Gli USA hanno bloccato gli aiuti militari all'Ucraina per ordine di Hegseth, senza via libera della Casa Bianca

Secondo Reuters, un ordine non autorizzato dal Pentagono ha fermato 11 voli con armi, generando confusione e costi aggiuntivi per milioni di dollari.

Gli USA hanno bloccato gli aiuti militari all'Ucraina per ordine di Hegseth, senza via libera della Casa Bianca
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Circa una settimana dopo l'insediamento del secondo mandato del presidente Donald Trump, un ordine verbale proveniente dall'ufficio del Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha interrotto bruscamente 11 voli cargo destinati a consegnare armi e munizioni all'Ucraina. I voli erano operati da tre compagnie aeree cargo e partivano dalla base aerea di Dover, nel Delaware, e da una base statunitense negli Emirati Arabi Uniti.

L'interruzione, avvenuta senza preavviso, ha immediatamente causato grande confusione tra funzionari ucraini ed europei, soprattutto in Polonia, principale hub logistico per l'assistenza militare destinata a Kyiv. Nelle ore successive al blocco, frenetiche richieste di chiarimento provenienti dall'Ucraina e dalla Polonia hanno raggiunto Washington, dove i vertici della Casa Bianca, del Pentagono e del Dipartimento di Stato non hanno saputo fornire risposte precise.

Secondo documenti ufficiali del TRANSCOM, il comando per il trasporto dell'esercito statunitense visionati da Reuters, la decisione era partita direttamente dall'ufficio di Pete Hegseth. L'ordine di sospensione è stato impartito subito dopo una riunione tenutasi il 30 gennaio alla Casa Bianca, durante la quale si era effettivamente discusso di una possibile sospensione degli aiuti militari a Kyiv, ma senza che il presidente avesse espresso una direttiva ufficiale in tal senso.

Lo stesso presidente Trump, così come altri alti funzionari presenti alla riunione, non erano a conoscenza della decisione presa da Pete Hegseth. Alla richiesta di chiarimenti da parte di Reuters, la Casa Bianca ha risposto che il Segretario alla Difesa aveva agito seguendo una direttiva presidenziale di sospendere temporaneamente gli aiuti all'Ucraina, senza però chiarire perché né Trump né altri membri del suo team ne fossero stati tempestivamente informati.

Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che "negoziare la fine della guerra Russia-Ucraina è stata una situazione complessa e fluida," sottolineando inoltre che, secondo la posizione ufficiale dell'Amministrazione, oggi la guerra è molto più vicina alla conclusione rispetto all'insediamento del presidente Trump.

Un costo elevato e caos interno

Oltre alla confusione diplomatica generata, l'interruzione ha provocato anche un considerevole costo finanziario per gli Stati Uniti. Secondo i documenti esaminati da Reuters, le cancellazioni improvvise dei voli hanno comportato una spesa maggiore di circa 2,2 milioni di dollari per il TRANSCOM.

Un mese più tardi, il 4 marzo, un ordine ufficiale della Casa Bianca ha effettivamente sospeso gli aiuti militari precedentemente autorizzati sotto l'Amministrazione Biden. Tuttavia, la breve pausa di febbraio era avvenuta senza alcun ordine formale, evidenziando così una gestione confusionaria e una mancanza di coordinamento tra i principali apparati della sicurezza nazionale americana.

La vicenda, portata alla luce per la prima volta da Reuters, mostra un processo decisionale caratterizzato da improvvisazioni e scarsa chiarezza interna nell'Amministrazione Trump. Secondo fonti interne al Pentagono, questa situazione è un segreto di Pulcinella, con molti funzionari che segnalano persistenti tensioni e disaccordi interni, aggravati anche dalla presenza di personale inesperto.

Reazioni e difficoltà a Kyiv

La sospensione improvvisa degli aiuti ha generato forte preoccupazione e irritazione tra i funzionari ucraini, che hanno cercato chiarimenti immediati attraverso diversi canali diplomatici, ottenendo però risposte vaghe o fuorvianti. Nelle comunicazioni successive, la pausa è stata banalizzata dall'Amministrazione statunitense come un problema di "politica interna".

L'invio di armi all'Ucraina, infatti, è una procedura complessa che richiede autorizzazioni incrociate tra più agenzie governative, e spesso impiega settimane o mesi prima di essere completata.

Il caos dentro il Pentagono e le divergenze interne

Questo incidente emerge in un momento particolarmente delicato per il Dipartimento della Difesa americano. Alcuni dei principali consiglieri del Segretario Pete Hegseth sono stati scortati fuori dal Pentagono il 15 aprile, accusati di divulgazione non autorizzata di informazioni classificate. Non è chiaro se Hegseth o il suo team fossero consapevoli delle implicazioni dell'ordine impartito al TRANSCOM né se fossero coscienti di quanto questa decisione avrebbe influito sulla politica estera statunitense nei confronti dell'Ucraina.

Fonti interne hanno riferito a Reuters che Hegseth avrebbe frainteso alcune conversazioni con il presidente Trump riguardanti la politica ucraina. Nel frattempo, due inviati speciali del presidente – Kellogg, noto sostenitore di Kiev, e Steve Witkoff, magnate immobiliare vicino a Trump – erano impegnati in negoziati bilaterali per tentare di mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina.

Parallelamente, alcuni consiglieri del Segretario alla Difesa avevano iniziato a elaborare proposte per ritirare definitivamente il sostegno statunitense a Kyiv. Nonostante ciò, e malgrado la pausa di febbraio seguita da quella più lunga di marzo, l'Amministrazione Trump ha infine ripristinato le spedizioni di aiuti precedentemente approvate dall'Amministrazione Biden, senza tuttavia annunciare alcuna nuova politica ufficiale in merito.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.