Gli Stati Uniti sono pronti a discutere le preoccupazioni russe sull'espansione della NATO

L’inviato speciale Kellogg: pronti a negoziare con Mosca nell'ambito del processo di pace per l'Ucraina, resta ferma la contrarietà americana all'ingresso di Kyiv nella NATO. Allo stesso tempo, Washington si prepara ad abbandonare i negoziati se Mosca non farà passi avanti concreti.

Gli Stati Uniti sono pronti a discutere le preoccupazioni russe sull'espansione della NATO

Gli Stati Uniti giudicano fondate le preoccupazioni della Russia in merito all'espansione della NATO verso est e sono disponibili ad affrontare la questione nel contesto di un accordo di pace per la guerra in Ucraina. Lo ha affermato Keith Kellogg, inviato speciale del presidente americano Donald Trump, nel corso di un'intervista rilasciata ad ABC News.

Secondo Kellogg, l'espansione della NATO verso i confini russi rappresenta una questione centrale e costante nelle richieste di Mosca.

"Questa questione la Russia la solleverà sempre – ha spiegato –. Non parlano solo dell'Ucraina. Menzionano anche Georgia e Moldavia. E noi diciamo: bene, possiamo discutere di fermare l'espansione della NATO fino ai vostri confini. Questi sono i loro interessi di sicurezza".

Tuttavia, Kellogg ha chiarito che la decisione definitiva su questo tema spetta esclusivamente al presidente Trump.

Sul punto cruciale dell'ingresso dell'Ucraina nella NATO, Kellogg ha ribadito con fermezza la posizione statunitense contraria all'adesione di Kyiv.

"Abbiamo detto ripetutamente che per noi l'ingresso dell'Ucraina nella NATO non è all'ordine del giorno – ha precisato l'inviato speciale –. E non siamo l'unico Paese a dirlo. Posso nominare altri quattro Paesi NATO che lo confermerebbero. È necessario che tutti i 32 paesi dell'alleanza siano d'accordo sull'adesione".

Nel frattempo, Kellogg ha invitato Kyiv a partecipare direttamente ai negoziati con Mosca, esortando il governo ucraino a non rifiutare l'incontro previsto a Istanbul il prossimo 2 giugno, convocato dalla Russia stessa. "Vedremo a cosa arriveremo quando avremo le discussioni la prossima settimana a Istanbul", ha concluso Kellogg, indicando che le trattative potrebbero rappresentare un passo importante verso una soluzione diplomatica del conflitto.

Le condizioni di Mosca per la pace

Dal lato russo, fonti di alto livello citate dall’agenzia Reuters hanno precisato che il presidente Vladimir Putin intende richiedere ai Paesi occidentali, nell’ambito dei negoziati, un impegno formale scritto a non procedere con ulteriori espansioni della NATO verso est, escludendo esplicitamente l'adesione di Ucraina, Georgia e Moldavia.

Putin insiste, inoltre, sul riconoscimento di uno status neutrale per l'Ucraina e garanzie specifiche per la protezione dei residenti di lingua russa presenti sul territorio ucraino.

Le richieste russe includono anche una significativa concessione territoriale da parte di Kyiv, con il completo trasferimento delle quattro regioni attualmente occupate in maniera parziale dall'esercito russo: Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Questi punti formano l'ossatura delle condizioni poste da Mosca per giungere a un eventuale accordo di pace, e sono già state definite inaccettabili da parte di Kyiv.

La Russia, inoltre, lascia intendere che se un accordo di pace non sarà raggiunto secondo i termini richiesti, il conflitto potrebbe proseguire a lungo, nonostante le sanzioni occidentali e le conseguenti difficoltà economiche. Secondo una delle fonti citate da Reuters, Putin sarebbe determinato a dimostrare che, in assenza di concessioni, per l'Ucraina "il domani sarà ancora più doloroso".

USA minacciano ritiro dai negoziati

Intanto, il vice rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, John Kelly, ha avvertito che Washington si ritirerà dal processo negoziale per la pace in Ucraina qualora Mosca continui a ignorare gli appelli per la cessazione delle ostilità.

Durante un briefing del Consiglio di sicurezza, Kelly ha sottolineato che se la Russia prenderà "la decisione sbagliata di continuare questa guerra catastrofica", gli Stati Uniti dovranno abbandonare gli sforzi negoziali, pur non allontanandosi dai propri principi ed alleati. Il rappresentante americano ha inoltre minacciato l'imposizione di ulteriori sanzioni contro la Federazione Russa, affermando che la responsabilità di porre fine al conflitto spetta a entrambe le parti, ma che l'Ucraina, a differenza della Russia, ha già accettato una tregua incondizionata.

Kelly ha concluso affermando che l'accordo attualmente proposto rappresenta "il miglior risultato possibile per la Russia" e che Putin deve accettarlo, visto che il tempo non è dalla parte di chi cerca di prolungare il conflitto.

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