I repubblicani alla Camera iniziano a discutere di dolorosi tagli alla spesa per finanziare l'agenda Trump
La battaglia sui tagli alla spesa pubblica è entrata in una fase cruciale tra le mura di Capitol Hill, dove i leader repubblicani alla Camera hanno iniziato a delineare in una serie di riunioni riservate un piano di interventi dolorosi che potrebbe superare i 2,5 mila miliardi di dollari e, in alcuni scenari, arrivare fino a 3 mila miliardi.
L’obiettivo dichiarato è liberare risorse per finanziare un progetto di ampi tagli fiscali, facendo leva sul meccanismo di budget reconciliation che consente di far passare determinate misure al Senato con una maggioranza semplice.
I dettagli trapelati dalle presentazioni dei presidenti di Commissione rivelano un percorso fatto di svariate e spesso controverse opzioni in discussione.
Le proposte più imponenti riguardano la riforma di Medicaid: l’ipotesi di introdurre un tetto alla spesa federale per Stato tramite il sistema dei cosiddetti “per capita caps” solleva già forti perplessità sulla tenuta di un programma cruciale per l'assistenza sanità degli americani a basso reddito.
A rendere la prospettiva ancora più delicata, ci sono i possibili requisiti di lavoro per i beneficiari di Medicaid, una misura su cui Donald Trump aveva già insistito durante il suo primo mandato ma che era stata in seguito abbandonata da Joe Biden.
Tra gli ulteriori ritocchi in discussione figurano interventi su norme ambientali e sugli standard di efficienza dei veicoli, ridimensionando alcuni capisaldi delle politiche green della precedente Amministrazione.
Sul fronte dell’istruzione, i repubblicani guardano ai programmi di prestito studentesco con l’intento di rimodulare drasticamente i limiti di finanziamento e stringere i criteri di accesso.
Se prendesse forma nel modo più radicale proposto, il piano potrebbe ridurre fortemente il volume dei prestiti erogati, modificando i criteri per il rimborso e la rinuncia del debito, nonché introducendo oneri finanziari per le istituzioni accademiche.
L’idea è in aperta collisione con l’agenda della precedente Amministrazione Biden, che ha promosso iniziative per aiutare i più giovani, spesso gravati da debiti considerevoli.
Anche altre Commissioni della Camera hanno messo sul tavolo misure analoghe nei rispettivi ambiti di competenza.
La Commissione Agricoltura discute possibili tagli ai fondi per il Supplemental Nutrition Assistance Program (SNAP), uno dei principali programmi di sostegno alimentare per i più poveri, mentre la Commissione Vigilanza e Riforma del Governo intende prendere di mira pensioni e benefit dei dipendenti federali, paventando un inasprimento dei contributi a loro carico.
Le Commissioni Giustizia e Trasporti stanno invece valutando invece un aumento delle tariffe per procedure di immigrazione e per il settore dei trasporti, ad esempio imponendo nuove imposte sui veicoli elettrici e sulle navi commerciali.
Non mancano ipotesi di ridimensionare parti dell’Inflation Reduction Act, uno dei provvedimenti chiave approvati dai democratici nel 2022 per sostenere la ripresa economica post-pandemia.
Il cammino per tradurre tutte queste proposte in un testo di legge è nelle mani del presidente della Commissione Bilancio, Jodey Arrington, che sta esaminando ogni scenario per dare indicazioni precise sui tetti di spesa e i target di risparmio a cui le Commissioni dovranno attenersi.
Le tensioni all’interno della esigua maggioranza repubblicana di fronte ad un piano così esteso di tagli alla spesa non sono però da sottovalutare: con un margine di vantaggio estremamente risicato alla Camera, basta un manipolo di deputati riluttanti a bocciare, o almeno rinviare, l’intero pacchetto.
Da parte loro, sull'altro fronte politico, i democratici hanno già fatto capire che imbracceranno ogni strumento possibile per contrastare ciò che considerano un attacco micidiale al welfare statunitense.
Intanto, il tempo stringe: per approvare il pacchetto con le regole di budget reconciliation e scongiurare una battuta d’arresto politica per l'agenda di Trump, i repubblicani dovranno trasformare queste proposte in un testo coeso e farlo approvare in tempi stretti, prima che la finestra di opportunità legislativa si richiuda, forse per sempre.