I tagli alla spesa pubblica rischiano di vanificare i progressi nella lotta contro il fentanyl negli Stati Uniti

La storica riduzione delle morti per overdose di fentanyl negli ultimi mesi potrebbe essere compromessa dalle nuove politiche dell'Amministrazione Trump, secondo un'inchiesta Reuters.

I tagli alla spesa pubblica rischiano di vanificare i progressi nella lotta contro il fentanyl negli Stati Uniti

I tagli alla spesa federale decisi dalla Casa Bianca minacciano di compromettere i recenti progressi nella lotta agli oppioidi sintetici negli Stati Uniti.

Secondo una lunga inchiesta condotta dalla Reuters, basata su testimonianze di oltre 36 esperti, funzionari sanitari e dipendenti pubblici recentemente licenziati, le politiche dell’Amministrazione Trump stanno smantellando un’infrastruttura sanitaria che ha contribuito a salvare decine di migliaia di vite.

Un calo storico messo a rischio

Per la prima volta dagli anni ’70, quando iniziò la cosiddetta “guerra alla droga”, gli Stati Uniti avevano registrato una significativa riduzione delle morti per overdose.

Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), nei 12 mesi precedenti al 31 ottobre 2024 i decessi per overdose sono calati del 25%, passando a 84.000.

Ancora più drastico il calo dei decessi da fentanyl e altri oppioidi sintetici: -33%, per un totale di 52.400 vittime.

Questo miglioramento è stato reso possibile da un rafforzamento degli investimenti pubblici e dal lavoro capillare di organizzazioni locali, spesso in prima linea con il naloxone, l’antidoto salvavita contro le overdose.

Ma i recenti tagli minacciano di distruggere questi risultati.

Le prime vittime dei tagli: laboratori, centri e ONG

Molti laboratori federali hanno messo in aspettativa i propri chimici, mentre diversi centri che distribuivano naloxone hanno dovuto chiudere.

In Pennsylvania, un’organizzazione ha perso milioni di dollari in sovvenzioni, costringendo alla chiusura di sedi operative e al licenziamento di personale che assisteva migliaia di persone ogni mese.

Robert Ashford, direttore di Unity Recovery, ha denunciato la perdita del 20% del bilancio dell’organizzazione:

“Tagliare intere reti di assistenza che hanno contribuito alla riduzione delle overdose è miope. Manca completamente una strategia.”

Una ristrutturazione drastica

A fine marzo, centinaia di organizzazioni no-profit hanno ricevuto comunicazioni riguardanti la fine dei finanziamenti federali.

La decisione è legata a un tentativo dell’Amministrazione Trump di recuperare circa 11.000 miliardi di dollari in fondi non spesi, stanziati durante l’era COVID da Joe Biden.

Il 3 aprile, un giudice federale ha temporaneamente bloccato i tagli, definendoli un pericolo immediato per la salute pubblica.

Ma l’Amministrazione Trump ha già annunciato l’intenzione di appellarsi.

Nel frattempo, il neo Segretario alla Salute e ai Servizi Umani, Robert F. Kennedy Jr., ha avviato una massiccia ristrutturazione del suo Dipartimento, che prevede il taglio di circa 20.000 dipendenti.

Gli effetti sulle agenzie sanitarie federali

Tra gli enti più colpiti c’è la SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services Administration), che ha subito almeno due ondate di licenziamenti e ha dovuto sospendere un programma chiave per la prevenzione delle overdose.

Anche il CDC è sotto pressione, con circa 2.400 posti di lavoro a rischio. I National Institutes of Health perderanno altri 1.200 lavoratori.

Nel frattempo, il Congresso, a guida repubblicana, sta discutendo ulteriori tagli al Medicaid, compromettendo potenzialmente ulteriormente l’accesso alle cure per milioni di americani dipendenti da oppioidi.

La linea dura dell’Amministrazione Trump

Mentre taglia i fondi alla sanità pubblica, il presidente Trump ha promosso un approccio basato sulla sola repressione: ha minacciato dazi contro il Messico, accusato di non fermare il flusso di fentanyl, e ha classificato i cartelli messicani come organizzazioni terroristiche, aprendo all’ipotesi di un intervento militare nel Paese vicino.

Trump collega inoltre la crisi degli oppioidi alla politica sull’immigrazione, pur ignorando che — secondo le autorità di frontiera — la maggior parte del fentanyl entra nel Paese per mano di cittadini statunitensi.

Tra le poche misure potenzialmente efficaci, secondo Reuters, c’è il divieto di utilizzo del sistema “de minimis” per le importazioni dalla Cina, spesso sfruttato dai contrabbandieri per introdurre i precursori del fentanyl.

La situazione nelle strade: nulla è cambiato

Nonostante le nuove politiche, i prezzi del fentanyl sul mercato illegale sono rimasti stabili.

Reuters ha intervistato oltre 50 consumatori in quattro città statunitensi: a Boston il prezzo si aggira ancora tra i 30 e i 40 dollari al grammo; a Columbus (Ohio) intorno ai 110; a South Philadelphia è sceso fino a 30 dollari; a San Francisco resta stabile sui 60 dollari.

Molti dei consumatori intervistati hanno riconosciuto di essere ancora vivi grazie al naloxone. Un giovane di San Francisco, 21 anni, ha raccontato:

“Tante persone mi hanno salvato la vita, e io ho salvato la loro.”

Fondi bloccati, laboratori paralizzati

Alex Krotulski, direttore del Center for Forensic Science Research and Education, ha dovuto sospendere 11 dipendenti a causa del blocco di sovvenzioni federali per un totale di 4 milioni di dollari.

Una delle sovvenzioni, da 2 milioni, proveniva dal Dipartimento di Stato ed era destinata al test delle droghe sequestrate al confine; un’altra, dal Dipartimento di Giustizia, è stata congelata per mesi, presumibilmente perché il centro si trova in una “giurisdizione santuario”.

L’impatto sproporzionato sulle minoranze

Le comunità afroamericane e ispaniche non hanno beneficiato della riduzione generale delle overdose.

Tra il 2021 e il 2023, le morti per overdose sono calate del 9% tra gli americani bianchi, ma sono aumentate del 12% tra le minoranze.

In Missouri, grazie a un intervento mirato con distribuzione intensiva di naloxone nei quartieri neri, le morti tra gli uomini afroamericani sono crollate di oltre il 50% nella prima metà del 2024.

Eppure, proprio questi programmi sono ora maggiormente in pericolo.

La Northern Illinois Recovery Community Organization, ad esempio, prevede di perdere il 60% del proprio budget operativo.

I National Institutes of Health hanno sospeso progetti dedicati allo studio dell’uso di droghe tra specifici gruppi demografici su base etnica e di genere.

Nel frattempo, i tagli alla SAMHSA hanno colpito l’intero ufficio incaricato del principale sondaggio annuale sull’uso di droghe negli Stati Uniti, privando Stati e comunità locali di uno strumento fondamentale per pianificare interventi mirati.

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