Gli arabo-americani di Dearborn dopo le dichiarazioni di Trump su Gaza: "abbiamo sbagliato a fidarci?"

La comunità musulmana del Michigan, che aveva sostenuto l'ex presidente alle elezioni, ora si trova divisa e preoccupata dopo l'annuncio del piano di "ricollocamento" dei palestinesi da Gaza.

Gli arabo-americani di Dearborn dopo le dichiarazioni di Trump su Gaza: "abbiamo sbagliato a fidarci?"

Dal mese di ottobre 2023, il conflitto in corso a Gaza ha causato oltre 46.000 vittime palestinesi e devastato la regione, ferendo profondamente e dividendo politicamente la comunità arabo-americana del Michigan.

La città di Dearborn, nel Michigan, tradizionale roccaforte della comunità arabo-americana – che aveva sorpreso molti votando per la rielezione di Trump a novembre 2024 – sta ora attraversando una nuova e profonda crisi politica a seguito delle recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump su Gaza.

Il nuovo piano di Trump su Gaza

Il presidente, che a novembre scorso ha conquistato il sostegno di numerosi elettori arabo-americani proprio grazie al diffuso malcontento verso la politica dell'Amministrazione Biden nei confronti di Israele, ha presentato un progetto ambizioso.

Il piano prevede il controllo americano su Gaza e il trasferimento forzato di quasi due milioni di palestinesi nei Paesi limitrofi, con l’obiettivo di trasformare l’area in una "Riviera del Medio Oriente". Ma molti membri della comunità arabo americana interpretano questa proposta come un tentativo di pulizia etnica.

La frattura nella comunità araba

Il progetto, annunciato durante una conferenza stampa al fianco del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha suscitato shock e indignazione.

"La comunità reagisce con estrema rabbia e delusione verso un presidente che ha mentito per conquistare alcuni dei nostri voti", ha dichiarato Osama Siblani, direttore di Arab American News di Dearborn, a Politico.

Queste parole riflettono il crescente malcontento per le posizioni del presidente Trump in una città in cui la questione palestinese è particolarmente sentita.

Il silenzio degli ex sostenitori

Un segnale significativo della crisi è il silenzio di due figure chiave che avevano sostenuto Trump durante la campagna elettorale: il sindaco di Dearborn Heights, Bill Bazzi, e il sindaco di Hamtramck, Amer Ghalib.

Convinti dalle promesse di pace in Medio Oriente, entrambi avevano appoggiato pubblicamente Trump, ma ora, di fronte alle sue ultime dichiarazioni, hanno scelto di restare in silenzio e non commentare.

Alcuni però cercano di difendersi, sostenendo che il Partito Democratico non ha fatto abbastanza per meritare il loro voto. Come ha sottolineato a Politico Amer Zahr, attivista progressista di Dearborn:

"Avendo votato contro il Partito Democratico, sapevamo che avremmo potuto affrontare tali situazioni, ma non crediamo di essere noi i responsabili. I Democratici avrebbero potuto risolvere questo problema già la scorsa estate: il nostro prezzo per sostenere Harris era davvero basso, chiedevamo solo un embargo sulle armi contro Israele, ma non hanno voluto farlo".
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