Guantánamo: i migranti trasferiti sono in un "buco nero legale", i loro avvocati chiedono accesso immediato

Il trasferimento di oltre trenta detenuti nella struttura militare solleva preoccupazioni sulla trasparenza e i diritti legali dei migranti. Il presidente Trump intanto ordina l'ampliamento della base per ospitare fino a 30.000 migranti.

Guantánamo: i migranti trasferiti sono in un "buco nero legale", i loro avvocati chiedono accesso immediato
La base militare americana di Guantánamo

Il Dipartimento della Difesa ha confermato che oltre una trentina di migranti sono stati già trasferiti nella base navale di Guantánamo, a Cuba, in quella che i loro avvocati definiscono senza mezzi termini come una zona grigia giuridica senza precedenti.

Il trasferimento, iniziato quattro giorni fa da Fort Bliss, Texas, rappresenta il primo passo di un piano più ampio dell'Amministrazione Trump per utilizzare la base militare diventata tristemente nota per aver ospitato in condizioni durissime i prigionieri della Guerra al Terrorismo, come centro di detenzione per migranti su larga scala.

Una struttura controversa per "i peggiori tra i peggiori"

Secondo le dichiarazioni del Dipartimento della Difesa rilasciate al Washington Post, i primi detenuti trasferiti sono stati classificati come "criminali clandestini ad alta pericolosità" e sarebbero membri della gang venezuelana Tren de Aragua.

Sono attualmente detenuti nel Camp 6, una struttura militare originariamente progettata per ospitare sospetti terroristi dopo l'11 settembre 2001.

La Segretaria del Dipartimento per la Sicurezza Interna, Kristi L. Noem, ha visitato venerdì la struttura, definendo i detenuti come "assassini e membri di gang violente".

Il Dipartimento della Difesa afferma che i migranti detenuti sono considerati sotto la custodia dell'ICE nonostante siano detenuti in una struttura militare, una distinzione che gli esperti legali considerano artificiale e problematica.

Vuoto normativo e preoccupazioni legali

L'American Civil Liberties Union (ACLU) e oltre una decina di altri gruppi per la difesa dei diritti dei migranti hanno inviato una lettera formale ai vertici dell'Amministrazione, richiedendo accesso immediato ai detenuti e informazioni dettagliate sul loro status.

I loro avvocati sottolineano come, paradossalmente, persino i sospetti terroristi detenuti a Guantánamo abbiano avuto accesso all'assistenza legale, un diritto finora negato ai nuovi detenuti.

J. Wells Dixon, avvocato del Center for Constitutional Rights, evidenzia l'impossibilità di separare il Camp 6 dalla sua natura di struttura di detenzione militare:

"L’idea è stata progettata per spezzare psicologicamente i detenuti".

Le condizioni di vita sono state descritte come problematiche anche da Alka Pradhan, una legale che si occupa di diritti umani, e che parla di strutture poco igieniche, problemi per la presenza di insetti e frequenti malfunzionamenti dell'aria condizionata.

Un piano di espansione senza precedenti

Il presidente Donald Trump ha ordinato la costruzione di spazi di detenzione per accogliere fino a 30.000 migranti a Guantánamo.

Le immagini satellitari di sabato mostrano già l'installazione di oltre 185 tende e strutture temporanee vicino al centro migranti già esistente.

Fonte: Satellite Planet Labs, immagine elaborata dal Washington Post

Questa espansione si inserisce nel contesto più ampio della promessa del presidente Trump di aumentare in maniera sempre più aggressiva gli arresti e le espulsioni di migranti.

Le strutture di detenzione dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE) negli Stati Uniti sono infatti al completo, secondo fonti ufficiali.

Precedenti problematici

L'International Refugee Assistance Project ha pubblicato a settembre un rapporto critico sulle condizioni del centro migranti già esistente a Guantánamo, descrivendolo come "un edificio fatiscente con problemi di muffa e fognature".

I migranti sarebbero privati di chiamate confidenziali, anche con i loro legali, e verrebbero duramente puniti se parlano dei maltrattamenti subiti.

La testimonianza di Yeilis Torres Cruz, ex detenuta, offre uno spaccato delle condizioni nel centro migranti: nonostante alcune libertà come gite in bicicletta e possibilità di pescare, sottolinea l'impossibilità di comunicare con il proprio legale durante i sette mesi di permanenza.

Particolarmente preoccupante la situazione dei minori, con casi documentati di disturbi comportamentali e negazione dell'accesso all'istruzione.

Hannah Flamm, direttrice delle politiche presso l'International Refugee Assistance Project, evidenzia come:

"Trump sia solo il più recente tra i presidenti a cercare di utilizzare Guantánamo come un buco nero legale per giustificare trattamenti inammissibili". 

In questo contesto, rimangono per ora senza risposta le domande sul destino legale dei detenuti e sulla legittimità del loro trasferimento in una struttura militare.

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