Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva il piano di Trump per Gaza
Il piano prevede una forza internazionale di stabilizzazione e un riferimento a un possibile stato palestinese. Hamas ha respinto la risoluzione mentre Israele si oppone fermamente alla creazione di uno stato palestinese, sollevando dubbi sull'attuazione concreta delle proposte.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato lunedì il piano di pace per Gaza presentato dal presidente Donald Trump. La risoluzione, redatta dagli Stati Uniti, ha ottenuto 13 voti favorevoli e nessun voto contrario, con Russia e Cina che si sono astenute. Il testo autorizza la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione e traccia un percorso verso un possibile stato palestinese.
Trump ha definito il voto "uno dei più grandi consensi nella storia delle Nazioni Unite" e ha dichiarato che porterà a "ulteriore pace in tutto il mondo". Il presidente ha annunciato che presiederà il Board of Peace, l'organo di transizione previsto dal piano, e che i membri verranno annunciati nelle prossime settimane.
La risoluzione rappresenta una vittoria diplomatica significativa per l'amministrazione Trump. Negli ultimi due anni, durante il conflitto tra Israele e Hamas, gli Stati Uniti erano rimasti isolati alle Nazioni Unite a causa del loro sostegno incondizionato a Israele. Mike Waltz, ambasciatore americano all'ONU, ha descritto Gaza come "l'inferno sulla terra" dopo due anni di guerra e ha definito la risoluzione "un'ancora di salvezza".
Il piano prevede il dispiegamento di una forza internazionale di stabilizzazione composta da 20.000-30.000 uomini, con contributi previsti da Egitto, Indonesia, Azerbaigian e Pakistan. La forza avrà il compito di garantire la sicurezza dell'area, sostenere la smilitarizzazione di Gaza, smantellare le infrastrutture terroristiche, rimuovere le armi e garantire la sicurezza dei civili palestinesi. La forza lavorerà insieme a Israele, Egitto e a una nuova polizia palestinese addestrata per controllare le aree di confine.
La risoluzione istituisce anche il Board of Peace, un organo di governo transitorio per Gaza che sarà presieduto da Trump e avrà un mandato fino alla fine del 2027. Secondo il testo approvato, il territorio devastato sarà ricostruito e posto sotto l'autorità di un'amministrazione palestinese tecnocratica che risponderà al Board. Hamas è escluso dalla risoluzione da qualsiasi ruolo di governo a Gaza.
Il riferimento a un possibile stato palestinese rappresenta il prezzo che Washington ha pagato per ottenere il sostegno del mondo arabo e islamico, da cui si prevede arriveranno i soldati per la forza internazionale. Il testo afferma che una volta che l'Autorità Palestinese avrà attuato le riforme richieste e la ricostruzione di Gaza sarà in corso, "le condizioni potrebbero finalmente essere favorevoli per un percorso credibile verso l'autodeterminazione palestinese e la statualità".
Questa eventualità è stata però fermamente respinta da Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato domenica che combatterà qualsiasi tentativo di stabilire uno stato palestinese e che l'opposizione di Israele "non è cambiata di una virgola". Il ministro israeliano della sicurezza interna, Itamar Ben Gvir, ha reagito con rabbia al voto, chiedendo a Netanyahu di ordinare arresti mirati contro alti funzionari dell'Autorità Palestinese.
Hamas ha respinto la risoluzione, affermando che non soddisfa i "diritti e le richieste politiche e umanitarie" dei palestinesi. In una dichiarazione su Telegram, il gruppo ha sostenuto che il piano "impone un meccanismo di tutela internazionale sulla Striscia di Gaza, che il nostro popolo e le sue fazioni rifiutano". Hamas ha aggiunto che assegnare alla forza internazionale compiti all'interno di Gaza, incluso il disarmo della resistenza, "la priva della sua neutralità e la trasforma in una parte del conflitto a favore dell'occupazione".
L'Autorità Palestinese, che governa in Cisgiordania ed è rivale di Hamas, ha invece accolto con favore la risoluzione. L'ente ha dichiarato che il piano è necessario per proteggere i palestinesi e sostenere la soluzione dei due stati, e si è detto disposto a collaborare con Stati Uniti, Unione Europea, paesi a maggioranza musulmana e membri del Consiglio di Sicurezza per attuare la risoluzione.
L'ambasciatore algerino alle Nazioni Unite, Amar Bendjama, unico membro arabo del Consiglio, ha ringraziato Trump per il suo impegno personale nel porre fine al conflitto a Gaza, ma ha sottolineato che le aspirazioni dei palestinesi a uno stato non devono essere ignorate. Molti membri del Consiglio, tra cui Francia, Guyana, Pakistan, Slovenia e Somalia, hanno espresso perplessità sul fatto che la risoluzione non includesse un linguaggio chiaro sulla statualità palestinese, ma hanno comunque appoggiato la proposta per sostenere lo slancio politico e prevenire la ripresa delle violenze.
Il testo è passato attraverso molteplici revisioni durante le negoziazioni della scorsa settimana. Russia e Cina avevano fatto circolare una bozza concorrente che chiedeva esplicitamente la creazione di uno stato palestinese e sosteneva che la Cisgiordania occupata e Gaza dovessero essere unite come stato sotto l'Autorità Palestinese. Dopo il voto, entrambi i paesi hanno dichiarato di essersi astenuti perché la risoluzione mancava di chiarezza su componenti chiave come la composizione del Board of Peace e un impegno fermo per la soluzione a due stati.
L'ambasciatore russo all'ONU, Vasily Nebenzya, ha definito "un giorno triste per il Consiglio di Sicurezza" e ha accusato gli Stati Uniti di aver ottenuto l'approvazione "torcendo le braccia" ai membri del Consiglio. Washington ha fatto concessioni minime sulla risoluzione e ha invece mobilitato il sostegno dei paesi arabi e musulmani per fare pressione su Russia e Cina affinché non fossero visti come ostacoli a una svolta su Gaza.
Il percorso da seguire rimane irto di incertezze. Tra i prossimi passi ci sarà la nomina dei membri del Board of Peace e il chiarimento su quale autorità opererà la forza di stabilizzazione. La risoluzione autorizza la Banca Mondiale ad allocare risorse finanziarie per la ricostruzione di Gaza e prevede l'istituzione di un fondo fiduciario dedicato a questo scopo. Il segretario generale dell'ONU, António Guterres, ha accolto con favore la risoluzione, definendola un passo importante, e ha esortato tutte le parti a rispettarla.