Gli americani contrari agli attacchi contro l’Iran
Un sondaggio del Washington Post mostra una netta maggioranza contraria a un’azione militare statunitense contro Teheran, nonostante le minacce del presidente Trump

Un nuovo sondaggio condotto dal Washington Post il 18 giugno 2025 rivela che la maggior parte degli americani si oppone all’eventualità di attacchi aerei da parte degli Stati Uniti contro l’Iran. Alla domanda se sostengano l’uso della forza militare in risposta al programma nucleare iraniano, il 45% degli intervistati ha risposto negativamente, contro un 25% favorevole e un consistente 30% incerto.

Il sondaggio è stato realizzato tramite messaggi di testo su un campione casuale di 1.008 adulti statunitensi, selezionati attraverso il SSRS Opinion Panel e ponderati per rappresentare correttamente la popolazione in base a caratteristiche demografiche, orientamento politico e voto alle presidenziali del 2024. Il margine di errore statistico è di ±3,6 punti percentuali.
Il tema del sondaggio è emerso dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato attacchi militari se Teheran non smantellerà il proprio programma nucleare. Le risposte raccolte mostrano una nazione divisa, ma in prevalenza scettica nei confronti dell’uso della forza.
Tra i repubblicani, il 47% è favorevole ai bombardamenti, mentre il 24% è contrario e il 29% è incerto. Tuttavia, tra i democratici, l’opposizione è molto più marcata: solo il 9% si dichiara a favore, mentre il 67% è contrario e il 24% incerto. Anche tra gli indipendenti la tendenza è simile, con il 44% contrario, il 20% favorevole e il 36% incerto.
Il sostegno all’intervento armato è leggermente maggiore tra chi vive in famiglie legate al mondo militare, dove il 37% è favorevole e il 39% contrario. Nelle famiglie non militari, la contrarietà sale al 46%, mentre il sostegno scende al 23%.

La percezione della minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano varia notevolmente. Solo il 22% degli intervistati considera l’Iran una “minaccia immediata e grave” per gli Stati Uniti, mentre il 48% la giudica “abbastanza seria”, il 23% “minore” e il 7% la considera “nessuna minaccia”. Anche in questo caso emergono differenze politiche: tra i repubblicani, il 32% parla di una minaccia immediata, contro il 15% dei democratici e il 19% degli indipendenti.

Il livello di attenzione al conflitto tra Israele e Iran incide sulle opinioni espresse: il 70% degli intervistati dichiara di aver seguito con attenzione le recenti notizie sugli attacchi reciproci. Tuttavia, anche tra coloro che riferiscono di essere molto informati, la maggioranza è contraria a un attacco statunitense: il 47% si oppone, il 36% è favorevole e il 17% incerto. Fra chi afferma di aver sentito solo poco o nulla, la percentuale di contrari è più bassa (41%), ma quella degli incerti è molto alta (45%).
Oltre al giudizio sulla minaccia, il sondaggio ha indagato anche il livello di preoccupazione per un eventuale conflitto su larga scala. Il 39% degli americani si dice “molto preoccupato” all’idea che gli Stati Uniti entrino in guerra con l’Iran, mentre un ulteriore 43% si dichiara “abbastanza preoccupato”. Solo il 6% non è affatto preoccupato e il 12% lo è poco. Anche in questo caso emergono chiare differenze politiche: il 54% dei democratici è molto preoccupato, contro il 38% degli indipendenti e il 26% dei repubblicani.