I soldati a Washington hanno fatto scendere i crimini

Il presidente rivendica il successo del dispiegamento della Guardia nazionale e di centinaia di agenti federali. Le statistiche mostrano cali significativi, ma il trend era già in corso e non mancano sospetti di manipolazione dei dati.

I soldati a Washington hanno fatto scendere i crimini
Department of Defense

Tre settimane dopo aver mandato la Guardia nazionale e centinaia di agenti federali a Washington, il presidente Donald Trump ha dichiarato la capitale una “crime free zone”, cioè una zona libera da crimini. Per celebrare il risultato, ha cenato in un ristorante di lusso a un isolato dalla Casa Bianca, invitando i cittadini a godersi la nuova sicurezza. “Siamo nel cuore di Washington, che nell’ultimo anno era un luogo molto insicuro. Ora qui praticamente non ci sono più crimini”, ha detto.

Una prima analisi fatta dall'Economist sembra confermare le sue parole. Dal dispiegamento dell’11 agosto, i reati totali sono diminuiti del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati diffusi dalla polizia metropolitana (MPD). I crimini violenti – omicidi, abusi sessuali, aggressioni e rapine – sono scesi del 39%. I furti d’auto con minaccia, un timore diffuso tra i residenti, sono crollati del 75%. Tutti i reati contro la proprietà sono calati del 13%, e in particolare i furti in abitazione e i furti d’auto di oltre il 40%.

Oltre alla Guardia nazionale, il presidente ha inviato 500 agenti dell’FBI e di altre agenzie federali. La loro presenza visibile nelle strade ha probabilmente avuto un effetto deterrente. Gli agenti hanno effettuato anche diversi arresti.

Se si guarda però oltre il breve periodo, il quadro è meno netto. La criminalità violenta a Washington è in calo costante dal 2023. Già nel 2024 i dati della MPD registravano un -35% rispetto all’anno precedente, il livello più basso degli ultimi trent’anni. Solo nell’ultimo anno i furti d’auto con minaccia si erano già dimezzati. “Questi fenomeni erano già in discesa”, ha spiegato Jeff Asher, analista dei dati sulla criminalità. “Non si può ricavare molto da un campione così ridotto”, ha aggiunto, riferendosi al periodo successivo all’arrivo delle forze federali.

Il dispiegamento dei soldati ha avuto conseguenze anche sulla vita quotidiana della città. La presenza militare ha smorzato la vitalità della capitale. Le prenotazioni nei ristoranti e le presenze nei negozi sono calate. I viaggi con il bike sharing sono diminuiti sensibilmente. Anche il turismo internazionale ha subito un rallentamento. Secondo Asher, il calo di alcuni reati contro la proprietà, come i furti, potrebbe essere legato al fatto che meno persone escono di casa.

Un ulteriore elemento complica la valutazione. Sono in corso accuse di manipolazione dei dati. Il Dipartimento di Giustizia e la commissione di vigilanza della Camera, a maggioranza repubblicana, stanno indagando sul sospetto che la MPD abbia riclassificato reati gravi per far sembrare più bassi i tassi di criminalità. Un comandante di distretto, Michael Pulliam, è stato sospeso a maggio proprio con l’accusa di aver alterato le cifre. Sebbene i dati della MPD su omicidi e furti d’auto corrispondano in generale a quelli inviati all’FBI, potrebbero essere state gonfiate le diminuzioni registrate per aggressioni e rapine. Gli esperti osservano che ciò potrebbe dipendere tanto da inefficienze burocratiche quanto da intenzioni deliberate.

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