Gli Stati Uniti contro chi vuole riconoscere la Palestina
L'amministrazione critica duramente i piani dei tre alleati occidentali, accusandoli di incoraggiare Hamas e minacciare le relazioni commerciali con gli Stati Uniti
L’amministrazione Trump ha duramente criticato Canada, Regno Unito e Francia per l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, prevista per settembre. La posizione dei tre alleati occidentali viene letta da Washington come un incentivo alla prosecuzione della guerra da parte di Hamas e un ostacolo a un possibile cessate il fuoco con Israele.
Il presidente Donald Trump, che inizialmente aveva evitato di commentare, ha successivamente espresso la propria contrarietà alla decisione. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato giovedì che il presidente ha manifestato “disappunto e disaccordo” con i leader di Canada, Regno Unito e Francia, giudicando le loro scelte come un “premio” a Hamas, che a suo dire rappresenta l’ostacolo principale alla fine delle ostilità e alla liberazione degli ostaggi ancora detenuti.
Il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di questi tre paesi li porterebbe in linea con la posizione già assunta da 147 Stati membri dell’ONU. Tuttavia, Londra ha chiarito che il riconoscimento sarebbe subordinato all’assenza di miglioramenti concreti da parte di Israele nelle condizioni della Striscia di Gaza. I governi coinvolti hanno motivato la loro decisione con il peggioramento della crisi umanitaria nella regione, aggravata dalle operazioni militari israeliane e dalle restrizioni imposte agli aiuti umanitari.
Il segretario di Stato Marco Rubio ha definito “irrilevante” il riconoscimento della Palestina e ha bollato come “maldestri” i leader di Francia, Regno Unito e Canada. Secondo Rubio, offrire questo tipo di concessione prima della liberazione degli ostaggi da parte di Hamas rappresenta un errore strategico. Intervenendo a Fox News Radio, Rubio ha criticato in particolare la posizione britannica: “Il Regno Unito dice: ‘se Israele non accetta un cessate il fuoco entro settembre, riconosceremo uno Stato palestinese’. Quindi, se fossi Hamas, penserei: ‘non permettiamo che ci sia un cessate il fuoco’. Se Hamas rifiuta il cessate il fuoco, si garantisce il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di questi paesi a settembre”.
A rafforzare questa linea, il Dipartimento di Stato ha annunciato giovedì nuove sanzioni nei confronti di funzionari dell’Autorità Palestinese e membri dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
Le tensioni con Ottawa si sono intensificate dopo l’annuncio del primo ministro canadese Mark Carney, che mercoledì ha comunicato l’intenzione del suo governo di procedere al riconoscimento della Palestina. In risposta, Trump ha paventato ripercussioni sui futuri negoziati commerciali con il vicino settentrionale. La reazione statunitense è stata più contenuta nei confronti di Londra: martedì, interpellato sulla posizione del Regno Unito, Trump aveva dichiarato di “non avere alcuna opinione” in merito.
Lunedì, per la prima volta, il presidente aveva riconosciuto pubblicamente la gravità della crisi umanitaria in corso a Gaza, ma ha continuato a mantenere un forte allineamento con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Questo, nonostante crescenti segnali di preoccupazione provenienti tanto dai democratici quanto da alcuni esponenti del fronte MAGA per le condizioni di carestia che colpiscono la popolazione civile.
Secondo la portavoce Leavitt, l’inviato speciale Steve Witkoff e l’ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee visiteranno Gaza venerdì per ispezionare i centri di distribuzione degli aiuti e incontrare i residenti locali.
Pur ribadendo l’appoggio statunitense a Israele, Rubio ha ammesso che la crescente simpatia dell’opinione pubblica occidentale per i palestinesi sta danneggiando l’immagine internazionale dello Stato ebraico. “Hamas sta pensando: ‘stiamo vincendo la guerra mediatica, abbiamo questi paesi che si schierano dalla nostra parte’. Abbiamo un vantaggio ora. Non dovremmo accettare nulla. Dobbiamo mantenere aperto il conflitto’”, ha affermato.