I Democratici cambiano strategia: dialogare con l'avversario per riconquistare terreno perduto

Alcuni esponenti di primo piano del Partito Democratico, tra cui Gavin Newsom ed Alexandria Ocasio-Cortez, scelgono di confrontarsi direttamente con i sostenitori di Trump e le voci più conservatrici.

I Democratici cambiano strategia: dialogare con l'avversario per riconquistare terreno perduto

Privi di ogni leva di potere federale e con la popolarità del partito ai minimi storici, alcuni esponenti Democratici stanno adottando una nuova tattica che sta polarizzando l'opinione pubblica: confrontarsi direttamente con il "nemico" politico.

La reazione contro l'elitismo culturale e la riluttanza ad assumersi rischi sono stati fattori determinanti nella sconfitta elettorale del 2024.

Alcuni tra i Democratici più ambiziosi stanno ora facendo i conti con la necessità di spingersi oltre la propria base elettorale nel tentativo di risalire la china.

Il podcast di Gavin Newsom

Il più audace finora è stato il governatore della California Gavin Newsom, che ha irritato la base democratica ospitando tre voci della linea dura MAGA per i primi tre episodi del suo nuovo podcast.

Newsom, ampiamente considerato come un papabile candidato presidente per il 2028, ha sorpreso molti adottando un tono conciliante e cercando punti d'incontro con loro.

Durante la discussione con l'attivista MAGA Charlie Kirk, Newsom si è discostato dalla linea del Partito sul tema delle atlete transgender ed ha ammesso quella che ha definito "la mossa più stupida della mia vita": cenare senza mascherina in un ristorante francese durante l'emergenza COVID.

Con il conduttore radiofonico conservatore Michael Savage, il governatore ha criticato il lento processo di conteggio dei voti in California, ha fatto complimenti a Tucker Carlson e ha invocato la protezione dell'eredità di Ronald Reagan.

Nel confronto con l'ex stratega di Trump Steve Bannon, Newsom è stato cordiale e educato, concedendo a Bannon ampio spazio per promuovere le sue visioni di populismo economico e le sue false affermazioni sulla vittoria di Trump nelle elezioni del 2020.

Gli altri papabili candidati presidente del 2028

Altri esponenti di spicco dei Democratici hanno scelto di avventurarsi "nella tana del lupo" con un approccio differente: impegnarsi in dibattiti accesi ma rispettosi con l'obiettivo di esporre pubblicamente le contraddizioni del movimento MAGA.

Una serie di dibattiti su YouTube di Jubilee Media - con titoli come "20 sostenitori di Trump contro 1 progressista" - produce regolarmente video che diventano virali.

I video del commentatore di sinistra Sam Seder hanno totalizzato decine di milioni di visualizzazioni questa settimana - una valuta preziosa nella guerra per l'attenzione online, finora dominata dagli influencer MAGA.

Anche l'ex Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, altro probabile candidato presidente per il 2028, è apparso nella serie "Surrounded" di Jubilee, insieme a diversi commentatori liberal.

Un cambio di strategia?

Finora, la maggior parte dei Democratici aveva tenuto i media conservatori a distanza, evitando le più grandi piattaforme e personalità MAGA per non "normalizzare" retoriche estremiste come il negazionismo elettorale.

L'ex presidente Biden, ad esempio, non è mai apparso su Fox News durante il suo mandato, e il Partito Democratico ha rifiutato di accettare la rete televisiva di Murdoch come organizzatrice dei dibattiti presidenziali delle primarie nel 2020.

"Penso che i Democratici abbiano paura di parlare con gli elettori di Trump," ha dichiarato al New York Times il senatore Ruben Gallego (D-Ariz.), la cui vittoria è stata una delle poche note positive per il partito nel disastroso ciclo elettorale di novembre 2024.

"Penso che i Democratici finora abbiano avuto paura di parlare con persone che li possano criticare."

Con poco da perdere e molto terreno da recuperare per tornare alla vittoria alle elezioni, questa tendenza sta iniziando a cambiare, tanto per i podcaster quanto per i politici Democratici.

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