I dazi sulle merci cinesi imposte da Trump sono un sistema più complesso di quanto sembri
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha creato un intricato sistema di dazi che può raggiungere il 245% su alcuni prodotti. Le nuove imposizioni del presidente Trump si sommano a quelle precedenti, creando incertezza per le aziende americane.

L’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha generato un sistema di dazi straordinariamente articolato, che rischia di incedere in modo significativo sulle aziende americane. Con imposte che possono superare di gran lunga il valore stesso dei beni importati, il nuovo quadro normativo impone alle imprese una revisione profonda delle proprie catene di approvvigionamento.
Le recenti imposizioni del presidente Trump, nel corso del suo secondo mandato, si sono, infatti, aggiunte a quelle introdotte durante la sua prima Amministrazione e proseguite dall'ex presidente Joseph R. Biden, rendendo il sistema tariffario ancora più stratificato, come afferma il New York Times in una sua analisi. Secondo quanto riportato da avvocati commerciali, broker doganali e importatori, non tutti i prodotti cinesi sono colpiti in modo uniforme: in alcuni casi i dazi si sommano, in altri si sovrappongono oppure si annullano tra loro.
Strati successivi di dazi
Il nuovo dazio del 125% imposto da Trump su un'ampia gamma di beni cinesi rappresenta, infatti, solo uno dei livelli di imposizione. Attualmente, esistono 4 categorie principali di dazi applicabili alle merci provenienti dalla Cina.
La prima categoria riguarda i dazi ordinari, in vigore da prima dell'era Trump, che includono un’aliquota base del 3,4% per le importazioni da tutto il mondo. La seconda è costituita dai dazi protezionistici introdotti tra il 2018 e il 2024, con aliquote che variano dal 7,5% al 100%, nati per proteggere l’industria statunitense da specifici tipi di beni prodotti dalla Cina.
A queste imposte si aggiungono i nuovi dazi implementati dal 2025: un’imposta globale del 25% su acciaio, alluminio e automobili; un dazio del 20% specifico per merci ritenute collegate alla crisi del fentanyl; e infine il dazio “reciproco” del 125% sulla maggior parte delle merci cinesi. L'applicazione combinata di queste tariffe può far lievitare il costo di alcuni beni a livelli senza precedenti.
Effetti concreti sui prodotti
La struttura complessa del sistema tariffario ha effetti diversificati su diverse categorie merceologiche. Alcuni esempi rendono evidente l’impatto dei dazi sulle importazioni.
Gli smartphone, ad esempio, rappresentano una categoria di beni strategici. Nel 2024, gli Stati Uniti ne hanno importati per circa 52 miliardi di dollari, con oltre l’80% proveniente dalla Cina. Inizialmente soggetti a un dazio potenziale fino al 145%, sono stati poi esentati dal dazio “reciproco” del 125%. Tuttavia, restano soggetti a una tassazione del 20%.
Molto più pesante è l’imposizione sulle siringhe e gli aghi, il cui dazio complessivo ha raggiunto il 245%. Questi articoli sono stati progressivamente colpiti da dazi sotto le Amministrazioni Trump e Biden, con l’intento di tutelare la produzione americana. Oggi, gli importatori devono pagare più del doppio del valore del bene per poterlo introdurre nel Paese.
Un’altra categoria fortemente penalizzata è quella dei giocattoli. In precedenza esenti da dazi, ora tricicli, bambole e peluche provenienti dalla Cina sono soggetti a un’imposta del 145%. Con oltre il 75% dei giocattoli importati da questo Paese, si prevede un significativo aumento dei prezzi per i consumatori finali.
Per i maglioni di lana, l’aliquota complessiva ha raggiunto il 168,5%. Un’aliquota di base del 16% si è sommata a quella del 7,5% introdotta durante la prima presidenza Trump, al 20% dei dazi “fentanyl” e infine al 125% del dazio “reciproco”. Il valore delle importazioni dalla Cina nel settore è stato pari a 170 milioni di dollari nel 2024.
Le sedie da esterno in alluminio sono colpite da un dazio totale del 70%. Sebbene già soggette a una tassazione precedente per l’utilizzo di metalli cinesi, i nuovi dazi del 25% sulle componenti in acciaio e alluminio hanno esteso l’ambito di applicazione a prodotti finiti. Tuttavia, queste categorie sono state escluse dal dazio “reciproco”, limitando in parte l’incremento complessivo.
Anche le cerniere per porte di automobili sono soggette a più livelli di tassazione. Sono colpite sia dai dazi sulle componenti in alluminio che da quelli sui pezzi di ricambio per veicoli, per un totale del 67%. Tuttavia, come nel caso delle sedie da esterno, questi articoli sono esenti dal dazio “reciproco”.
All’estremo opposto, i libri illustrati per bambini – dei quali il 93% delle importazioni proviene dalla Cina – non sono soggetti ad alcun dazio. Con un volume di scambi pari a quasi 600 milioni di dollari, questa categoria rappresenta una delle poche eccezioni in un panorama commerciale sempre più protetto.