Gli Stati Uniti sequestrano una seconda nave venezuelana, Caracas denuncia "pirateria"

Le forze americane hanno intercettato sabato la nave Centuries con 1,8 milioni di barili di greggio destinati alla Cina. Il Venezuela promette denuncia all'Onu mentre il presidente Trump intensifica la pressione su Maduro con un blocco navale che ha già causato oltre 100 morti.

Gli Stati Uniti sequestrano una seconda nave venezuelana, Caracas denuncia "pirateria"
Secretary Kristi Noem

Gli Stati Uniti hanno sequestrato sabato 20 dicembre un secondo petroliere al largo del Venezuela, pochi giorni dopo l'annuncio del presidente Donald Trump di un "blocco totale" contro le navi che trasportano petrolio venezuelano sotto sanzioni. L'operazione, condotta all'alba dalla Guardia Costiera americana con il supporto del Dipartimento della Difesa, ha preso di mira la nave Centuries, battente bandiera panamense e carica di circa 1,8 milioni di barili di greggio venezuelano diretti in Cina.

La segretaria per la Sicurezza Interna Kristi Noem ha confermato l'intercettazione pubblicando su X un video non classificato che mostra un soldato scendere da un elicottero sul ponte della nave. "Gli Stati Uniti continueranno a perseguire i movimenti illeciti di petrolio sotto sanzioni, utilizzato per finanziare il narcoterrorismo nella regione", ha scritto Noem. "Vi troveremo e vi fermeremo".

La risposta del Venezuela non si è fatta attendere. "Il Venezuela denuncia e respinge categoricamente il furto e il sequestro di una nuova nave privata che trasportava petrolio venezuelano, così come la sparizione forzata del suo equipaggio, atti commessi da militari degli Stati Uniti", si legge in un comunicato del governo di Caracas, che ha definito l'operazione "un grave atto di pirateria internazionale". Il Venezuela ha promesso di "esercitare tutte le azioni corrispondenti, inclusa la denuncia davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

L'elemento più controverso dell'operazione riguarda lo status della nave. La Centuries non compare nella lista delle sanzioni del Tesoro americano, come confermato da fonti legali ed esperti del settore. Jeremy Paner, partner dello studio legale Hughes Hubbard e ex investigatore dell'ufficio sanzioni americano, ha dichiarato a Reuters che "il sequestro di una nave non sanzionata dagli Stati Uniti segna un ulteriore aumento della pressione di Trump sul Venezuela" e "contraddice la dichiarazione di Trump secondo cui gli Stati Uniti avrebbero imposto un blocco contro tutte le petroliere sanzionate".

Secondo i documenti della compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA, la Centuries aveva caricato il greggio sotto il falso nome di "Crag" ed era partita dalle acque venezuelane mercoledì, dopo essere stata brevemente scortata dalla marina venezuelana. Il petrolio era stato acquistato da Satau Tijana Oil Trading, uno dei numerosi intermediari coinvolti nelle vendite della PDVSA alle raffinerie cinesi indipendenti. L'equipaggio della nave era composto da circa 40 persone, per la maggior parte cinesi.

Questo è il secondo sequestro in meno di due settimane. Il 10 dicembre le forze americane avevano intercettato la nave Skipper, descritta come "nave apolide" coinvolta in una "rete di traffico illegale di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere". Dopo quel primo sequestro, le esportazioni di greggio venezuelano sono crollate drasticamente, con decine di petroliere cariche rimaste ferme nelle acque venezuelane per evitare il sequestro.

Trump ha intensificato la campagna di pressione contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro negli ultimi mesi, dispiegando una flotta di navi da guerra nella regione in quello che rappresenta il più grande accumulo di forze in generazioni. Il presidente americano ha dichiarato di non escludere una guerra con il Venezuela e ha affermato in un'intervista che "non discute" la possibilità di attacchi militari terrestri, ma che questi arriveranno presto.

La giustificazione dell'amministrazione Trump si basa sull'accusa che Maduro utilizzi i proventi del petrolio per finanziare "il narcoterrorismo, la tratta di esseri umani, gli omicidi e i rapimenti". Trump ha anche designato il governo Maduro come organizzazione terroristica straniera. Il presidente venezuelano nega e sostiene che Washington cerchi di rovesciarlo per impossessarsi delle riserve petrolifere del paese, le più grandi al mondo.

Le operazioni militari americane nella regione hanno già causato almeno 104 morti in 28 attacchi condotti dal settembre scorso contro imbarcazioni nei Caraibi e nel Pacifico orientale che l'amministrazione Trump accusa di contrabbandare fentanyl e altre droghe illegali negli Stati Uniti. Gli attacchi hanno sollevato critiche da parte di parlamentari americani e attivisti per i diritti umani, che denunciano la mancanza di prove concrete che i bersagli fossero effettivamente trafficanti di droga e definiscono gli attacchi come esecuzioni extragiudiziali.

Il Venezuela ha anche ricevuto offerte di supporto dai suoi alleati. L'Iran ha proposto la sua cooperazione "in tutti i campi" per combattere "la pirateria e il terrorismo internazionale" degli Stati Uniti, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri venezuelano Yvan Gil dopo una telefonata con il suo omologo iraniano Abbas Araghtchi. Anche Cina e Russia hanno espresso solidarietà con Maduro.

Al vertice del Mercosur a Foz do Iguaçu, in Brasile, il presidente brasiliano Lula ha messo in guardia contro una "catastrofe umanitaria" in caso di conflitto armato in Venezuela. Il suo omologo argentino Javier Milei ha invece elogiato "la pressione" di Washington su Caracas. Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino ha dichiarato che gli Stati Uniti "sono scatenati" e "disperati – una disperazione molto pericolosa – ma questo non ci intimidirà".

La Cina è il principale acquirente del greggio venezuelano, che rappresenta circa il 4% delle sue importazioni, con spedizioni a dicembre che dovrebbero raggiungere una media di oltre 600.000 barili al giorno. Dal 2019, quando gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni energetiche al Venezuela, commercianti e raffinerie che acquistano petrolio venezuelano hanno fatto ricorso a una "flotta ombra" di petroliere che nascondono la loro posizione e a navi sanzionate per il trasporto di petrolio iraniano o russo. Secondo i dati di TankerTrackers, delle oltre 70 petroliere nelle acque venezuelane che fanno parte della flotta ombra, circa 38 sono sotto sanzioni del Tesoro americano, di cui almeno 15 cariche di greggio e combustibile.

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