I repubblicani della Florida in rivolta contro Ron DeSantis: scontro sull’immigrazione

Il governatore sfida i repubblicani del Parlamento statale, ma il vero arbitro resta il presidente Trump.

I repubblicani della Florida in rivolta contro Ron DeSantis: scontro sull’immigrazione

La Florida, che dopo le ultime elezioni sembrava unita più che mai sotto un unico colore politico, quello rosso repubblicano, vive oggi un’inedita lotta di potere tra il governatore Ron DeSantis e il Parlamento statale.

Al centro della battaglia, un tema caro a molti elettori conservatori: l’immigrazione illegale.

Ma ciò che sorprende principalmente osservatori ed addetti ai lavori è la spaccatura plateale, con accuse reciproche di tradimento, minacce di veto e promesse di vendette politiche nelle prossime elezioni interne al Partito Repubblicano.

La scintilla della discordia

Tutto è iniziato con la decisione di DeSantis di convocare una sessione straordinaria, il 27 gennaio scorso, per varare un duro giro di vite sull’immigrazione.

L’obiettivo dichiarato: appoggiare a livello statale la linea della Casa Bianca, dove il presidente Donald Trump ha ribadito la volontà di porre fine all’immigrazione clandestina.

Ma il Parlamento della Florida, dominato da repubblicani più vicini a Trump che a DeSantis, ha reagito in modo inatteso: ha chiuso la sessione convocata dal governatore, ne ha aperta un’altra di propria iniziativa e ha partorito un testo di legge che non include tutte le richieste di DeSantis.

Le accuse e la minaccia di veto

DeSantis non ha gradito. Definendo la proposta parlamentare “debole” e “ridicola”, ha preannunciato di volerla bocciare con un veto.

Nel frattempo ha preso il volo per una serie di tappe in giro per il Sunshine State, invitando gli elettori repubblicani a farsi sentire contro i legislatori “colpevoli” di non voler realmente stroncare l’immigrazione illegale.

Il Parlamento, per tutta risposta, ha difeso il proprio progetto di legge definendolo “il più conservatore del Paese” in quanto include persino la pena di morte obbligatoria per gli immigrati irregolari condannati per omicidio o altri reati capitali.

Tuttavia, la norma più controversa prevede di affidare al Commissario per l’Agricoltura Wilton Simpson l’autorità in materia di espulsioni, un ruolo che DeSantis ritiene incostituzionale e, a suo dire, non adatto a chi ha legami storici con il mondo agricolo e i suoi lavoratori stagionali.

Le crepe nella maggioranza repubblicana

Il malumore era comunque nell’aria da tempo. A DeSantis viene imputato di aver usato il Parlamento come strumento per costruire la propria carriera politica, culminata in un’aspra campagna presidenziale persa contro Trump nelle primarie del 2024.

Da allora la fiducia reciproca tra lui e Trump (ed i repubblicani fedelissimi dell'attuale presidente) si è erosa.

Quando a novembre si sono insediati i nuovi leader repubblicani del Parlamento, il neo presidente della Camera Daniel Perez e il neo presidente del Senato Ben Albritton, hanno fatto capire che non avrebbero più eseguito gli ordini del governatore senza discuterli.

Il ruolo di Donald Trump in questa disputa

In molti sostengono che il vero ago della bilancia in Florida sia ora diventato il presidente Trump, più che mai al centro dei giochi nel suo Stato di residenza.

Al momento, dalla Casa Bianca non sono arrivate dichiarazioni ufficiali sulla disputa in corso.

Tuttavia, è opinione diffusa tra i veterani del GOP statale ed i principali consulenti politici che solo un intervento di Trump potrebbe ricompattare le fazioni o decretare il trionfo dell’una sull’altra.

La sfida non si combatte solo nell’aula del Parlamento. DeSantis ha fatto sapere che sosterrà economicamente candidati pronti a sfidare nelle primarie interne i repubblicani più ostili al suo disegno di legge, cosa che di per se è segno di una rottura profonda.

Tra gli obiettivi del governatore c’è anche l’elezione di un nuovo Commissario all’Agricoltura e, più in generale, di una classe politica più fedele alla sua visione.

Un finale incerto

Gli osservatori più esperti prevedono che la frattura tra DeSantis e i legislatori locali potrebbe continuare per tutta la sessione ordinaria, al via a inizio marzo, e addirittura protrarsi nel tempo.

La posta in gioco è altissima: il governatore, seppur “ammaccato” dall’ultima sfida per la Casa Bianca, ha ancora un sostegno molto ampio tra gli elettori repubblicani della Florida che lo hanno rieletto trionfalmente nel novembre 2022, soprattutto su temi di identità conservatrice come l’immigrazione.

D’altro canto, i leader parlamentari statali sembrano avere l’appoggio implicito del presidente Trump, vero nome pesante in un partito sempre più dominato dalla sua influenza.

L’esito di questa partita resta, dunque, incerto. In palio c’è la direzione futura della Florida, e forse anche del Partito Repubblicano a livello nazionale, anche in vista della futura inevitabile battaglia per succedere a Trump come leader del Partito nel 2028.

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