Gli Stati Uniti bloccano l'iniziativa G7 contro la flotta petrolifera russa
Washington si oppone alla creazione di una task force proposta dal Canada per contrastare le navi utilizzate da Mosca per aggirare le sanzioni.
Gli Stati Uniti hanno impedito al Gruppo dei Sette Grandi (G7) di costituire una task force dedicata al contrasto della cosiddetta "tenevoy flot" russa, la flotta ombra utilizzata da Mosca per aggirare le sanzioni petrolifere internazionali.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, la proposta avanzata dal Canada, attuale presidente di turno del G7, è stata respinta dall'Amministrazione americana che sta riconsiderando le proprie posizioni all'interno delle organizzazioni multilaterali.
La decisione emerge in un momento delicato, alla vigilia del summit dei Ministri degli Esteri del G7 che si terrà questa settimana in Quebec.
In vista dell'incontro, i membri del G7 stanno cercando di concordare una dichiarazione congiunta sulla sicurezza marittima, con gli Stati Uniti che insistono per rafforzare il linguaggio nei confronti della Cina e, al contempo, ammorbidire la retorica verso la Russia.
Oltre a porre il veto sulla proposta canadese, Washington ha richiesto la rimozione del termine "sanzioni" dal comunicato e la sostituzione dell'espressione "capacità della Russia di continuare la guerra" con "capacità di ottenere entrate".
Il comunicato finale del G7 potrà essere pubblicato solo dopo aver raggiunto un consenso unanime tra i Paesi membri.
Non è la prima volta che gli Stati Uniti assumono posizioni divergenti all'interno del G7 riguardo alla Russia.
A febbraio, il gruppo - che comprende anche Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Giappone - non è riuscito a rilasciare una dichiarazione congiunta in occasione del terzo anniversario dell'invasione dell'Ucraina, proprio a causa dell'opposizione americana a una severa condanna di Mosca.
Parallelamente, i Paesi europei stanno valutando strategie alternative per intercettare le navi della "tenevoy flot" nel Mar Baltico, facendo leva su presunte violazioni ambientali o atti di pirateria.
Secondo fonti citate da Politico, le proposte includono l'utilizzo di norme internazionali per fermare queste imbarcazioni, con la possibilità per i Paesi membri dell'UE di agire autonomamente o in coordinamento tra loro, introducendo requisiti nazionali che consentano di bloccare navi sospette anche al di fuori delle acque territoriali.
La "tenevoy flot", o flotta ombra, è costituita da petroliere obsolete mediante le quali la Russia aggira le sanzioni occidentali imposte a seguito del conflitto in Ucraina, incluso il price cap di 60 dollari al barile.
Le autorità europee hanno ripetutamente evidenziato i rischi ambientali derivanti dall'impiego di tali imbarcazioni, con almeno nove episodi documentati in cui petroliere trasportanti prodotti energetici russi hanno lasciato scie di petrolio lunghe decine di chilometri.
A dicembre, dodici nazioni dell'Europa settentrionale hanno concordato l'introduzione di controlli sulle polizze assicurative delle petroliere russe.
Sebbene le navi non siano obbligate a fermarsi quando richiesto, quelle che rifiutano verranno inserite in un database, condizione che potrebbe giustificare l'imposizione di sanzioni.
La Danimarca, dal canto suo, ha disposto l'ispezione delle imbarcazioni sospette che potrebbero rappresentare un pericolo per la navigazione e l'ambiente.
Secondo le stime di Lloyd's List e della Kyiv School of Economics, la flotta ombra russa comprende oltre 600 petroliere che trasportano circa il 70% del petrolio esportato via mare dal Paese.