ICE annuncia record di arresti: oltre 1.100 migranti fermati in un giorno sotto Trump
L’agenzia federale ICE (Immigration and Customs Enforcement) ha reso noto lunedì che l’operazione congiunta multi-agenzia in corso ha portato all’arresto di 1.179 migranti privi di documenti in un solo giorno, il numero più alto da quando il presidente Donald Trump ha girato una settimana fa.
— U.S. Immigration and Customs Enforcement (@ICEgov) January 28, 2025
L’ondata di fermi, concentrati in città considerate "santuario" per gli immigrati, rientra in una campagna più ampia: 3.552 arresti sono stati eseguiti in totale da giovedì a lunedì, secondo i dati pubblicati dall'ICE.
Il confronto con l’era Biden e il nuovo corso Trump
I numeri segnano una netta inversione di tendenza rispetto all’Amministrazione Biden. Nell'anno fiscale conclusosi il 30 settembre 2023, l’ICE aveva riportato infatti una media di 310,7 arresti giornalieri di migranti con precedenti penali o accuse pendenti, come riportato in un documento ufficiale.
Sotto Trump, le cifre sono immediatamente lievitate: 538 arresti giovedì, 593 venerdì, 286 sabato, 956 domenica, fino al picco di 1.179 di ieri. Non è ben chiaro però quanti degli arrestati abbiano effettivi precedenti criminali.
Lo stato di emergenza e le nuove norme sul confine
L’escalation operativa segue gli ordini esecutivi firmati da Trump la scorsa settimana, tra cui la dichiarazione di emergenza nazionale al confine con il Messico ed altre misure per limitare drasticamente asilo e ingressi irregolari. Il presidente ha definito l’immigrazione clandestina "una minaccia alla sicurezza", promettendo una stretta "senza eccezioni" per chi viola le norme.
Intanto, il Congresso ha anche approvato, in via definitiva, il Laken Riley Act, una legge che obbliga le autorità federali ad espellere migranti senza documenti arrestati per alcuni reati, e che è ora in attesa della firma presidenziale.
Il testo prende il nome da una studentessa della Georgia uccisa lo scorso febbraio: l’imputato di questo omicidio è un cittadino venezuelano entrato illegalmente negli USA.
Le indagini sulle città santuario e le reazioni
In parallelo, il presidente della Commissione Vigilanza della Camera, James Comer (un deputato repubblicano del Kentucky), ha annunciato sempre ieri l'apertura di un’indagine su Boston, Denver, Chicago e New York City per "valutare il loro impatto sulla sicurezza pubblica e sull’applicazione delle leggi federali sull’immigrazione".
Le quattro città, che hanno deciso di limitare la collaborazione con le autorità federali sui migranti, sono accusate di "ostacolare gli sforzi di contrasto" per la lotta all'immigrazione.
Con oltre 11 milioni di immigrati privi di documenti stimati nel paese, la partita si gioca anche sul piano legale. Le città santuario, protette da leggi locali, potrebbero subire un blocco della ricezione dei fondi federali, a meno che non inizino a rispettare le norme federali sull’immigrazione. Questo, a sua volta, potrebbe innescare una nuova, lunga, battaglia legale dinanzi alle corti federali.