Gli Stati Uniti vogliono il controllo pressoché totale sulle risorse minerarie ed energetiche dell'Ucraina
La nuova bozza di accordo sulle risorse minerarie ucraine prevede la suddivisione dei profitti tra i due Paesi, con Washington che otterrebbe il potere di veto nel consiglio di supervisione del fondo in fase di creazione.

Gli Stati Uniti hanno presentato all'Ucraina una nuova proposta di accordo che mira a far ottenere a Washington un ampio controllo sulle risorse minerarie e gli asset energetici del Paese dell'est Europa, senza offrire in cambio garanzie concrete di sicurezza.
Come riportato dal Financial Times, la bozza inviata a Kiev domenica scorsa rappresenta un'espansione aggressiva delle precedenti richieste americane e rientra negli sforzi del presidente Donald Trump per porre fine all'invasione russa e recuperare miliardi di dollari di assistenza militare fornita a Kyiv in questi anni.
Secondo il documento ottenuto dal Financial Times, l'accordo proposto tra Stati Uniti e Ucraina riguarderebbe tutte le risorse minerarie, inclusi petrolio e gas, e i principali asset energetici presenti sul territorio ucraino.
Nel dettaglio: Washington intende creare un consiglio di supervisione per gestire un nuovo Fondo d'Investimento, che suddividerà i proventi derivanti dai progetti ucraini nei settori petrolifero, del gas e minerario tra i due Paesi.
Gli Stati Uniti nomineranno però tre dei cinque membri del consiglio, assicurandosi così di fatto il potere di veto su tutte le decisioni d'investimento del Fondo.
La bozza specifica che "i contributi forniti dagli Stati Uniti a seguito dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina nel 2022" saranno considerati come "contributi alla partnership".
Secondo la nuova bozza, i progetti inclusi nel fondo comprenderanno quelli realizzati direttamente dal governo ucraino, da aziende autorizzate dal governo o da enti statali ucraini.
L'accordo copre anche tutte le infrastrutture legate allo sfruttamento delle risorse naturali, come strade, ferrovie, oleodotti, porti e impianti di lavorazione.
I fondi generati verrebbero convertiti immediatamente in valuta estera e trasferiti all'estero, con l'Ucraina responsabile di eventuali risarcimenti in caso di ritardi o controversie.
Si tratta dunque, in sintesi, di un tentativo da parte dell'Amministrazione Trump di compensare l'assistenza militare fornita finora a Kyiv, assumendo in cambio un controllo diretto sulle risorse naturali del Paese.
Il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha dichiarato mercoledì a Fox News che ritiene possibile la firma dell'accordo già la prossima settimana. Tuttavia, fonti interne al governo ucraino hanno espresso forti dubbi in proposito.
Tre alti funzionari ucraini, intervistati dal Financial Times, hanno definito la proposta americana rispettivamente "ingiusta", una "rapina" e hanno annunciato la costituzione di un team di consulenti legali per esaminare il documento e formulare una controproposta.
Durante la sua recente visita a Parigi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso frustrazione per la crescente pressione da parte di Trump affinché l'Ucraina accetti compromessi per raggiungere rapidamente un cessate il fuoco con la Russia, nonostante il Cremlino non abbia dimostrato alcuna intenzione di fermare l'invasione.
Zelensky ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno "costantemente" cambiando i termini dell'accordo sulle risorse minerarie, sottolineando però di non voler dare a Washington l'impressione che Kyiv sia contraria a qualsiasi intesa.
La nuova proposta dell'Amministrazione Trump sostituisce un precedente accordo quadro, mai firmato, sullo sviluppo congiunto delle risorse minerarie ucraine, che prevedeva invece la costituzione di un Fondo in cui l'Ucraina avrebbe contribuito con il 50% dei futuri profitti.
Gli alti funzionari ucraini hanno espresso preoccupazione che questa proposta possa compromettere la sovranità nazionale, dirottare profitti vitali fuori dal Paese e aumentare ulteriormente la dipendenza di Kyiv da Washington.
L'eventuale rifiuto da parte ucraina di sottoscrivere questi nuovi termini rischia di riaprire una crisi significativa nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina proprio in una fase cruciale dei negoziati per porre fine al lungo conflitto con la Russia.