I dazi di Trump scuotono i mercati globali: rischio shock economico nel 2025

I nuovi dazi su quasi tutte le importazioni negli Stati Uniti innescano un crollo del mercato obbligazionario. JPMorgan prevede una recessione nel 2025. Aumentano i margin call per gli hedge fund.

I dazi di Trump scuotono i mercati globali: rischio shock economico nel 2025

Il 2 aprile, il presidente Donald Trump ha annunciato un dazio base del 10% su tutte le importazioni verso gli Stati Uniti, con dazi aggiuntivi per circa 60 paesi, tra cui Cina, Vietnam e Bangladesh.

Si tratta del più ampio intervento protezionistico da parte degli Stati Uniti degli ultimi cento anni, le cui conseguenze sui mercati.

L'indicatore di Bloomberg che monitora il debito in difficoltà ha registrato il balzo più alto degli ultimi 15 mesi: oltre 43 miliardi di dollari in obbligazioni e prestiti hanno raggiunto livelli critici per il rifinanziamento.

Per la prima volta da agosto, la regione delle Americhe ha superato l’Asia-Pacifico per volume di debito in difficoltà.

Obbligazioni ad alto rischio in caduta libera

Il mercato obbligazionario statunitense, in particolare il segmento “junk”, ha subito il peggior tracollo dal 2020.

Lo spread tra il debito speculativo e i titoli di Stato è salito di un punto percentuale, al 4,45%, in appena 48 ore, secondo i dati ICE BofA.

“Il credito è come un canarino nella miniera. Quando si allargano gli spread, è un segnale che la recessione si avvicina”, ha spiegato Brian Levitt, stratega di Invesco.

Nel segmento più rischioso (quello con rating tripla C), gli spread hanno superato i 10 punti percentuali, segnalando una fuga degli investitori dagli asset più vulnerabili.

“La parte più spazzatura dei titoli con rating spazzatura sta sottoperformando,” ha sintetizzato Eric Winograd di AllianceBernstein.

I settori più colpiti: retail e automotive

I rivenditori con catene produttive nel Sud-est asiatico risultano tra i più penalizzati dai dazi annunciati da Trump.

“Se sei un rivenditore che ha diversificato in Vietnam o Filippine, non ti aspettavi questi dazi”, afferma Robert Schwartz di AllianceBernstein.

Esempi emblematici:

  • Michaels, catena di bricolage, ha visto le obbligazioni con scadenza 2029 crollare di quasi 10 centesimi, scambiando a soli 44 centesimi sul dollaro.
  • Altri colpiti includono Wayfair, Nordstrom, Claire's, Petsafe e il proprietario di Saks Fifth Avenue, con obbligazioni scese a 73,5 centesimi, nonostante siano state emesse meno di quattro mesi fa.

Anche in Europa l’impatto è tangibile: Aston Martin e produttori di componenti come Antolin, Forvia e ZF Friedrichshafen sono stati penalizzati, vista la loro forte esposizione al mercato americano.

JPMorgan: recessione in arrivo nel 2025

In questo contesto, la banca d’investimento JPMorgan ha rivisto al ribasso le stime di crescita per gli Stati Uniti, prevedendo ora una contrazione dello 0,3% nel 2025, a fronte della precedente stima di +1,3%.

Anche il tasso di disoccupazione è previsto in salita: dal 4,2% di marzo al 5,3% attuale.

Secondo Alex Raskin, CEO di Houlihan Lokey, ci si prepara a un’ondata di ristrutturazioni aziendali, soprattutto nei settori retail, beni di consumo, energia, edilizia e automotive.

“Ci aspettiamo difficoltà pari, se non superiori, a quelle viste durante la precedente ondata di dazi.”

Margin call e vendite forzate: torna lo spettro della pandemia

Il crollo dei mercati ha innescato anche le più grandi margin call dal 2020.

Le margin call si verificano quando il valore degli investimenti a garanzia di un prestito scende troppo: a quel punto, le banche chiedono ai clienti — in questo caso, hedge fund — di versare soldi aggiuntivi o vendere asset per coprire le perdite.

Se non lo fanno, le banche liquidano automaticamente le loro posizioni.

Le banche di Wall Street hanno quindi chiesto ulteriori garanzie ai loro clienti hedge fund, a causa della caduta delle azioni ed obbligazioni presenti nei loro portafogli.

Secondo Morgan Stanley, giovedì è stato il peggior giorno per i fondi long/short statunitensi dal 2016, con una perdita media del 2,6%.

Il sell-off è stato paragonato a quelli avvenuti durante la crisi delle banche regionali del 2023 e la pandemia.

Un segnale particolarmente allarmante: perfino l’oro, tradizionale bene rifugio, ha perso il 2,9% venerdì.

“Viene venduto per coprire le margin call,” ha spiegato Suki Cooper di Standard Chartered.

La “cultura della paura” nel mondo degli affari

Nonostante il fatto che l'impatto economico di questi dazi sia già chiaro ed evidente, ben pochi leader aziendali o politici repubblicani si sono espressi per ora contro i dazi annunciata da Trump.

Secondo un’inchiesta di Politico, esiste una cultura della paura che impedisce critiche pubbliche all’Amministrazione Trump da parte sia dei vertici aziendali che dei leader repubblicani.

“Non c’è alcun incentivo a essere critici: significa perdere ogni accesso alla Casa Bianca”, ha dichiarato un consulente PR in anonimato.

Un alto funzionario del Partito Repubblicano ha candidamente ammesso sotto anonimato:

“Tutti sono terrorizzati. Ma nessuno vuole contraddire il presidente.”

Un senatore repubblicano ha confidato che la tempesta sui mercati potrebbe essere solo l’inizio:

“Trump ha fatto campagna elettorale su questi dazi. Non si fermerà qui.”
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