Gli Stati Uniti valutano il possibile riconoscimento della Crimea come parte della Russia nell’ambito di un accordo di pace
Secondo Bloomberg, Washington potrebbe accettare il controllo russo sulla penisola nell'ambito di un ampio accordo di pace. Rubio tuttavia avverte: "Se non ci saranno progressi, gli Stati Uniti potrebbero abbandonare i negoziati".

Gli Stati Uniti potrebbero riconoscere ufficialmente la Crimea come parte della Federazione Russa nel contesto di un più ampio accordo di pace tra Mosca e Kyiv.
La notizia, riportata per prima da Bloomberg e attribuita a fonti informate della proposta, evidenzia che la questione è ancora oggetto di valutazione e che nessuna decisione definitiva è stata presa al riguardo.
La Crimea è stata illegalmente annessa dalla Russia nel 2014, un’azione che all’epoca ha incontrato la ferma opposizione degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e di gran parte della comunità internazionale, che continuano a considerare la penisola come parte integrante dell’Ucraina.
Tuttavia, nel quadro delle trattative per una possibile risoluzione del conflitto armato in corso, Washington starebbe esplorando ipotesi finora ritenute inaccettabili.
Le fonti citate da Bloomberg riferiscono che, allo stato attuale, i principali alleati europei degli Stati Uniti non intendono riconoscere come russi i territori ucraini occupati.
La posizione ufficiale dell’Ucraina resta, inoltre, invariata: Kyiv esclude qualsiasi concessione territoriale alla Russia e insiste sul pieno ripristino dell’integrità territoriale nazionale.
I negoziati di Parigi e la proposta statunitense
Il 17 aprile si sono svolti a Parigi colloqui trilaterali tra rappresentanti di Ucraina, Stati Uniti e Unione Europea. In questa occasione, la delegazione americana ha presentato una proposta che, secondo il Dipartimento di Stato, delinea “i contorni di una pace duratura e a lungo termine”.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, la proposta americana includerebbe il mantenimento de facto da parte della Russia del controllo sui territori già occupati in Ucraina, inclusa la Crimea, oltre a un graduale allentamento delle sanzioni occidentali verso Mosca, condizionato al rispetto di un cessate il fuoco prolungato.
L’idea, ancora in fase di discussione, rappresenta un significativo cambiamento nella posizione americana rispetto agli anni precedenti e ha già sollevato dubbi tra i partner europei, tradizionalmente più cauti su concessioni alla Russia. Non è ancora chiaro se tali proposte siano state formalmente accettate o respinte dai partecipanti ai colloqui.
Trump minaccia il ritiro dai negoziati
Nel frattempo, giorni prima dell’incontro di Parigi, il presidente Donald Trump ha messo privatamente in discussione la prosecuzione dell’impegno americano nei negoziati, minacciando un possibile ritiro se non si registreranno progressi concreti.
Lo riporta Axios, citando una conversazione privata tra Trump, il Segretario di Stato Marco Rubio, l’inviato speciale Steve Witkoff e altri consiglieri della sua Amministrazione.
Durante il vertice di Parigi, Rubio ha trasmesso questa posizione ai delegati europei e ucraini, avvertendo che il presidente potrebbe decidere di abbandonare il processo negoziale nel caso in cui non emergano prospettive di un accordo in tempi brevi.
Secondo un diplomatico europeo presente ai colloqui, Rubio avrebbe affermato che Trump “sta perdendo la pazienza” e che la finestra per una mediazione americana si sta rapidamente chiudendo.
Nonostante queste dichiarazioni, gli Stati Uniti si sono detti ancora impegnati a promuovere una soluzione negoziata. La delegazione americana ha infatti illustrato nel dettaglio la propria visione per un’intesa duratura durante l’incontro a Parigi, confermando la volontà di esplorare tutte le opzioni per una pace stabile.
Al termine dei colloqui, Rubio ha però ribadito che Washington sospenderà i suoi sforzi di mediazione “entro pochi giorni” se non riceverà segnali chiari di apertura da parte delle altre parti coinvolte.
Le reazioni da Mosca
Dalla Russia sono giunti segnali contrastanti. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, ha confermato che i contatti sul cessate il fuoco sono in corso, pur precisando che “procedono con difficoltà” a causa della complessità del tema. Peskov ha tuttavia ribadito che Mosca resta disposta al dialogo.
Più netta è apparsa la posizione del rappresentante permanente russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, che ha definito “irrealistico” il raggiungimento di un cessate il fuoco nell’attuale situazione sul campo. Le sue parole indicano un atteggiamento meno ottimista sulle prospettive a breve termine per una de-escalation.
A fronte delle dichiarazioni del segretario di Stato Rubio, Trump ha precisato che, pur non esistendo “un numero definito di giorni” per concludere i negoziati, l’intenzione dell’Amministrazione è quella di arrivare rapidamente a un esito chiaro del processo di pace.