I Repubblicani chiedono di annullare le grazie di Biden firmate con l'autopen

La commissione di controllo della Camera chiede di invalidare le azioni firmate con il dispositivo meccanico, sostenendo che l'ex presidente avrebbe sofferto di declino cognitivo. Biden e i democratici respingono le accuse come infondate e prive di prove concrete.

I Repubblicani chiedono di annullare le grazie di Biden firmate con l'autopen
White House

Il comitato di controllo della Camera dei rappresentanti, controllato dai repubblicani, ha pubblicato martedì un rapporto di 100 pagine in cui chiede al Dipartimento di Giustizia di indagare sull'uso dell'autopen da parte dell'ex presidente Joe Biden. Il documento sostiene che alcune azioni esecutive e grazie presidenziali firmate con questo dispositivo meccanico dovrebbero essere considerate nulle perché Biden avrebbe sofferto di un declino cognitivo tale da renderlo inconsapevole di ciò che stava autorizzando.

Il presidente della commissione, il deputato James Comer, ha scritto al procuratore generale Pam Bondi chiedendo di verificare se tutte le azioni esecutive attribuite a Biden siano state effettivamente autorizzate da lui. "La commissione ritiene nulle le azioni esecutive firmate con l'autopen senza un'appropriata approvazione scritta contemporanea riconducibile al consenso del presidente stesso", si legge nel rapporto.

Il documento si concentra in particolare sulle 4.245 grazie e commutazioni di pena emesse da Biden durante il suo mandato, tra cui quelle concesse a membri della sua famiglia e ad alleati politici. Prima di lasciare l'incarico, Biden aveva concesso grazie preventive ai suoi due fratelli e alla sorella, al dottor Anthony Fauci, all'ex capo di stato maggiore congiunto Mark Milley, ai membri del Congresso coinvolti nell'inchiesta sul 6 gennaio e ad altre figure che potrebbero essere bersaglio di ritorsioni politiche. Aveva inoltre graziato suo figlio Hunter per accuse federali relative ad armi e tasse, dopo aver dichiarato che non lo avrebbe fatto.

I repubblicani sostengono che il declino cognitivo di Biden fosse così grave da permettere ai suoi collaboratori di attuare politiche senza la sua conoscenza. Il rapporto parla di "una delle più grandi coperture nella storia americana" e afferma che "il cerchio ristretto dello staff senior della Casa Bianca ha organizzato uno dei più grandi scandali della storia americana, nascondendo un presidente con capacità cognitive in declino".

Tuttavia, il documento non fornisce prove concrete di specifici episodi in cui l'autopen sarebbe stato usato senza l'autorizzazione di Biden. Non include nemmeno le trascrizioni complete delle oltre 60 ore di testimonianze raccolte da 14 ex funzionari della Casa Bianca di Biden, ma solo estratti selezionati.

Biden ha respinto con forza queste accuse. In una dichiarazione di giugno, l'ex presidente aveva affermato: "Sia chiaro: ho preso io le decisioni durante la mia presidenza. Ho preso io le decisioni sulle grazie, gli ordini esecutivi, le leggi e i proclami. Qualsiasi suggerimento che non l'abbia fatto è ridicolo e falso". In un'intervista al New York Times di luglio, Biden aveva spiegato di aver usato l'autopen per le decisioni sulla clemenza "perché ce n'erano molte", sottolineando che lo strumento "è legale" e che "altri presidenti lo hanno usato, incluso Trump".

Un portavoce di Biden ha commentato il rapporto affermando che "questa indagine su accuse infondate ha confermato ciò che è stato chiaro fin dall'inizio: il presidente Biden ha preso le decisioni della sua presidenza. Non c'è stata alcuna cospirazione, nessuna copertura e nessun illecito. I repubblicani del Congresso dovrebbero smettere di concentrarsi sulla rappresaglia politica e lavorare invece per porre fine alla chiusura del governo".

I democratici della commissione hanno definito l'indagine uno "spreco di tempo" e una "farsa". Il deputato Robert Garcia, il democratico di più alto rango nella commissione, ha dichiarato che le testimonianze raccolte hanno confermato che "Biden ha eseguito pienamente i suoi doveri di presidente degli Stati Uniti", compresa l'autorizzazione di "ogni ordine esecutivo, grazia e uso dell'autopen".

Il rapporto chiede al Dipartimento di Giustizia di indagare ulteriormente su tre persone che si sono avvalse del Quinto Emendamento durante le testimonianze: il medico della Casa Bianca Kevin O'Connor e due collaboratori senior, Anthony Bernal e Annie Tomasini. I repubblicani hanno inoltre chiesto alla commissione medica di Washington di revocare la licenza a O'Connor. Gli avvocati di O'Connor hanno difeso la scelta del loro cliente di avvalersi del Quinto Emendamento, spiegando che "rivelare informazioni riservate sui pazienti violerebbe il dovere etico più fondamentale di qualsiasi medico" e che "invocare il Quinto Emendamento non implica che O'Connor abbia commesso alcun crimine".

Il procuratore generale Bondi ha risposto su X affermando che il suo team "ha già avviato" un'indagine sull'uso dell'autopen e che "le nuove informazioni del deputato Comer sono estremamente utili".

Il rapporto arriva in un momento politicamente turbolento, a dieci mesi dall'inizio della presidenza Trump, con il governo federale in chiusura e il Congresso in stallo sulla legislazione per finanziarlo. L'ossessione di Trump per l'uso dell'autopen da parte di Biden è tale che a settembre ha fatto rimuovere il ritratto incorniciato di Biden da un corridoio della Casa Bianca, sostituendolo con una fotografia di un autopen che scrive la sua firma.

Gli esperti legali hanno sottolineato che non esiste alcun meccanismo per revocare una grazia presidenziale una volta concessa, e i democratici hanno avvertito che un esame così ampio delle azioni esecutive potrebbe creare problemi legali futuri per l'amministrazione Trump e per i repubblicani del Congresso, che spesso attuano politiche attraverso dispositivi come l'autopen presidenziale. Una commissione congressuale non ha l'autorità costituzionale di dichiarare nulla un'azione presidenziale, ma i risultati potrebbero essere utilizzati dal Dipartimento di Giustizia per un'indagine o potenzialmente come parte di una contestazione legale di alcune decisioni esecutive prese da Biden.

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