Gli Stati Uniti di Trump si rifiutano di sostenere la dichiarazione del G7 contro l'attacco russo su Sumy

L'amministrazione Trump non intende sostenere la dichiarazione del G7 per "preservare spazio negoziale" con Mosca. Intanto i deputati democratici presentano un disegno di legge alla Camera per rafforzare le sanzioni contro la Russia e aumentare gli aiuti all'Ucraina.

Gli Stati Uniti di Trump si rifiutano di sostenere la dichiarazione del G7 contro l'attacco russo su Sumy

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere una dichiarazione congiunta dei Paesi del G7 per condannare l'attacco russo sulla città ucraina di Sumy, costato la vita a 35 persone. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la Casa Bianca ha giustificato questa decisione con la volontà di "mantenere spazio per i negoziati" con Mosca sulla fine della guerra in Ucraina.

In seguito al rifiuto americano, il Canada, attuale presidente di turno del G7, ha comunicato agli altri Paesi membri del gruppo - Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Giappone - l'impossibilità di adottare una risoluzione senza l'approvazione statunitense. La risoluzione presentata dichiarava che l'attacco contro Sumy dimostrava l'intenzione della Russia di proseguire il conflitto.

L'attacco missilistico contro Sumy

L'esercito russo ha lanciato due missili balistici Iskander su Sumy domenica 13 aprile, giorno della Domenica delle Palme, mentre i cittadini si recavano alle funzioni religiose. Uno dei missili era equipaggiato con munizioni a grappolo. Secondo le autorità ucraine, l'attacco ha provocato 35 vittime, tra cui 2 bambini, e 119 feriti.

Il Ministero della Difesa russo ha affermato di aver colpito una riunione del comando del gruppo operativo-tattico "Seversk" delle Forze Armate ucraine, dichiarando di aver "eliminato" oltre 60 militari. Alcuni rappresentanti delle autorità ucraine hanno confermato che quel giorno a Sumy era in corso una cerimonia di premiazione dei combattenti della 117ª brigata di difesa territoriale. Sui social network sono apparsi anche alcuni necrologi di militari ucraini uccisi.

Reazioni internazionali

Dopo l'attacco russo su Sumy, circa 50 paesi e organizzazioni internazionali hanno espresso sostegno all'Ucraina, come riferito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Diversi leader europei hanno pubblicamente condannato il Cremlino, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente ceco Petr Pavel e il primo ministro polacco Donald Tusk. Il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito l'attacco "un crimine di guerra" e "un'incredibile viltà".

Da parte americana, il primo a reagire è stato l'inviato speciale del presidente USA per l'Ucraina, Keith Kellogg, che ha definito l'attacco "un superamento di ogni limite di decenza", sottolineando che "Trump sta facendo ogni sforzo per porre fine a questa guerra". Successivamente, il segretario di Stato Marco Rubio ha espresso le sue condoglianze alle vittime del "terribile attacco missilistico russo su Sumy". Lo stesso Trump, commentando l'accaduto, ha dichiarato che "è terribile" e che "hanno commesso un errore", senza però menzionare direttamente la Russia.

Iniziative legislative americane

I membri del Partito Democratico alla Camera dei Rappresentanti hanno presentato un disegno di legge che rafforza le sanzioni contro la Russia e garantisce finanziamenti all'Ucraina, come riportato da Reuters citando fonti informate.

Il disegno di legge comprende tre sezioni. La terza propone l'introduzione di "severe sanzioni" e controlli sulle esportazioni nei confronti della Russia, incluse misure contro istituzioni finanziarie, industria petrolifera e mineraria, oltre che contro funzionari russi. La seconda sezione riguarda l'assistenza a Kiev nel settore della sicurezza, compresi crediti diretti e finanziamenti militari. La prima sezione, oltre a confermare il sostegno all'Ucraina e alla NATO, prevede misure per assistere nella ricostruzione del paese, inclusa la creazione di una posizione di coordinatore speciale per la ricostruzione dell'Ucraina.

Il documento rappresenta una reazione anche all'attacco russo su Sumy del 13 aprile. Sebbene il disegno di legge dei democratici non sia stato ancora pubblicato ufficialmente, secondo un rappresentante del partito "diventerà chiaramente parte del dibattito legislativo".

All'inizio di aprile, anche il Senato americano aveva proposto una sua versione di legge per aumentare la pressione su Mosca per il rifiuto di un accordo di pace con l'Ucraina. L'iniziativa, sostenuta sia dai repubblicani che dai democratici, prevedeva l'introduzione di dazi al 500% sui beni provenienti da paesi che acquistano petrolio, gas, uranio e altre risorse russe. Oltre ai dazi, la legge prevedeva sanzioni contro individui che sostengono l'aggressione russa.

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