Guardia Costiera americana: svastica non più simbolo d'odio, poi il dietrofront
La Guardia Costiera statunitense ha rilasciato in tutta fretta una nuova direttiva che vieta categoricamente svastiche e cappi da impiccagione, poche ore dopo che il Washington Post aveva rivelato l'esistenza di una policy che li riclassificava come simboli "potenzialmente divisivi".
La Guardia Costiera statunitense ha compiuto un'improvvisa inversione di rotta su una controversa policy riguardante i simboli d'odio. Nella serata di giovedì, il servizio militare ha rilasciato una nuova direttiva che proibisce esplicitamente la presenza di svastiche, cappi da impiccagione e bandiere confederate nelle sue strutture, definendole "divisive o simboli d'odio". Il cambio di rotta è arrivato solo poche ore dopo che il Washington Post aveva rivelato l'esistenza di un documento interno che riclassificava questi stessi simboli come "potenzialmente divisivi", un termine che aveva scatenato immediate proteste da parte di legislatori e gruppi per i diritti civili.
Secondo i documenti ottenuti dal Washington Post, la Guardia Costiera aveva redatto a novembre una nuova policy in cui la svastica, simbolo indissolubilmente legato al nazismo e all'uccisione di milioni di ebrei durante la Seconda guerra mondiale, non veniva più definita un simbolo d'odio ma appunto "potenzialmente divisivo". Lo stesso trattamento era riservato ai cappi da impiccagione, storicamente associati ai linciaggi razziali negli Stati Uniti, e alla bandiera confederata. La nuova classificazione rappresentava un cambio radicale rispetto alla policy in vigore dal 2019, che definiva esplicitamente questi simboli come "ampiamente identificati con oppressione o odio" e ne considerava l'esibizione un "potenziale incidente d'odio".
Quando la notizia è diventata pubblica giovedì mattina, la reazione è stata immediata. L'ammiraglio Kevin Lunday, comandante ad interim della Guardia Costiera, ha definito "categoricamente false" le affermazioni secondo cui il servizio non avrebbe più classificato svastiche e cappi come simboli proibiti. In un comunicato, Lunday ha dichiarato che "questi simboli sono stati e rimangono proibiti nella Guardia Costiera secondo le policy" e che "qualsiasi esibizione, uso o promozione di tali simboli sarà, come sempre, accuratamente investigata e severamente punita". Anche il Dipartimento per la Sicurezza Interna, sotto cui opera la Guardia Costiera, ha reagito con forza, con la portavoce Tricia McLaughlin che ha definito il reportage del Washington Post "spazzatura falsa" e "una bugia assolutamente ridicola".
Tuttavia, nella tarda serata di giovedì, la Guardia Costiera ha rilasciato quella che ha definito non un aggiornamento ma "una nuova policy per combattere qualsiasi disinformazione". Questa nuova direttiva dichiara inequivocabilmente che "simboli e bandiere divisivi o d'odio sono proibiti" e include esplicitamente "un cappio, una svastica e qualsiasi simbolo o bandiera cooptato o adottato da gruppi basati sull'odio". Il nuovo documento vieta anche categoricamente l'esibizione di questi simboli in tutte le sedi della Guardia Costiera, a differenza della versione precedente che si limitava a dire che i comandanti potevano rimuoverli e che la regola non si applicava a spazi privati.
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti nelle forze armate sotto l'amministrazione del presidente Donald Trump. L'ammiraglio Linda Fagan, prima donna a comandare un ramo delle forze armate statunitensi, è stata licenziata il primo giorno di Trump in carica. Funzionari dell'amministrazione hanno spiegato che il licenziamento era dovuto a quello che consideravano un "eccessivo focus" sulle iniziative di diversità e inclusione. Nei giorni successivi, Lunday ha ordinato la sospensione della policy della Guardia Costiera su molestie e intimidazioni, che includeva proprio le linee guida sui simboli d'odio.
A settembre, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth aveva ordinato una revisione di tutte le definizioni di molestie, intimidazioni e nonnismo nelle forze armate, sostenendo che le policy esistenti erano "eccessivamente ampie" e mettevano a rischio la prontezza al combattimento. La policy di novembre della Guardia Costiera eliminava completamente il concetto di "incidente d'odio" dalle sue normative, stabilendo che "la terminologia 'incidente d'odio' non è più presente nella policy" e che la condotta precedentemente gestita come potenziale incidente d'odio sarebbe stata trattata come "un rapporto di molestie".
Le reazioni politiche sono state dure. La senatrice democratica Jacky Rosen del Nevada, membro della commissione che ha giurisdizione sul Dipartimento per la Sicurezza Interna, ha dichiarato che "in un momento in cui l'antisemitismo è in aumento negli Stati Uniti e nel mondo, allentare le policy volte a combattere i crimini d'odio non solo invia il messaggio sbagliato agli uomini e alle donne della nostra Guardia Costiera, ma mette a rischio la loro sicurezza". Il leader democratico al Senato Chuck Schumer ha definito la mossa "disgustosa" e "un ulteriore incoraggiamento all'estremismo da parte dei Repubblicani".
Menachem Rosensaft, professore di legge alla Cornell University e leader della comunità ebraica, ha affermato che "la svastica è il simbolo ultimo dell'odio e del bigottismo virulenti, e anche solo la considerazione da parte della Guardia Costiera di non classificarla più come tale equivarrebbe a liquidare le croci ardenti e i cappucci del Ku Klux Klan come meramente 'potenzialmente divisivi'". Seth Levi del Southern Poverty Law Center, organizzazione per i diritti civili, ha definito la policy originale "un imbarazzo nazionale", aggiungendo che "le svastiche sono universalmente riconosciute come simbolo del partito nazista, del genocidio e dell'antisemitismo, e i cappi sono simboli di linciaggi e terrore razziale".
Un funzionario anonimo della Guardia Costiera che aveva visto la nuova formulazione ha detto al Washington Post che "non meritiamo la fiducia della nazione se non siamo chiari sulla natura divisiva delle svastiche". La policy di novembre poneva anche limiti temporali per la segnalazione di questi simboli: il personale della Guardia Costiera aveva 45 giorni per segnalare l'esibizione di una svastica o di un cappio, il che poteva rappresentare un problema significativo per chi si trova in mare per mesi. La policy precedente non stabiliva scadenze e consigliava semplicemente di "segnalare immediatamente" qualsiasi potenziale incidente d'odio.
La rapida marcia indietro della Guardia Costiera solleva interrogativi sulla trasparenza delle modifiche alle policy militari e sulla pressione pubblica che può influenzare decisioni già prese. Resta da vedere se altre forze armate seguiranno una direzione simile nelle loro revisioni delle policy su molestie e intimidazioni ordinate da Hegseth. Nel frattempo, Lunday è in attesa di conferma al Senato per diventare comandante permanente della Guardia Costiera, dopo essere stato nominato da Trump.