Gli Stati Uniti sospendono tutti gli aiuti militari all'Ucraina
La decisione arriva dopo l'incontro burrascoso di qualche giorno fa tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca.

Gli Stati Uniti hanno sospeso tutti gli aiuti militari all'Ucraina fino a quando il presidente Trump non determinerà che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky stia compiendo uno sforzo concreto verso i negoziati di pace con la Russia.
La decisione segna una svolta drastica nella politica americana verso il conflitto in corso da oltre tre anni.
La notizia è stata confermata così da un funzionario della Casa Bianca ai giornalisti:
"Il Presidente è concentrato sulla pace. Abbiamo bisogno che anche i nostri partner siano impegnati verso questo obiettivo. Stiamo mettendo in pausa i nostri aiuti per assicurarci che contribuiscano a una soluzione“.
La sospensione arriva pochi giorni dopo un incontro teso tra i due leader, durante il quale Trump e il vicepresidente JD Vance hanno rimproverato Zelensky per non essere abbastanza grato del sostegno americano.
Il presidente, infuriato ulteriormente dai commenti di ieri del leader ucraino secondo cui la fine della guerra era ancora lontana, ha sentito la necessità di dimostrare la serietà del suo impegno per portare Kyiv al tavolo dei negoziati, fanno sapere dalla Casa Bianca.
"Gli ucraini non pensavano che fossimo seri. Abbiamo dovuto dimostrare loro il contrario."
Impatto sulle capacità militari ucraine
Gli Stati Uniti hanno fornito più di 120 miliardi di dollari in aiuti dall'inizio dell'invasione russa tre anni fa, inclusi 67,3 miliardi di dollari in aiuti militari.
Oltre alle forniture dirette, Washington ha fornito intelligence, addestramento e ha mobilitato la comunità internazionale a sostegno di Kyiv.
Ora, gli effetti della sospensione degli aiuti si manifesteranno in fasi distinte e con gravità crescente.
Senza nuovi aiuti militari americani, l'Ucraina ha probabilmente abbastanza armi per continuare a combattere al ritmo attuale fino alla metà di quest'anno, in parte grazie all'ondata di forniture approvate dall'Amministrazione Biden nei suoi ultimi giorni.
Nel breve periodo, l'impatto è, dunque, limitato grazie alle scorte accumulate sino ad ora e al crescente supporto europeo.
"L'Ucraina è molto meno dipendente dagli Stati Uniti per le sue esigenze di combattimento quotidiane rispetto a un anno fa", conferma Michael Kofman della Carnegie Endowment for International Peace.
Se la sospensione dovesse persistere oltre, però, l'Ucraina finirà per perdere l'accesso a sistemi d'arma avanzati cruciali per la sua strategia militare, tra cui sistemi di difesa aerea, missili balistici terra-terra e munizioni di artiglieria a lungo raggio.
I primi effetti sarebbero visibili nelle mancate difese contro i bombardamenti aerei russi, con conseguenze devastanti per le infrastrutture civili ed energetiche.
La precedente interruzione degli aiuti nel 2024 rappresenta un preoccupante precedente, in questo senso.
Durante quel periodo, le stazioni della metropolitana di Kyiv si riempirono di famiglie in cerca di riparo mentre la protezione fornita dalle batterie antimissile Patriot americane iniziava a indebolirsi.
Gli Stati Uniti sono, inoltre, l'unico produttore di alcuni sistemi offensivi, come i missili ATACMS e gli HIMARS, che hanno aiutato a fornire agli ucraini le capacità di colpire oltre le linee russe.
A lungo termine, l'esercito ucraino rischierebbe, dunque, una graduale erosione delle sue capacità operative in tre aree critiche:
- il controllo dello spazio aereo diventerebbe a lungo andare sempre più insostenibile, esponendo così le truppe e le città ucraine a bombardamenti senza difese aeree adeguate;
- La catena logistica subirebbe interruzioni significative in mancanza dei pezzi di ricambio americani, riducendo così l'efficienza dei sistemi d'armamento esistenti;
- Senza poter far affidamento sugli ATACMS e gli HIMARS americani, le forze di Kyiv perderebbero parte della loro capacità di colpire i centri di comando russi, i depositi di munizioni e le linee di rifornimento dietro le linee nemiche.
"L'Ucraina non si arrenderà nell'immediato, ma rischia di perdere gradualmente capacità militare fino ad affrontare la sconfitta", ha spiegato Mark Cancian, ex funzionario statunitense ora al Center for Strategic and International Studies.
"Senza munizioni guidate di precisione a lungo raggio, l'Ucraina si ritroverebbe a combattere una guerra più simmetrica contro un avversario che però già gode di vantaggi numerici schiaccianti"
Implicazioni economiche dello stop agli aiuti militari
Le implicazioni economiche sarebbero altrettanto gravi.
