Gli Stati Uniti valutano il ritiro di migliaia di truppe americane dalla Corea del Sud
L’Amministrazione Trump sta considerando lo spostamento di circa 4.500 militari verso Guam o altre località nella regione Indo-Pacifico, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.

L'Amministrazione Trump sta valutando il ritiro di migliaia di soldati americani dalla Corea del Sud, secondo il Wall Street Journal. Una mossa che potrebbe suscitare nuove preoccupazioni tra gli alleati riguardo l'impegno della Casa Bianca in Asia.
L'opzione sviluppata dal Pentagono prevede il ritiro di circa 4.500 soldati e il loro trasferimento in altre località nella regione Indo-Pacifico, inclusa Guam, hanno riferito i funzionari citati dal quotidiano americano. La proposta non è però ancora arrivata sulla scrivania di Trump ed è una delle diverse idee in discussione.
Un portavoce del Pentagono ha dichiarato che non ci sono annunci politici da fare. Il portavoce del National Security Council Pete Nguyen ha affermato che Trump è impegnato per la "completa denuclearizzazione" della Corea del Nord. Il Ministero della Difesa sudcoreano ha rifiutato di commentare.
Una presenza storica sotto esame
Sin dal suo primo mandato, Trump ha considerato di modificare la presenza americana in Corea del Sud, dove sono stanziati circa 28.500 soldati. Questa presenza militare è stata a lungo considerata un deterrente contro una rinnovata guerra nella penisola coreana e contro una Cina aggressiva che rivendica il controllo del Mar Cinese Meridionale e minaccia Taiwan.
Il mese scorso i principali comandanti delle forze statunitensi in Asia hanno messo in guardia la Casa Bianca contro la riduzione del numero di truppe. Il generale dell'esercito Xavier Brunson, comandante delle forze statunitensi in Corea, ha affermato nella sua testimonianza al Congresso che "ridurre le forze è problematico".
L'ammiraglio Samuel Paparo, massimo comandante statunitense nella regione, ha ribadito nella stessa audizione del 10 aprile che un eventuale ritiro "ridurrebbe intrinsecamente la nostra capacità di prevalere in un conflitto".
Implicazioni regionali
Una seria considerazione del ritiro delle truppe dalla Corea del Sud causerebbe probabilmente allarme in tutto l'Indo-Pacifico. Corea del Sud, Giappone e Filippine fanno infatti affidamento sul coordinamento con le Forze Armate americane per difendersi in una regione sempre più conflittuale.
I funzionari statunitensi affermano che una decisione sui livelli delle truppe non arriverà fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sulla guerra in Ucraina e sul sostegno militare a Kyiv. Guam sta intanto emergendo come hub cruciale perché abbastanza vicina ai potenziali punti caldi ma più difficile da raggiungere per le forze cinesi.
Posizioni divergenti nell’Amministrazione Trump
Nel suo primo viaggio ufficiale in Asia, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha promesso uno spostamento "senza precedenti" della politica americana verso la regione. Tuttavia, mantenere una presenza sufficiente in Corea del Sud rimane una preoccupazione centrale per il Pentagono e Seul.
Elbridge Colby, sottosegretario alla difesa per la politica, ha sostenuto che la Corea del Sud dovrebbe assumersi maggiormente l'onere della difesa convenzionale per consentire agli Stati Uniti di concentrarsi sulla Cina. "Non sono favorevole al ritiro delle forze dalla Corea del Sud", ha scritto Colby su X prima della sua nomina. "Sono però favorevole a rimodellare le forze statunitensi nella ROK per concentrarsi sulla Cina mentre la ROK assume il grande onere della difesa convenzionale contro la DPRK".
Nel frattempo, però, Pyongyang ha abbandonato la politica di riunificazione pacifica, dichiarando Seul il suo nemico principale. Giovedì la Corea del Nord ha lanciato missili cruise, confermando le tensioni persistenti nella penisola coreana.
La possibile riduzione delle truppe americane rappresenta quindi l’ennesima decisione delicata di questa Amministrazione che potrebbe ridefinire gli equilibri di sicurezza in una delle regioni più tese del mondo.