I dazi di Trump dividono l’opinione pubblica americana

Secondo un sondaggio CBS News, la maggior parte degli americani teme un aumento dei prezzi a causa dei nuovi dazi voluti da Trump, ma tra i repubblicani prevale l’idea che porteranno benefici occupazionali nel lungo periodo

I dazi di Trump dividono l’opinione pubblica americana

Le nuove politiche commerciali promosse dall’amministrazione Trump, incentrate sull’imposizione di nuovi dazi, stanno suscitando reazioni negative negli Stati Uniti. Un sondaggio CBS News/YouGov condotto tra l’8 e l’11 aprile 2025 su un campione rappresentativo di 2.410 adulti statunitensi mostra un’opinione pubblica fortemente divisa sugli effetti economici e politici di tali misure.

Il dato più evidente riguarda l’impatto previsto sui prezzi: il 63% degli intervistati ritiene che i nuovi dazi introdotti da Trump faranno aumentare i prezzi nel breve termine, mentre il 56% pensa che li faranno crescere anche nel lungo periodo. In un contesto segnato da un'inflazione persistente, questi timori incidono direttamente sulla percezione delle condizioni economiche personali: il 41% dice che le politiche del presidente stanno peggiorando la propria situazione finanziaria, rispetto al 32% che riteneva il contrario a inizio mandato.

Questa preoccupazione generale si riflette anche nei giudizi sulla gestione economica del presidente: solo il 36% approva il suo operato sull’inflazione, e il 40% sull’economia in generale. Entrambi i dati sono in calo rispetto ai mesi precedenti. In particolare, il calo di fiducia è marcato tra gli indipendenti, la cui disapprovazione sull’operato economico è cresciuta significativamente nell’ultimo mese.

Il sostegno alle misure sui dazi è fortemente polarizzato: il 71% dei repubblicani è favorevole, contro appena il 17% dei democratici. Inoltre, mentre il 76% dei repubblicani crede che Trump abbia un piano chiaro sulla politica commerciale, solo il 17% dei democratici e il 39% degli indipendenti condividono questa opinione.

Per quanto riguarda l’impatto sull’occupazione, il 58% dei repubblicani pensa che i dazi porteranno alla creazione di posti di lavoro nel settore manifatturiero, a fronte del 28% degli indipendenti e appena il 16% dei democratici. Questo ottimismo si riflette anche nella tempistica di valutazione: il 69% dei repubblicani ritiene che gli effetti delle politiche commerciali si vedranno solo tra qualche mese o oltre, mentre il 55% dei democratici crede che i risultati siano già visibili.

Gli obiettivi delle politiche di Trump ricevono consensi maggiori rispetto ai metodi impiegati: il 48% degli americani dice di apprezzare le finalità della sua strategia commerciale, ma solo il 35% condivide il modo in cui le sta attuando. Anche in questo caso, il sostegno è fortemente diviso: tra i repubblicani, l’85% approva gli obiettivi e il 68% anche l’approccio.

Sebbene la maggioranza degli americani (il 63%) pensi che i dazi siano solo uno strumento negoziale e non una misura permanente, questa opinione è più diffusa tra i repubblicani (80%) rispetto ai democratici (48%).

In termini di impatto complessivo sull’economia nazionale, il 52% degli intervistati attribuisce principalmente a Trump la responsabilità della situazione attuale, mentre solo il 28% indica Joe Biden. Inoltre, il 74% assegna a Trump almeno una responsabilità parziale. Questa percezione contribuisce a rafforzare l’idea, condivisa da molti, che l’economia statunitense attuale sia ormai “l’economia di Trump”.

Anche le aspettative future si stanno deteriorando: il 53% degli americani pensa che l’economia stia peggiorando, in crescita rispetto al mese precedente. Solo il 20% prevede un miglioramento, mentre il 27% si aspetta che resti stabile. La visione pessimista è maggioritaria tra i democratici (74%), mentre il 55% dei repubblicani ritiene che l’economia sia in miglioramento, un dato che riflette l’influenza della leadership politica sulla percezione economica.

Infine, l’intervento del Congresso è un altro punto di divisione: solo il 28% dei repubblicani vuole che il Congresso — anche se a maggioranza repubblicana — limiti le azioni del presidente sui dazi, contro il 67% dei democratici e il 54% degli indipendenti che auspicano un maggiore controllo legislativo.

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