Con la continua distruzione delle infrastrutture energetiche e industriali, l'economia ucraina – che ha già subito una contrazione di oltre il 30% dall'inizio del conflitto – affronterebbe ulteriori difficoltà nel sostenere lo sforzo bellico.
La capacità produttiva interna dell'industria della difesa ucraina, che attualmente fornisce circa il 55% delle necessità militari del Paese, potrebbe finire per essere compromessa a lungo andare dalla mancanza di componenti importati e dall'instabilità energetica.
Reazioni contrastanti nel Partito Repubblicano
L'annuncio ha evidenziato le crescenti divisioni sulla politica estera all'interno del Partito Repubblicano, con opinioni diametralmente opposte tra i deputati.
"Interrompere il sostegno all'Ucraina mette a repentaglio la stabilità dell'Europa e del mondo libero".
Cosi, ad esempio, ha dichiarato il deputato Mike Lawler (R., N.Y.), che ha aggiunto:
"Dobbiamo essere pragmatici e proteggere gli interessi americani all'estero."
"Peccato che Iran, Corea del Nord e Cina non stiano interrompendo il loro sostegno", ha commentato a sua volta il deputato Don Bacon (R., Neb.).
"C'è un invasore e una vittima, una democrazia e una dittatura. Dovremmo stare inequivocabilmente dalla parte giusta."
La deputata Mary Miller (R., Ill.) ha invece sostenuto la decisione:
"Se Zelensky vuole continuare una guerra senza fine, che lo faccia da solo. Gli Stati Uniti non parteciperanno più a questo conflitto che ha causato migliaia di morti. È tempo di pace!"
Tensioni diplomatiche e accordo sui minerali rari
Le tensioni sono esplose quando i due presidenti avrebbero dovuto firmare un accordo che avrebbe concesso agli Stati Uniti i diritti di sfruttamento sui minerali rari dell'Ucraina come rimborso per gli aiuti militari sinora ricevuti.
La firma è stata annullata dopo lo scontro verbale alla Casa Bianca, ma Trump ieri, prima di prendere la decisione di fermare gli aiuti militari, ha affermato di non considerare l'accordo come morto.
"Penso solo che dovrebbe essere più riconoscente", ha dichiarato il presidente ai giornalisti, riferendosi a Zelensky.
Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha aggiunto, da parte sua, che ormai è "troppo oltre" per il leader ucraino chiedere "riparazioni", la restituzione dei territori occupati e garanzie di sicurezza in cambio della pace.
"Dovrebbe solo dire: 'Amiamo l'America, apprezziamo l'America, e se pensate che dovremmo avere la pace, dovremmo averla'. Quello non è un uomo che vuole la pace, è un piantagrane."
Risposta europea e implicazioni geopolitiche
La mossa di Trump ha pochi precedenti diretti nella recente storia americana e pone Washington in diretta opposizione ai suoi principali alleati della NATO.
La maggior parte delle nazioni europee si sono subito impegnate ad aumentare gli aiuti all'Ucraina, schierandosi con Zelensky nella disputa con l'Amministrazione Trump, ma la verità è che non hanno le risorse per compensare la differenza nel breve termine.
Nel fine settimana, i leader europei hanno tenuto un vertice a Londra concordando la formazione di una “coalizione dei volenterosi” per presentare a Trump un piano di pace che include la presenza di truppe di terra e risorse militari europee come garanzie di sicurezza per l’Ucraina, per cercare di sbloccare la situazione.
Francia, Gran Bretagna e potenzialmente altri Paesi hanno offerto di inviare le proprie truppe come peacekeepers in Ucraina in caso di cessate il fuoco, ma solo in caso ottengano garanzie di sostegno americano in termini logistici e di supporto dall’esterno, il cosiddetto “backstop”.
Al momento le discussioni tra questi Paesi e gli Stati Uniti stanno andando avanti su questi argomenti, ma siamo ancora nelle fasi preliminari di un possibile accordo sulle garanzie di sicurezza richieste dall’Ucraina.
Nel frattempo, però, il più immediato beneficiario della decisione americana di bloccare temporaneamente gli aiuti militari all’Ucraina è, ovviamente, il presidente russo Vladimir Putin.
Se la sospensione degli aiuti dovesse perdurare a lungo, Putin potrebbe utilizzare questo tempo per cercare di ottenere ulteriori guadagni territoriali o persino decidere di evitare del tutto i negoziati, ritenendo che qualsiasi disputa prolungata tra Trump e Zelensky rafforzerà solo ulteriormente la sua posizione.
Il vero pericolo strategico, secondo gli esperti militari, è che l'Ucraina possa trovarsi alla fine costretta a negoziare da una posizione di crescente debolezza.
"Non è solo una questione di armi, ma di deterrenza", ha osservato un analista del Pentagono.
"Senza il sostegno americano, la Russia non ha alcun incentivo a cercare compromessi significativi e potrebbe aspettare semplicemente che la posizione ucraina si deteriori ulteriormente."