il costo di ogni altro tipo di prestito, come mutui, prestiti aziendali e carte di credito.
In sostanza, se i titoli del Tesoro perdono valore, i tassi d’interesse salgono – e tutto diventa più caro, per tutti.
Cosa è successo questa settimana?
Di solito è il mercato azionario a finire sulle prime pagine per i suoi movimenti spettacolari. Al contrario, il mercato obbligazionario è visto come più noioso e prevedibile. Ma non questa volta.
Questa settimana, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA sono aumentati bruscamente. In particolare, il rendimento dei titoli trentennali è salito di 0,6 punti percentuali in pochi giorni. Anche se può sembrare poco, si tratta di una variazione rara: una scossa di questa intensità non si vedeva dai giorni turbolenti della pandemia nel 2020.
👉 Ma cosa significa "rendimento che sale"?
Vuol dire che il governo americano è costretto a offrire tassi più alti per trovare acquirenti dei suoi titoli. In pratica, gli investitori stanno chiedendo un "premio di rischio" maggiore per prestare soldi al governo degli Stati Uniti. E questo è considerato come un segnale molto serio lanciato dai mercati.

Le cause: non una crisi sanitaria, ma una scelta politica
Nel 2020 fu il Covid a scatenare il panico finanziario. Stavolta, invece, la causa è una politica commerciale autoimposta: i dazi annunciati da Trump hanno preoccupato i mercati per i loro potenziali effetti dannosi sull’economia globale.
Axios suggerisce che questa reazione potrebbe cambiare radicalmente le dinamiche del secondo mandato di Trump, mettendolo di fronte a difficoltà finanziarie ben più gravi rispetto al passato.
Negli anni 2010, i mercati obbligazionari erano relativamente tranquilli. Ma negli anni 2020, potremmo assistere al ritorno dei cosiddetti "vigilantes del mercato": investitori che, vendendo titoli in massa, puniscono politiche economiche considerate irresponsabili.
Altri precedenti: non solo Trump
Trump non è l’unico leader costretto a rivedere le proprie scelte sotto la pressione dei mercati. Nel 2022, la premier britannica Liz Truss si è dimessa dopo il crollo dei titoli di Stato causato da un piano fiscale mal recepito. Anche il governo francese ha subito di recente turbolenze simili.
Questi episodi mostrano che, in un mondo altamente finanziarizzato, i mercati sono in grado di ribaltare scelte politiche.
Il ruolo cruciale degli investitori stranieri
Un altro elemento di preoccupazione è la possibile fuga degli investitori esteri. Paesi come Cina, Giappone e varie nazioni del Golfo Persico detengono enormi quantità di debito americano. Se iniziassero a ridurre i loro acquisti, gli effetti potrebbero propagarsi a tutta l’economia globale.
“Il debito del Tesoro americano è considerato l’asset privo di rischio per eccellenza”, afferma Gennadiy Goldberg di TD Securities.
“Se iniziasse a vacillare la fiducia in questo strumento, le fondamenta dell’intero sistema finanziario globale sarebbero a rischio.”
Per ora, l’asta di titoli di giovedì ha mostrato che l’appetito per il debito americano resta vivo, ma dopo la tempesta di questa settimana, lo scenario di una domanda in calo – e di un conseguente aumento dei costi di interesse – appare molto più concreto.