Il processo di corruzione contro il sindaco di New York è stato archiviato senza possibilità di riapertura

L’inchiesta sul sindaco democratico di New York è stata chiusa da un giudice su richiesta dell’amministrazione Trump. La decisione definitiva alimenta le accuse di pressioni politiche e scambi con la Casa Bianca sulla politica migratoria.

Il processo di corruzione contro il sindaco di New York è stato archiviato senza possibilità di riapertura
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Mercoledì 2 aprile un giudice federale di New York ha archiviato il caso di corruzione che coinvolgeva il sindaco della città, Eric Adams. Si tratta di una decisione significativa non solo per la portata dell’inchiesta, che coinvolgeva anche interessi stranieri, ma anche per il contesto politico in cui è maturata: l’intervento diretto dell’amministrazione Trump ha suscitato forti perplessità circa l’indipendenza del sistema giudiziario.

Eric Adams, ex ufficiale di polizia e figura politica democratica di rilievo, era stato incriminato durante il suo mandato per un caso di corruzione e finanziamento illecito di campagna, con legami sospetti con la Turchia. Le accuse, che ha sempre respinto, sembravano destinate a sfociare in un processo nel mese di aprile. Tuttavia, la situazione ha preso una piega inaspettata con il ritorno di Donald Trump alla presidenza.

A partire da febbraio, l’amministrazione Trump ha esercitato crescenti pressioni sul Dipartimento della giustizia per ottenere l’abbandono delle accuse contro il sindaco. Secondo fonti giudiziarie, almeno sette procuratori federali tra New York e Washington avrebbero rassegnato le dimissioni piuttosto che eseguire ordini ritenuti contrari all’indipendenza dell’ufficio.

In assenza di un’accusa sostenuta dal pubblico ministero, la prosecuzione del caso è diventata impraticabile. È stato lo stesso vice ministro della giustizia, Emil Bove, a chiedere ufficialmente la revoca dell’incriminazione davanti al giudice Dale Ho, il quale ha però ritenuto opportuno fissare dei limiti chiari: ha respinto l’ipotesi di una chiusura temporanea o condizionata del procedimento, optando per un’archiviazione definitiva.

Il giudice ha infatti detto che permettere al governo di riaprire il caso in qualsiasi momento avrebbe creato «l’apparenza inaccettabile che la libertà del sindaco dipenda dalla sua disponibilità a eseguire le priorità della Casa Bianca in materia di immigrazione». Tale impressione, ha aggiunto, «avrebbe fatto apparire il sindaco più legato alle richieste del governo federale che ai suoi elettori».

Questa decisione non ha tuttavia placato le polemiche. Secondo le ricostruzioni, l’archiviazione sarebbe il frutto di un accordo tacito: la Casa Bianca avrebbe ritirato le accuse in cambio di una maggiore cooperazione del sindaco Adams nel contrasto all’immigrazione irregolare. Il sindaco ha smentito con fermezza qualsiasi scambio, ma lo stesso giudice Ho ha scritto nel suo provvedimento che «tutto in questa vicenda ha le sembianze di un baratto».

Sebbene il caso sia stato archiviato e non possa essere riaperto, l’inchiesta ha lasciato segni visibili sulla carriera di Adams. La sua immagine pubblica ne risulta compromessa in un momento delicato, dato che è candidato alla rielezione come sindaco della più popolosa città degli Stati Uniti. Afroamericano, ex capitano della polizia, Eric Adams si era proposto come figura di rottura capace di conciliare sicurezza e giustizia sociale, ma le accuse e le vicende politiche legate alla sua difesa rischiano ora di minarne la credibilità.

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