Giudice ordina di riprendere il rilascio dei passaporti con il genere “X”

La decisione estende la sospensione del decreto presidenziale che limitava i diritti delle persone trans e non binarie, imponendo al Dipartimento di Stato di ripristinare il rilascio dei documenti con genere diverso da quello di nascita

Giudice ordina di riprendere il rilascio dei passaporti con il genere “X”

Una giudice federale di Boston ha ordinato all’amministrazione Trump di riprendere il rilascio dei passaporti statunitensi che riportano il genere “X” o un genere diverso da quello assegnato alla nascita, in favore delle persone trans o non binarie. La decisione, resa pubblica martedì 17 giugno, rappresenta una sospensione parziale di un decreto firmato dal presidente Donald Trump il giorno stesso del suo insediamento, il 20 gennaio 2025.

Il provvedimento presidenziale stabiliva che la politica ufficiale del governo federale dovesse riconoscere “solo due sessi, maschile e femminile”, definiti alla nascita. Il Dipartimento di Stato aveva dato seguito a questo decreto annunciando, alla fine di gennaio, la cessazione del rilascio di passaporti con il genere “X” o con genere modificato rispetto a quello originario.

Già ad aprile, la stessa giudice aveva ritenuto che la nuova politica potesse avere carattere discriminatorio e, in via cautelare, ne aveva sospeso l’applicazione per sei persone ricorrenti, tutte trans o non binarie. Con la nuova decisione del 17 giugno, la magistrata estende ora questa sospensione a tutte le persone trans o non binarie potenzialmente interessate dal cambiamento.

Nel testo della sentenza si legge che la misura cautelare “è definita in modo ristretto per beneficiare solo degli statunitensi i cui diritti sono stati probabilmente violati dalla nuova politica di rilascio dei passaporti e che, in assenza di questa sospensione, subirebbero verosimilmente un danno irreparabile”.

In attesa di un giudizio definitivo nel merito o di un pronunciamento contrario da parte di un altro tribunale, la sentenza impone dunque al Dipartimento di Stato di riprendere la prassi precedente, che consentiva di indicare il genere “X” nei documenti ufficiali. La giudice non ha abrogato il decreto presidenziale, ma ne limita gli effetti fino a nuovo ordine giudiziario.

La questione si inserisce in un contesto più ampio di contrasto tra le politiche dell’attuale amministrazione repubblicana e le tutele riconosciute alle persone LGBT+ sotto la presidenza Biden. Il primo passaporto statunitense con il genere “X” era stato rilasciato nell’ottobre 2021. All’epoca, il Dipartimento di Stato aveva chiarito che tale opzione era destinata a “persone non binarie, intersessuali” e, più in generale, a chi non si riconosceva nelle categorie di genere tradizionali.

Con il ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha confermato l’intenzione di eliminare questa possibilità, coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale. Il presidente ha infatti definito la questione come parte di un “delirio trans” da estirpare negli Stati Uniti, facendo del rifiuto del riconoscimento delle identità di genere non conformi un punto centrale della propria azione politica.

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