I soldati della Guardia nazionale a Washington saranno armati

Il Pentagono ha autorizzato i militari dispiegati nella capitale a portare le armi di servizio. Restano però dubbi sul numero di soldati realmente qualificati e sui costi di un’operazione senza limiti temporali.

I soldati della Guardia nazionale a Washington saranno armati
Department of Defense

Il Pentagono ha annunciato che i militari della Guardia nazionale dispiegati a Washington saranno autorizzati a portare le loro armi di servizio. La decisione è stata resa pubblica venerdì 22 agosto da un funzionario della difesa, che ha spiegato come i soldati saranno “in missione con le armi assegnate, in coerenza con la loro formazione e il loro incarico”.

Il segretario alla difesa Pete Hegseth ha ordinato la misura dopo che il presidente Donald Trump, a inizio agosto, ha assunto il controllo diretto della sicurezza nella capitale. Il presidente ha giustificato l’intervento descrivendo Washington come una città “invasa da gang violente” e che intende “ripulire”. La Casa Bianca ha reso noto che dall’avvio dell’operazione sono state effettuate 630 arresti, tra cui 251 persone in situazione irregolare.

In realtà non tutti i militari della Guardia nazionale potranno però essere armati: solo coloro che hanno certificato la propria qualifica con le armi nell’ultimo anno, come previsto dai regolamenti dell’esercito. Non è chiaro quanti tra i circa 2.000 soldati presenti a Washington abbiano i requisiti. Un portavoce della Guardia nazionale del Distretto ha confermato che “i membri che portano armi devono soddisfare gli standard di qualificazione al tiro con il fucile”.

Il dispiegamento coinvolge unità provenienti da sei Stati, tutte autorizzate da governatori repubblicani. La maggior parte dei contingenti inviati comprende militari di polizia, addestrati per compiti di ordine pubblico. Dal West Virginia sono arrivati tra i 300 e i 400 soldati, di cui 175 qualificati come agenti di polizia; dall’Ohio 150 militari di polizia; dalla Louisiana 135; mentre non è chiaro quanti dei 200 provenienti dal South Carolina abbiano la stessa formazione. Tutti questi soldati operano sotto il comando della Guardia nazionale di Washington e della Joint Task Force-District of Columbia (JTF-DC).

Il Pentagono non ha reso noti i costi dell’operazione né la sua durata. L’assenza di informazioni ufficiali alimenta interrogativi, anche alla luce di precedenti esperienze: durante il primo mandato di Trump, nel 2020, il dispiegamento di oltre 5.000 militari della Guardia nazionale in risposta a proteste a Washington costò al governo federale circa 2,6 milioni di dollari al giorno, con una spesa finale superiore alle previsioni. Nel giugno 2021 il generale Daniel Hokanson aveva stimato in 521 milioni di dollari le somme che dovevano essere rimborsate dal governo federale e dalla Guardia nazionale del Distretto.

Per l’attuale operazione, secondo una stima fornita da Hanna Homestead del National Priorities Project a The Intercept, il costo quotidiano potrebbe avvicinarsi al milione di dollari. I dettagli dei contratti siglati con fornitori locali per vitto e alloggio dei militari non sono stati resi pubblici. Un portavoce ha comunque dichiarato che i soldati dispongono di strutture di accoglienza in vari punti della città e che tre pasti giornalieri vengono forniti da operatori commerciali, “garantendo accesso a cibo nutriente e sostenendo l’economia locale”.

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